Calcio
Dossier Gs: ecco perché i Camilli DEVONO passare la mano
di Yuri Galgani e Luca Ginanneschi
Il Grosseto attende di sapere se giocherà in Lega Pro Divisione Unica e tale certezza la otterrà solo dopo che i nuovi proprietari avranno versato la fideiussione a garanzia dell’iscrizione effettuata il 30 giugno scorso dalla famiglia Camilli. Noi, però, abbiamo provato a leggere l’intera vicenda con occhi diversi e per farlo ci siamo dovuti spogliare di qualsiasi idea precostituita. Orbene, aldilà delle dichiarazioni di facciata, che parlano del nuovo amore dei Camilli nei confronti della Viterbese e del desiderio di chiudere definitivamente col Grosseto, ci sono fatti che, vedrete, possono aver costretto la proprietà a prendere delle decisioni forzate. Infatti, a chi scrive pare davvero impossibile che le numerose e ripetute dichiarazioni d’amore e di attaccamento dell’intera famiglia Camilli verso il proprio “gioiello” siano svanite d’incanto. In particolare, proprio Piero Camilli, è sì un imprenditore, ma è anche uno che si affeziona davvero alle cose e alle persone, pertanto rimane difficile pensare che lo stesso non voglia più bene al suo amato Grifone. Dunque, perché voler lasciare la piazza grossetana per sviluppare il progetto gialloblù? Solo motivi di maggiore vicinanza a Grotte di Castro? Maggiori “promesse” ricevute dal Comune di Viterbo rispetto a quello di Grosseto? Semplice fine di un lunghissimo ciclo? Tutto può essere, ma noi pensiamo che ci siano anche e soprattutto delle spiegazioni molto più semplici e logiche, che proveremo ad evidenziarvi.
Ebbene, facciamo un piccolo passo indietro, alla stagione agonistica 2013-14, all’inizio della quale il Grosseto si è trovato ai nastri di partenza del campionato di Prima Divisione, mentre la Viterbese-Castrense in quello di Eccellenza laziale. In quel preciso momento, aiutati da una norma transitoria Noif (Norme organizzative interne federali), la famiglia Camilli, proprietaria dei predetti club, non ha avuto alcun problema, visto che c’erano tre categorie di differenza e, oltretutto, un sodalizio era tra i professionisti, mentre l’altro in un campionato dilettantistico regionale. Quest’anno, invece, complici la promozione in Serie D della Viterbese-Castrense e la cancellazione della Seconda Divisione di Lega Pro, Grosseto e gialloblù sono divisi da una sola categoria, fatto, questo, che ha obbligato e obbliga la famiglia Camilli ad operare determinate scelte. Infatti, l’inosservanza di tali obblighi perentori comporterebbe sia l’esclusione delle rispettive squadre dai vari campionati di appartenenza che la perdita dei contributi federali. Ovviamente, per non incorrere in tale situazione, la famiglia Camilli non può più avere una posizione di controllo in due o più club contemporaneamente, neppure attraverso soggetti fino al quarto grado di parentela. Oltretutto, dal momento in cui le squadre interessate vengono iscritte ai rispettivi campionati, i proprietari hanno l’obbligo di comunicare alla Figc, entro un mese, di trovarsi in una situazione contraria alle norme federali. La Figc, poi, risponde ai proprietari dando loro altri trenta giorni di tempo per uscire dalla posizione irregolare, al termine dei quali, se non è cambiato nulla, scattano le sanzioni previste. Quindi, come si può ben comprendere, la mossa del passaggio di proprietà in corso dai Camilli a nuovi soggetti, per quanto voluta, è stata sicuramente obbligata (o, se preferite, agevolata) dalle norme cui abbiamo fatto cenno e che vi riportiamo integralmente (per chi vorrà leggersele) più in basso.
Parte I Titolo II Le società articolo 16 bis Partecipazioni societarie
Art. 16 bis – Partecipazioni societarie
1.Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale.
2.Ai fini di cui al comma 1, un soggetto ha una posizione di controllo di una società o associazione sportiva quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali ovvero un’influenza dominante in ragione di partecipazioni particolarmente qualificate o di particolari vincoli contrattuali.
