
Calcio
Robbiati: volevo lasciare un ricordo migliore in Maremma

Anselmo “Spadino” Robbiati (1970) è uno dei calciatori più amati dai tifosi della Fiorentina, ma è da molto tempo un amico della Maremma e nel 2003 ha indossato per un breve periodo la maglia unionista. Lo abbiamo avvicinato per una chiacchierata sulla sua lunga carriera di calciatore.
– Hai esordito con la maglia del Monza. In quella squadra militavano giocatori interessanti come Braglia, Ganz, Casiraghi, Zanoncelli e Stroppa oltre a te. Come ricordi quei tuoi primi anni?
Ricordo con grande soddisfazione i miei esordi: ero agli inizi e avevo grandi motivazioni. Il Monza mi ha fatto crescere nel settore giovanile e mi ha dato la possibilità di esordire in prima squadra, perciò sono molto riconoscente a questa società.
– Una menzione speciale va, senza dubbio, al capitano monzese Fulvio Saini.
A Monza tuti mi davano consigli importanti, ma più di ogno altro c’era Saini a darmene. E’ stato un esempio di professionalità per tutti i giovani del Monza, una bandiera.
– Da Monza sei passato alla Fiorentina. Nei tuoi Sei anni con la maglia viola sei entrato nei cuori dei tifosi che ti ricordano ancora con grande affetto. Hai qualche aneddoto curioso o divertente da raccontare di quel periodo?
A Firenze ho vissuto Sei anni bellissimi e pieni di soddisfazioni e mi volevano tutti bene, soprattutto il presidente Vittorio Cecchi Gori. Mi ricordo un episodio: alla fine del primo tempo di una partita contro il Parma stavamo perdendo ed io ero in panchina, Vittorio scese negli spogliatoi e si mise a litigare con l’allenatore perchè mi doveva mettere in campo. C’era un grande imbarazzo nello spogliatoio, ma per fortuna andò tutto bene.
– 22 Febbraio 1998, Fiorentina-Juventus. Nel secondo tempo subentri ad Oliveira e metti a segno un goal memorabile.
Quel goal lo ricordo con grande emozione, perché un goal fatto alla Juve con la maglia viola ha un valore ancora più importante…
– In quel periodo hai avuto al tuo fianco grandissimi campioni, cosa hai appreso da ognuno di loro?
I campioni ti insegnano che per diventare grandi devi lavorare tutti i giorni sui particolari. Devi concentrarti sui pregi, ma sopratutto sui difetti che ognuno di noi ha.
– Quale è stato il tuo compagno di reparto con cui ti sei trovato meglio nel corso della tua carriera?
Sicuramente un grandissimo come Batistuta! Era uno che sapeva muoversi come pochi altri e ti metteva in condizioni di rendere al meglio.
– Come descriveresti il brasiliano Edmundo?
Anche Edmundo era un campione tecnicamente fortissimo, ma aveva un carattere molto difficile da gestire.
– Nel 1999 sei passato al Napoli in serie B, poi all’Inter ed al Perugia e di nuovo alla Fiorentina prima di scendere ancora tra i cadetti con l’Ancona. Che sensazioni provi a ripensare a quel periodo della tua carriera?
Quella è stata una fase un po’ travagliata fatta di continui spostamenti ed un rendimento discontinuo. Non è stato un bel periodo per me, però a Napoli ed Ancona abbiamo avuto Due grandi risultati di squadra con Due promozioni in Serie A.
– Nel 2003 sei arrivato a Grosseto.
Fu Camilli a contattarmi ed a portarmi a Grosseto. Dopo un inizio un po’ difficile, i rapporti con lui si sono incrinati e sono andato via con grande dispiacere. Volevo lasciare un ricordo migliore in Maremma.
– Recentemente ti abbiamo visto di nuovo in biancorosso in occasione della partita per Guglielmo. Che effetto ti ha fatto rivestire per una sera la maglia unionista?
Ritornare a indossare qualsiasi maglia delle squadre in cui ho giocato è sempre una forte emozione, poi farlo per uno scopo come quello per Guglielmo ha dato ancora più importanza all’evento.
– Da molto tempo frequenti le nostre zone.
E’ dal 1995 che vengo in Maremma per le vacanze e mi piace sempre più: ci sono bellissimi luoghi e si mangia molto bene. Colgo l’ccasione per rivolgere un saluto tutti i tifosi biancorossi ed auguro al Grosseto di ritornare presto in Serie B.
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