Grosseto Calcio
Gs ricorda il grande bomber biancorosso Fabrizio Bartolini tramite lo scritto di Yuri Galgani
Domani, 6 novembre, saranno 30 anni esatti da quando ci ha lasciati Fabrizio Bartolini, autore di 128 gol in 169 presenze in biancorosso. Ieri, l’Us Grosseto ha voluto rendere omaggio al più prolifico bomber unionista di sempre, mentre oggi, anche il nostro vicedirettore, Yuri Galgani, autore di tutte le biografie presenti nel libro Cento passi nella storia (libro scritto nel 2012 in occasione dei cento anni del Grifone insieme a Maurizio Caldarelli, Arturo Bernardini, Antonio Fiorini e Carlo Vellutini), ha deciso di riproporre integralmente l’inserto riguardante proprio Bartolini.
Fabrizio Bartolini, il bomber
(di Yuri Galgani, tratto dal libro Cento passi nella storia – un secolo di calcio a Grosseto, pag. 69 – Galgani, Bernardini, Caldarelli, Fiorini, Vellutini – progetto grafico e stampa Semar – Grosseto, maggio 2012)
Bartolini è il re dei bomber unionisti dall’alto delle sue 128 reti in 169 presenze. Nessuno ha saputo fare meglio di lui in maglia biancorossa e, non a caso, chi ha potuto vederlo in azione racconta di un giocatore formidabile, almeno a livello di Serie C. Cita, così come chiamato dagli amici per la sua andatura scimmiesca, nasce ad Orbetello il 18 maggio 1924. L’esordio con il Grifone è fantastico: doppietta nel 4 a 1 casalingo al Piombino del 27 ottobre 1946. Da lì in avanti, Fabrizio non si ferma più. Infatti, se il Grosseto vince lo storico campionato di C del 1946-47 è grazie anche a Bartolini, che segna qualcosa come 36 gol (record assoluto stagionale per un attaccante unionista) in 31* incontri. Diventa, così, il giocatore rivelazione nonché il cannoniere di tutti i gironi di Serie C della Toscana. Quel Grosseto, che perde la B per un soffio, segna 100 reti e Cita diventa l’incubo delle difese avversarie. Da attaccante purosangue, tutto scatti brucianti, finte, dribbling e tiri impossibili, Bartolini si ripete anche nella stagione successiva, nella quale segna altre 25 reti in 31 match. Eguaglia, poi, il suo stesso record nel 1948-49, con altri 36 gol, ma stavolta in 36 incontri. Insomma, nelle prime tre stagioni in biancorosso, l’attaccante realizza 97 gol in 92* presenze e si merita la chiamata nel Livorno (in Serie B) insieme ai compagni Fommei II e Benini. Nelle stagioni successive, tutte in B, oltre alla maglia amaranto, veste quelle del Catania e del Modena, prima di scendere in IV Serie, nel 1954-55, per giocare nel Foggia. Il ritorno in Maremma avviene nel 1956-57, quando, ormai trentaduenne, Bartolini è agli sgoccioli della carriera. Il campionato è quello di Promozione regionale e il Grosseto si fa bruciare sul filo di lana, proprio nell’ultimo incontro di campionato, dal Pisa, che vince la partita e scavalca i biancorossi. Il vecchio attaccante offre lo stesso un buon rendimento, poiché realizza 19 gol in 26 presenze. Il Grifone, poi, grazie al ripescaggio, nel 1957-58 è in IV Serie II Serie (così chiamata dopo lo sdoppiamento della IV Serie in due livelli, ndr), ma Bartolini è meno brillante del solito è mette a segno appena 8 reti in 22 presenze. Infine, nel 1958-59, con la IV Serie nuovamente su un unico livello, l’apporto dell’attaccante è minimo: 4 gol in 23 incontri. Insomma, la seconda parte di Cita col Grosseto è molto diversa dalla prima, visto che i gol questa volta sono soltanto, si fa per dire, 31 in 71 presenze. L’unico rammarico, dunque, è quello di non aver potuto vedere Bartolini calcare i campi di Serie A, soprattutto sapendo del suo trasferimento al Milan saltato a cose già fatte, una soddisfazione che il grande bomber unionista avrebbe sicuramente meritato.
*Conteggiata anche la presenza nella partita Colligiana-Grosseto 0-2 del 5 gennaio 1947. Tale match è stato successivamente annullato per l’esclusione del club valdelsano dal campionato.
FONTI
Amarcord biancorosso: Fausto Perfetti racconta ottanta anni di storia biancorossa – intervista di Yuri Galgani per Biancorossi.it, 2 marzo 2010.
Ritratti – Fabrizio Bartolini, Il Grosseto fa 90 di Carlo Fontanelli e Iano Caporali, Geo Edizioni, pag. 118.