3.L’inosservanza del divieto di cui al comma 1 costituisce illecito e comporta su deferimento della Procura Federale, l’applicazione delle sanzioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva. L’avvio del procedimento disciplinare comporta la sospensione dei contributi federali, da revocarsi in caso di pronuncia definitiva, favorevole alle società.
Permanendo l’inosservanza del divieto di cui al comma 1 alla scadenza del termine, annualmente fissato, per la presentazione della domanda di iscrizione al campionato, le società oggetto di controllo non sono ammesse al Campionato di competenza e decadono dai contributi federali.
4. Non si dà luogo alle sanzioni di cui al comma 3, qualora il controllo derivi da successione mortis causa a titolo universale o particolare, o da altri fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati. Qualora sopravvengano, per i suddetti motivi, situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi.
Disposizioni transitorie:
A. I soggetti che, all’entrata in vigore della presente norma, si trovino in una situazione di cui al comma 2, hanno l’obbligo di darne immediata comunicazione alla FIGC e di adottare gli strumenti necessari ad assicurare il rispetto del disposto di cui al comma 1, entro i seguenti termini perentori:
– 30 giugno 2007 in ipotesi di controllo riguardante società che militano in campionati diversi e con una categoria di differenza;
– 30 giugno 2009 in ipotesi di controllo riguardante società che militano in campionati diversi e con due categorie di differenza;
– 30 giugno 2011 in ipotesi di controllo riguardante società che militano in campionati diversi e con tre categorie di differenza;
– 30 giugno 2013 in ipotesi di controllo riguardante società che militano in campionati diversi e con quattro categorie di differenza.
B. Nell’ipotesi di sopravvenuta compresenza nello stesso campionato di due o più società oggetto della comunicazione di cui alla lett. A), la FIGC assegna ai soggetti interessati un termine perentorio non superiore a 30 giorni, entro il quale dovrà darsi luogo alla cessazione della situazione di controllo. L’inosservanza delle presenti disposizioni transitorie comporta l’applicazione delle sanzioni previste dall’art. 16 bis, comma 3.
Molto chiaro. Ma era sufficiente una comunicazione in questo senso da parte della Società. Rimane comunque il fatto , se ho ben capito, che tra il Grosseto e la Viterbese è stata scelta (ed era nel suo diritto farlo) quest’ultima.
Esatto.
tutto vero galgani mi viene spontaneo un dubbio di chi si prende un club senza nessun giocatore con un settore giovanile fatto perchè la federazione ti obbliga con un pubblico oserei dire da squadre dilettantistiche con un numero di spettatori che varia dai 700 e se la squadra va bene a 1300.alcuni anni orsono ho sentito alla radio zamparini il presidente del palermo il quale rispondendo alla domanda di un ascoltatore di venezia le chiese perchè se ne era andato dalla città lagunare.zamparini le rispose che investire in una città con un pubblico scarso come a venezia lo poteva fare solo un matto come lui stesso si definì.galgani la mia paura è che uscito di scena camillli si aprà per grosseto l’addio al calcio diciamo professonistico.ti saluto
Concordo pienamente con quanto scritto da tifoso. Con l’addio del Camilli Grosseto tornerà come prima a girare x i campi dilettanti. Vista la capacità che offre la città e la sua amministrazione comunale non credo si possa aspirare a molto di più. Faccio due esempi tra tutti, forse stupidi ma che credo rispecchino la realtà da allargare nella visione più ampia. I ns amministratori si riempono la bocca annunciando lo sviluppi del cicloturismo quando per uscire da marina e andare a prendere la ciclabile x Castiglione (con manutenzione inesistente nella parte del comune di Grosseto!!) si rischia la vita! quando una città che potrebbe avere un grande sviluppo turistico realizza le strisce stradali a luglio (!) ci fa capire di cosa abbiamo di fronte! Quando il gelato latte maremma, tra l’altro buonissimo, si fa ad arezzo con tutto rispetto x arezzo, ci dovrebbe far riflettere! Quando il Camilli voleva fare il mattatoio, dando posti di lavoro e gli venne bocciato, pensavate che fosse rimasto a lungo?!? Forse il calcio rispecchia altre cose, almeno io la penso così! Comunque fino alla fine forza Grosseto! Sempre e comunque!
