Grosseto Calcio
Us Grosseto: mister Della Bartolomea, l’uomo chiamato Leggenda
Il nuovo allenatore dei portieri dell’Us Grosseto, Matteo Della Bartolomea, ha il difficile compito di far crescere gli estremi difensori unionisti, tutti under.
Parliamo di Raffaelli e Chilà, entrambi classe 2005, mentre in un futuro prossimo potremmo vedere allenarsi agli ordini del tecnico anche il 2007 Sclano (portiere santostefanese di proprietà del Bologna, ndr).
Un lavoro complesso e quotidiano, che l’allenatore in questione porta avanti con meticolosità, entusiasmo e tecniche innovative.
Per dirne una, Della Bartolomea utilizza perfino la realtà virtuale per allenare i propri giocatori, sia al chiuso che sul campo, un fatto non comune a questi livelli.
Di sicuro, il club biancorosso è all’avanguardia anche sotto questo punto di vista.
In ogni caso, vediamo cosa ha dichiarato l’allenatore dei portieri unionisti a Gs.
Ciao, mister. Soddisfatto del tuo primo periodo a Grosseto?
<<Ciao, Yuri. Sì, estremamente soddisfatto>>.
Che piazza è Grosseto per uno che fa il tuo lavoro?
<<Un posto ideale dove fare calcio. La società di patron Lamioni non ci fa mancare nulla. Noi dello staff tecnico viviamo tutti i giorni in piena sintonia con il direttore generale Filippo Vetrini, che non ci molla un secondo. Ci sono davvero tutte le condizioni, societarie e ambientali, per fare bene. Non è mai facile vincere un campionato, ma ti garantisco che ce la metteremo tutta, ma proprio tutta, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita, per arrivare all’obiettivo. Credimi, lavoriamo ogni giorno per questo!>>.
Ti chiamano Leggenda. Fai forse miracoli?
<<No, guarda, assolutamente no! I miracoli li ha fatti qualcuno parecchio più importante di me. Per quello che mi riguarda, mi affido al lavoro, tanto lavoro. I risultati che ottengo con i miei portieri sono solo frutto della programmazione e di un lavoro molto intenso e mirato>>.
Come è una settimana tipo per te e i tuoi portieri?
<<Il lunedì, dopo aver ricevuto il materiale video della partita giocata, faccio personalmente una serie di tagli di tutte le azioni riguardanti il mio portiere. Situazioni di gioco, reti subite, occasioni nelle quali il mio numero uno è stato chiamato in causa dai compagni, ma anche quando non è intervenuto e avrebbe dovuto farlo. Il martedì, invece, prima dell’allenamento, faccio sempre una seduta video per analizzare con tutto il gruppo portieri quella che è stata la partita della domenica appena trascorsa. Al contrario, dal mercoledì in avanti, iniziamo a lavorare in vista del match successivo. Tuttavia, credo sia importante evidenziare come tutto il nostro lavoro sia legato in primis a ciò che decide mister Bonuccelli, colui che mi ha portato per mia fortuna con sé, poi all’avversario che incontreremo la domenica. Arrivati al venerdì, io e i miei portieri cominciamo a studiare i video relativi al nuovo avversario. Ci soffermiamo nell’analisi di come ci potrebbero venire a prendere nel momento in cui rimettiamo la palla in gioco, ma in generale cerchiamo di visionare il tutto con grandissima attenzione. Dunque, un occhio attento anche su tutti i tipi di calci piazzati. Infine, il sabato invio clip video sui rigoristi e gli specialisti sui calci piazzati presenti nella squadra avversaria. In alcuni casi, proprio il sabato mattina, prima dell’allenamento di rifinitura, mi affido anche alla tecnologia>>.
A proposito di tecnologia, si dice in giro che utilizzi la realtà virtuale come ulteriore metodo di allenamento per i tuoi ragazzi. È vero?
<<Sì, te lo confermo! Vedo che sei super aggiornato. Sai, ho deciso di fare un investimento personale già ai tempi della Pianese, con la FM Automazioni, rappresentata da Carlo Manti, col quale ormai mi sento regolarmente per riscontri e aggiornamenti>>.
Di cosa si tratta di preciso?
<<Si tratta semplicemente di un applicativo che utilizzo per l’allenamento specifico del portiere, soprattutto quando prevedo un’attivazione pre-match o comunque prima di una rifinitura di avvicinamento alla partita stessa. Il portiere utilizza il visore ITB VR, collegato tramite bluetooth a un computer o a un telefono. Lo schermo mi permette di controllare e modificare in tempo reale ciò che vede il mio portiere all’interno dello stadio virtuale dov’è stato proiettato. Potrò poi analizzare con i dati del computer la velocità nel gesto, i tempi di reazione dell’atleta all’evento o alla situazione. Vengono elaborate delle situazioni di gioco che possono essere complesse oppure semplici, come quella dove il portiere deve intercettare un pallone. Questi esercizi possono essere effettuati sia al chiuso che all’aperto>>.
Puoi farci degli esempi più dettagliati?
<<Certo. Ad esempio, posso far comparire uno o più palloni all’improvviso, perfino di colori diversi, che il mio portiere, dotato anche di specifici controller alle mani, dovrà intercettare in base alle mie indicazioni. In sequenza, per aumentare le difficoltà e creare situazioni di campo, posso ideare azioni con avversari virtuali che calciano in porta, con l’audio dello stadio che si fa sempre più forte di pari passo alla pericolosità della palla in avvicinamento alla porta. In questo caso, il portiere potrà anche tuffarsi come in un normale allenamento. Ovviamente, una situazione del genere, se fatta in palestra, richiede che a terra vengano predisposti degli appositi tappetini>>.
Il Grosseto può essere considerato una società all’avanguardia per l’utilizzo della realtà virtuale?
<<Diciamo che, a livello di Serie D e forse anche rispetto ad altre categorie, il lavoro che facciamo è molto evoluto e non troppo comune, ma va “miscelato” insieme a tutto il resto>>.
Per concludere, cosa ti aspetti dai tuoi ragazzi?
<<Mi attendo che crescano attraverso il lavoro quotidiano. Francesco ed Antonio (ovvero Raffaelli e Chilà, ndr) hanno ampi margini di miglioramento. Fra deve migliorare ancora nelle “letture”, sia dal punto di vista podalico che nei tempi della difesa dello spazio. Antonio, invece, è appena arrivato e deve recuperare condizione. Una volta fatto questo, inizieremo a curare l’aspetto tecnico-tattico. Comunque, nonostante la loro “pazzia” e la loro spregiudicatezza, soprattutto per quel che riguarda Raffaelli, non dobbiamo mai dimenticarci che parliamo di due 2005. Sono i più giovani della squadra e in un ruolo delicato. Comunque, lavoreremo insieme per crescere di gruppo. Io stesso devo crescere, perché sono certo che trasmettendo l’equilibrio giusto si possano far evitare i famosi alti-bassi che un portiere, con così poca esperienza con i grandi, può normalmente avere>>.
Insomma, per i miracoli c’è tempo, ma “Leggenda” Della Bartolomea si è portato avanti col lavoro, un duro lavoro quotidiano che passa dalla cura del dettaglio.