Grosseto Calcio
Us Grosseto, il punto dopo la 19ª giornata. Ennesimo pareggio (con errori arbitrali)
Il derby toscano tra Us Grosseto e Us Livorno, match clou della 19ª giornata del girone E di Serie, è terminato 1 a 1. Un incontro dove ci sono state poche occasioni e nel quale i labronici sono stati bravi a passare in vantaggio sfruttando un errato posizionamento difensivo maremmano. I biancorossi, però, hanno reagito prontamente e hanno trovato il meritato pareggio nel recupero del primo tempo. Nella ripresa, invece, gol regolare maremmano annullato a Cretella e in sala stampa le recriminazioni di mister Bonuccelli e del dg biancorosso Vetrini anche per altri errori arbitrali.
COSA FUNZIONA La capacità di reazione, un qualcosa che una squadra ha o meno nel proprio. Il Grifone, anche ieri, tranne che col S. Donato Tavarnelle, ha saputo recuperare lo svantaggio e ha addirittura ribaltato il risultato con lo splendido gol di capitan Cretella su assist di Bensaja. Tuttavia, il direttore di gara, indotto in errore dal secondo assistente (mal posizionato), ha vanificato tutto. Chissà a quale partita avremmo assistito col Grosseto sul 2 a 1 fin dal 1′ del secondo tempo… In ogni caso, molto positive le prove fornite da alcuni singoli, tra i quali proprio Cretella e Bensaja, ma anche Aprili, Macchi e Riccobono.
COSA NON FUNZIONA Gli unionisti soffrono di due mali curabili: “pareggite acuta” e “sterilità offensiva”. Nel primo caso, parliamo di ben 10 pareggi in 19 partite, davvero troppi per chi punta a vincere il campionato. Al momento, nessun’altra formazione del girone E ha pareggiato quanto quella grossetana. Il paradosso è che Pianese e Grosseto, con 1 match perso a testa sono le squadre meno battute, ma gli amiatini sono primi con 40 punti, grazie a 11 vittorie e 7 pareggi, mentre i ragazzi di mister Bonuccelli hanno vinto solo 8 volte. Questo spiega la differenza di classifica tra le due squadre e relega il Grifone a 34 punti insieme al Tau (sconfitto 3 volte), mentre il Livorno (che ha perso 4 volte) e il Ghiviborgo (ben 6 sconfitte) sono a quota 33. Ci sono, poi, problemi di qualità del gioco, ma ancora di più di gol segnati. I biancorossi ne hanno realizzati solo 26 e sono appena il sesto miglior attacco del girone E. In compenso, da ieri gli unionisti, con 13 reti subite, possono vantare la migliore difesa. La verità, però, è che il gol preso nella prima vera azione ospite, era assolutamente evitabile come altri incassati in occasioni precedenti, nelle quali i maremmani hanno perso punti pesantissimi.
COSA DOBBIAMO ASPETTARCI Domenica ci sarà un altro incontro di alta classifica contro il Seravezza, seconda forza del campionato. I versiliesi, superati in rimonta all’andata, sono un complesso solido e temibile, anche se ieri sono stati battuti 1 a 0 dall’ostico San Donato Tavarnelle. Inutile sottolineare come il Grifone debba puntare a espugnare il “Buon Riposo” per riprendere la marcia dopo ben 3 pareggi consecutivi e appena 6 punti nelle ultime 4 partite. Troppo pochi per chi è stato costruito per vincere. Urge una reazione concreta. I tifosi unionisti, ne siamo certi, faranno la loro parte, ma il resto, quello più importante e difficile, lo dovranno compiere tecnico e squadra.
Il fatto che il Grosseto sia la compagine con meno sconfitte e con la migliore difesa del campionato innegabilmente testimonia che la squadra qualcosa vale e che possiede un’indubbia solidità, purtroppo però l’esorbitatante quantità di pareggi sta compromettendo l’esito di una stagione che in partenza, a ragione, la vedeva tra le favorite, forse addirittura la n°1 tra le aspiranti al passaggio di categoria. Da quando la vittoria comporta i 3 punti, il pareggio è quasi sempre un “mezza sconfitta” e comunque rappresenta una battuta d’arresto che, ripetendosi troppo spesso, preclude il primato. Personalmente non ho più fiducia, 6 punti da recuperare sono una voragine difficilissima da colmare per chi segna col contagocce e ha difficoltà ad imporre il proprio gioco e la propria personalità anche contro avversari modesti. Ad ogni turno si spera di assistere ad una svolta perentoria delle prestazioni, ma questa svolta non arriva mai.