Comunque il gelato Maremma si fa anche a Castiglione, basta guardare l’insegna della gelateria davanti alla Terrazza. L’amministrazione comunale di Viterbo ha detto papale papale che la Viterbese pagherà fino all’ultimo centesimo stadio e servizi annessi. A me queste colpe all’amministrazione sia di Bonifazi che di Antichi mi sono sempre parse demagogiche e inveritiere. Il Comune ha speso fior di quattrini pubblici per adeguamento stadio, servizi gratuiti ed elargizioni annuali.
Fra l’altro, non mi risulta che in altre piazze, con i lumi di luna che corrono, ci siano queste elargizioni alle squadre di calcio.
Che poi avrebbero diritto tutte le espressioni sportive, in particolare quelle dilettantistiche pure.
Io penso poi che l’ottimismo in Maremma è una vera merce rara e lamentarsi di tutto è lo sport preferito in questa terra baciata da Dio. Ma davvero pensate che dalle altre parti siano rose e fiori! Non capisco perche il Grosseto, se davvero questi pugliesi sono decisi e forti economicamente, dovrebbe tornare fra i dilettanti.
Io a questa soluzione ci credo. Che venga da fuori Grosseto non mi cambia minimamente l’umore, anzi…
secondo il mio parere piero si e’ annoiato del grosseto, visto che non vince piu’, lui e’ abituato a stare in alto, e questo succedera’ anche a viterbo quando fara’ categorie superiori., e non parlate dei camilli al plurale, il comandante e’ uno solo PIERO, sia a grosseto, che a viterbo.tutto il resto sono chiacchiere da bar.
Ciao Yuri. Mi complimento con te e soprattutto con Luca Ginanneschi che, peraltro, non conosco personalmente, per l’intervento pacato ed elegante sulla “famosa lettera” del Comitato Amici del Grosseto anno zero 2014 che a posteriori credo sia riconosciuta come qualche cosa di poditivo…
Anche questa tua nota è da considerare positiva, ma per i tifosi dell’Entella! …E SE LA NOTIZIA E’ VERA DELL’INTERESSAMENTO DELL’ENTELLA CHIAVARI A BIRAGHI….BENE BIRAGHI VACCI……ANCHE A PIEDI…ALTRO STILE ALTRO AMBIENTE E…SERIE “B”……..TE LO DICE CHI CONOSCE QUELL’AMBIENTE E QUELLA SQUADRA E QUEL PRESIDENTE….ALTRA ROBA…TE LO ASSICURO….RIFERIRE CHI MEGLIO DI ME CONOSCE IL GIOCATORE!!!!!!!!!!!!!!!!
Concordo pienamente con la disamina di Yuri e con il prosieguo d iMichele. La realtà e molto più semplice e con il senno del poi ci si rende conto della pochezza di quest uomo che ha cavalcato l’onda spinta dal vento dei suoi soldi, ma quando era necessario raddrizzare la barca non essendo un uomo di calcio , ha perso la bussola completamente. Mai nessuna programmazione, 5 allenatori a stagione, ds a catena, investimenti zero, settore giovanile a pagamento, e chi più ne ha…
Dicono che Camilli abbia fatto portare via anche divise e palloni se fosse vero, chiude veramente male
Nel tirreno oggi c’è un articolo che smentisce tutto. A chi dobbiamo credere? 3
smentisce cosa? la norma federale??
Credi a chi vuoi, ma i fatti diranno come stanno le cose.
Dice che ci vuole i suoi tempi.speriamo di non andare fuori tempo.Siamo gia a martedi 8 luglio e ancora non c’è niente di concreto.Avesse mai detto la verità al Tirreno e la Nazione?
Vedremo quel che accadrà.
Yuri, ma se la Viterbense per caso retrocedesse in Eccellenza e noi si rimanesse in Lega Pro, che farebbero i Camilli, si risposterebbero tutti nuovamente a Grosseto? 🙂