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Calcio

Vegni: Credere di più nel vivaio

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Il Grosseto nella prima metà degli anni Novanta era una società che cercava di tornare nel calcio professionistico, ma era anche una squadra in cui militavano molti giocatori di origine maremmana. Uno di questi era Gabriele Vegni (1975), che tuttora segue da tifoso le vicende del sodalizio unionista.

– Cosa ha significato per te indossare la maglia biancorossa?

Per me, giocare nel Grosseto ha significato davvero tanto ed ho provato delle emozioni indescrivibili. La maglia addosso era come un tatuaggio; anzi, lo è ancora e lo sarà per sempre.

– Ricordi il tuo esordio?

Il mio esordio in prima squadra fu a Perignano nelle stagione 1992-93, quando il Grosseto militava nel campionato di Eccellenza. Militavo nella Juniores e venni convocato da Mister Ciccio Fommei in prima squadra: giocai l’ultima mezz’ora cavandola discretamente bene, nonostante l’emozione grandissima.

– Quale è la partita che ricordi con maggiore emozione tra quelle che ti hanno visto in campo col Grosseto?

La partita che ricordo con più emozione da giocatore fu un Colligiana-Grosseto nella stagione 1993-94. Ricordo che vincemmo 1-0, marcatore Vegni…favoloso!

– Oltre ad avere vestito i colori biancorossi, in quali altre squadre hai militato?

Chiusa la mia esperienza con il Grosseto, ho giocato in Eccellenza all’Argentario per Due anni finché un infortunio mi ha costretto a smettere di giocare.

– Sei ancora in contatto con qualche tuo ex compagno di squadra?

Mi sento spesso con Franzoni e ho visto ogni tanto Vincenzo Sabatini e Stefano Ferri, con gli altri sono in contatto grazie ai social network.

– Eri uno dei grossetani nell’anno più assurdo della storia unionista. Cosa ricordi di quel 1994-95 così difficile da raccontare anche a distanza di tanto tempo?

Del 1994-95 ricordo un entusiasmo della città incredibile. Purtroppo, non posso dimenticare la barzelletta della non iscrizione alla Serie C2 arrivata dopo la vittoria in campionato. Mi reputo fortunato ad aver vissuto da giocatore un anno così bello con giocatori di categoria superiore fantastici in campo e fuori. Purtroppo il ricordo del Grosseto è legato anche alla scomparsa di Francesca e Viviana in un tragico incidente stradale. La notizia ci arrivò in campo e fu uno shock grandissimo.

– Quell’anno c’era una grande euforia intorno alla squadra. Oggi i tempi sembrano completamente cambiati e si nota una certa disaffezione intorno al Grosseto.

Oggi quegli anni sembrano lontani un secolo, ma credo che basterebbero un po’ di risultati per riportare di gente alla stadio. Di tifosi ce ne sono tanti e l’attaccantento è lo stesso di sempre: penso che ci voglia davvero poco per riportare un po’ di tifosi alle stadio. L’entusiasmo che c’era intorno al Grosseto fino alla promozione in Serie B non lo dimenticherò mai: una città intera seguiva la squadra dal Lunedì alla Domenica, era una situazione coinvolgente.

– Talvolta si sente dire che uno dei difetti del Grosseto è la scarsa presenza di giocatori maremmani in rosa.

Posso parlare della mia esperienza: ho disputato tutto il settore giovanile nel Grosseto e ti garantisco che con un po’ di impegno, di serietà e di volontà sarebbe possibile allestire mezza squadra con i giovani maremmani. Il problema è che non c’è interesse a farlo, purtroppo. Sono convinto che nel vivaio ci sarebbe qualche buon giovane da proporre in prima squadra, visto anche il livello attuale della serie C.

– Un ultimo pensiero sul momento attuale dei biancorossi.

Sarò semplice e diretto: Forza Grosseto, noi non ti lasceremo mai!

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Caro vegni,
mi trovi d’accordo che una società debba credere nel vivaio, ma non bisogna dimenticare la realtà in cui viviamo. Grosseto ha ottantamila abitanti e la provincia e considerata tra le meno popolate d’italia. Leggendo il sito del Milan alcuni anni orsono si diceva che la società ogni 1300 giovani calciatori uno solo, dico uno, arrivava tra i professionisti. Ora, se Piero Camili avesse aspettato il vivaio, forse il Grosseto invece di restare in serie B 6 anni era ancora in Quarta Serie. Il problema del vivaio è un argomento molto serio, che va affrontato dalla società con investimenti forti in un tempo abbastanza lungo, altrimenti è meglio fare come fanno adesso, che vivacchiano prima con l’uno poi con l’altro sponsor, ma senza un briciolo di programmazione. Tralascio, poi, la questione degli impianti sportivi che ci porterebbe troppo lontano.

Saluti sinceri

Anche la Juve la pensava così poi ha buttato dentro un gruppetto di ragazzini che stanno facendo più che bene. De Ceglie, Giovinco, Marchisio e qualcun altro mi sfugge sicuramente. Ci vuole coraggio, competenza e programmazione.

ma non prendiamoci per i fondelli. il barcellona iniesta xavi ecc.

La provincia di grosseto fa un quartiere di roma…ma dove volete che si vada???Ma pensate veramente di competere con le altre realtà??
Lasciamo perdere…

Gira gira, se il Grosseto fa ride’ le colpa è dei maremmani che fanno pochi figli! Ma non abbiamo né strutture né campi per permettere di far crescere qualche giovane speranza (se c’è), per non parlare di chi gestisce il tutto, compresi i numerosi ALLENATORI che hanno gestito il settore giovanile negli ultimi anni. La B è stata una cosa bella, ma ritornarci sarà impossibile, almeno nei prossimi anni!
Vivremo il bel ricordo della B, consapevoli che per la piazza Grosseto di più non si può!

Il discorso di V geni era semplice….non si tratta di crescere ed allenare giocatori che diventeranno Messi o Ronaldo ma credo che ci siano tutte le potenzialità per creare dal vivaio gente del Calibro dei vari Calderoni Padella e compagnia bella che abbiamo dovuto prendere da fuori,spendendo tanto e spesso con risultati poco buoni

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