Calcio
Editoriale – Per società e presidenti la mancanza di dirigenti, responsabilità e risorse economiche sono un mix letale
Grosseto – In questa settimana abbiamo assistito alle dimissioni di due presidenti di due squadre che comunque hanno fatto molto bene in questa stagione: Pietro Pazzini del Caldana e Leonardo Toninelli della Virtus Amiata.
Motivazioni completamente diverse, ma che devono far riflettere e prendere le dovute precauzioni se si vuole che il calcio dilettantistico non sparisca nei piccoli centri.
In genere il massimo dirigente è colui che mette risorse economiche che diventano fondamentali se non si ha una sagra. Su di lui gravitano tutte le responsabilità civili e penali della società, oltre naturalmente a tutti gli adempimenti fiscali.
Ed in tanti piccoli paesi, se da una parte c’è stato il ritorno del pubblico sugli spalti, resta la grave carenza del numero di dirigenti a sostegno della squadra.
Insomma per farla breve il presidente è colui che mette i soldi, si carica del lavoro, si prende le responsabilità e se la stagione non va bene su di lui piovono anche le critiche.
Chi di voi si prenderebbe questa “bega” se non coadiuvato e supportato da abili dirigenti che non sono solo sulla carta, ma che siano operativi? Chi vi voi toglierebbe spazio e tempo ai cari ed ai familiari per correre ogni volta ci sono cinque minuti liberi al campo sportivo?
E con la nuova riforma dello sport gli adempimenti sono anche aumentati ed alla fine un ottimo ragioniere o commercialista è sempre ben accetto.
Per farla breve tra qualche anno potremmo trovare annunci del genere: AAA cercasi presidente di società di calcio…