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Calcio

“E chi se li scorda!”: Luigi Cappanera: “Seguo sempre il Grosseto, dove ho lasciato il cuore…”

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Grosseto – Parlare con determinate persone, al di là di una semplice chiacchierata, è un “ritorno al passato”, ma sempre presente nel cuore e nella mente dei tifosi del Grosseto. Gli anni settanta per il Grifone sono stati anni ricchi di soddisfazioni e ricche di personaggi che in maremma hanno lasciato il cuore e sono rimasti nel cuore dei tifosi.
Uno di questi è Luigi Cappanera nato a Genova classe 1947 nato e cresciuto con i colori della Sampdoria sulla pelle; dagli Allievi, Primavera, De Martino fino ad approdare in prima squadra. Nonostante fosse stato riconfermato dall’allora allenatore Heriberto Herrera, dopo la sua sostituzione in panchina, viene ceduto in comproprietà al Savona dove però si infortuna, ritorno alla Sampdoria che lo gira allo Spezia per un anno. Nel 1973 il Grosseto propone alla Sampdoria l’acquisto del centrocampista e arriva ad indossare la maglia biancorossa della squadra guidata quell’anno da Graziano Landoni e rimanere anche l’anno seguente con la guida di Bassi.
Luigi, come è stato il passaggio da una città come Genova ad una cittadina come Grosseto?
<<Non me l’aspettavo un ambiente così; sia io che mia moglie da subito ci siamo ambientati benissimo, sia come città ma principalmente per l’accoglienza ed ospitalità della gente maremmana.
Ho vissuto a Grosseto ed il secondo anno a Marina…Te pensa che io e mia moglie Sandra il secondo anno avevamo già scelto la casa da acquistare nella zona del Tribunale>>.
Ma nel 1975 vieni ceduto al Pisa: una tua scelta?
<<Assolutamente no. Nonostante il trattamento economico che a Pisa era superiore, mi trovavo bene , anzi, ci trovavamo bene io e mia moglie. Mi ricordo l’affetto dei tifosi…mi ricordo c’erano due club, il club Monterosa e il club Anno zero. La domenica facevano le pagelle , come voi, ed il migliore in campo aveva un premio…. lo vincevamo sempre io e Di Prete (ridendo ndr). Lo offriva, se non ricordo male il nome, la Mabro e andavamo nella fabbrica sulla strada che porta a Roselle a ritirarlo. Che tempi! Quell’anno per motivi economici ci vendettero io, Schiaretta e Piccoli ( si parlava di centoventi milioni di lire ndr) al Pisa credo per risanare il bilancio societario. Arrivai a Pisa dove trovai un altro vostro idolo, Giorgio Barbana, e l’anno seguente arrivò anche Claudio di Prete…Ah e poi anche Zanotti>>.
Per assurdo avevano ricostruito a Pisa un Grosseto 2…
<<Eh sì, ma a parte il discorso economico, a Pisa non mi sono trovato bene; l’ambiente non era come a Grosseto in tutti i sensi. Sia la società che la tifoseria pretendevano di dominare un campionato molto difficile>>.
E poi, uno come te certamente non lascia l’ambiente calcistico: torni in Liguria e diventi allenatore.

Lasciato il Pisa un presidente di società mi propose un lavoro ed andai ad allenare il Pontededecimo in serie D. Rimasi per cinque anni e poi nel mondo del calcio continuai come allenatore tra i dilettanti: principalmente in Eccellenza e Promozione con Sant’Olcese Sampierdarenese, Genoa Club Mignanego, Molassana e Casellese. Poi sono tornato a casa, in area Sampdoria, con i ragazzini del Club Erg asd.”

Per chiudere una chiacchierata che non vorrei finisse mai…Una parola ai grossetani?
<<A parte che seguo tuttora, anche da Genova, il Grosseto. Voglio innanzitutto fare gli auguri alla squadra biancorossa di risalire di categoria come si merita e gli compete, un augurio al presidente Lamioni ed un grande in bocca al lupo a mister Consonni…lui finita la carriera da calciatore è rimasto a Grosseto…Chissà se non mi avessero venduto 50 anni fa al Pisa…Forse sarei sempre Grosseto e sicuramente a tifare allo Zecchini>>.
Che altro dire di un personaggio come Luigi Cappanera se non grazie: i grossetani non si dimenticheranno di te!

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Lo ricordo bene, ero un ragazzino ma già seguivo alla grande il Grifone. Un ottimo centrocampista che in serie C era sicuramente sottodimensionato, insieme ad elementi come Noletti, Tendi, Piccoli, Di Prete, lo stesso Marini e in porta, se non sbaglio, Tani…una squadra che per livello tecnico oggi potrebbe giocare come minimo in B. Gran bei ricordi di gioventù!

anche io me li ricordo bene, anche io ero un ragazzino, erano altri tempi, era un altro calcio proprio perchè erano diversi gli interpreti

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