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Calcio

Claudio “Trottolino” Di Prete si racconta a Grossetosport

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Grosseto – Us Grosseto, primi anni ’70 del secolo scorso, per molti “preistoria”. Erano gli anni dell’austerity, tutti in bicicletta, erano gli anni del Comunale (non ancora Zecchini) dove il tifo non era in curva, ma in gradinata, quella del “semaio” Orazio e del suo <<Me ne vado. Vado via?>>.
1973, anno della Serie C.
A parlarne con noi un personaggio adottato dai tifosi grossetani, un allora ventenne che con il suo gioco, la sua tecnica ed il suo carattere è rimasto nel cuore tutti: Claudio “Trottolino” Di Prete.
Ciao Claudio da Grosseto Sport e dai tifosi maremmani. Che ricordi hai di ormai 51 anni fa?
<<È un ricordo che rimarrà sempre con me, per tanti motivi. Mi vide giocare nel Poggibonsi, come avversario, Graziano Landoni, che l’ anno dopo (non più giocatore, ma allenatore, ndr) mi volle a Grosseto. Allora ero di proprietà della Fiorentina e il Grosseto concluse il mio passaggio in prestito per un anno in maglia biancorossa. Il mio primo ricordo è quello del ritiro precampionato a Castel del Piano, l’accoglienza di tutti i giocatori e in particolare rammento quella riservatami da Ciacci e Marini. Era il mio esordio come professionista e mi trovavo accanto fior fiore di giocatori: Cappanera, Piccoli, Noletti, Zanotti e Marchetti oltre ai “vecchi” Ciacci, Morandi, capitan Carpenetti, Angelini e Grilli.
Mi ricordo che fu anche l’anno d’esordio di Piero Brezzi, di Pippo Arcoria e di Montanari. Era uno squadrone!
E ripensandoci, con il tempo, se avessimo ancora avuto Barbara con noi, avremmo fatto molto di più! Le mie partite di esordio in Coppa Italia furono per me esaltanti, come giocare contro il Pisa di Tardelli in campo.
Ricordo il mio primo gol. Giocavamo a Piombino per la squalifica del nostro campo contro la “corazzata” Cremonese nella quale militavano tra gli altri Mondonico e Novellino; 4.000 spettatori e vincemmo 5 a 1 sbagliando anche due rigori! Quell’anno realizzai 15 gol, ma io volevo giocare per la squadra, l’importante era che vincesse il Grosseto. Voglio ripetermi, quello che ricordo è la meravigliosa accoglienza dei tifosi, della dirigenza e soprattutto dei miei compagni! E vorrei ricordare un personaggio a me particolarmente caro, del quale avevo sentito parlare e che ho avuto la fortuna di averlo come compagno qualche tempo dopo: Giorgio Barbara. Grande giocatore, grande cuore, grande uomo e grande amico>>.
È un fiume in piena Claudio, si percepisce che le cose che dice le “sente” nel cuore.
Avventura a Grosseto durata solo un anno, ma intenso.
<<Sì, a fine campionato il presidente (Mario Ferri, ndr) e la società mi riscattarono dalla Fiorentina per 60.000.000 di lire.
Sapevo che c’erano diverse richieste anche da società di serie A (si vociferava anche dell’interessamento della Juventus), ma la spuntò l’Arezzo del nuovo allenatore Landoni (trasferitosi dal Grosseto) per 150.000.000 di lire. A 21 anni non ancora compiuti avevo già raggiunto la Serie B.
Permettimi un’ultima cosa: ho avuto in questi anni dalla vostra città e dai tifosi biancorossi tantissimi attestati di stima.
Vi ringrazio e vi assicuro che un pezzo di cuore di Claudio è rimasto in Maremma!>>.
Grazie da parte di Grosseto Sport e da tutti i tifosi unionisti, caro “Trottolino maremmano”.
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