Calcio
Editoriale – Il calcio italiano deve ripartire dalla rifondazione dei centri tecnici federali
Grosseto – Il calcio italiano è tornato nuovamente nell’oblio dopo la parentesi assai felice dell’Europeo.
L’eliminazione subita contro la Macedonia del Nord fa ancora più male di quella che avvenne nel 2017 a Milano contro la Svezia.
Questo porterà a forti ricadute negative su tutto il sistema a partire dalle scuole calcio e dal settore giovanile. Se la vittoria a livello continentale di luglio ha portato ad un’impennata di nuove iscrizioni, questa eliminazione avrà sicuramente l’effetto contrario.
Proprio nel 2017 dopo quel fallimento (eliminazione ad opera della Svezia) la Figc mise in campo alcune misure che potessero rilanciare il mondo del pallone italico con un progetto basato sui giovani a largo respiro.
Quel progetto mise le basi nei centri tecnici federali che avevamo due principali obiettivi di avere la valorizzazione e la formazione tecnico-sportiva-educativa
- delle figure che sul territorio lavorano a vario livello nell’ambito dell’attività giovanile da impiegare poi negli staff Pst
- dei giovani calciatori e calciatrici appartenenti alle categorie U13 e U14 maschile e U15 femminile.
Ad oggi però possiamo dire che questo obiettivo non è che è naufragato, ma deve essere rivisto in maniera profonda.
In che modo? Sempre valorizzare i giovani, ma quelli più bravi che devono essere individuati dai mister che fanno parte del centro tecnico federale attraverso la visione di molte partite dei campionati giovanili provinciali e regionali.
I calciatori individuati dovrebbero essere chiamati per allenamenti settimanali (proprio all’interno delle struttura federale) per verificarne la crescita e migliorare le loro capacità.
Solo così si potrà avere una nuova “covata” di Totti, Del Piero, Baggio. Giocatori che da anni purtroppo non si vedono più nel nostro panorama calcistico.
Secondo passo fondamentale è l’introduzione del limite massimo di stranieri nelle squadre del settore giovanile.
È infatti impensabile di avere il 60%-70% di rose costruite con giocatori non italiani.
Il percorso sicuramente non sarà breve e facile, ma con dei principi ben determinati allora si potrà porre rimedio in un panorama calcistico al momento disastrato.
In Italia siamo sempre a discutere di problemi e riforme. Siamo la nazione che ha fatto più riforme in tutti i campi come nella scuola. E che risultati abbiamo avuto. Ragazzi ignoranti e maleducati perché sempre più confusi. Come nel calcio. Parlano di riforme ecc. Basterebbe avere più fiducia nei giovani e darli la possibilità di essere messi alla prova nei posti di maggiore responsabilità come nel calcio dove per giocare devi essere vecchio. Nelle altre realtà dove ci sono lo stesso tanti stranieri i giovanissimi trovano spazio nelle serie maggiori e nelle società come real Madrid Barcellona bauern manchester ecc ecc. In Italia non si ha fiducia nei giovanissimi. Abbiamo visto nella Roma dove mourinio ha fatto debuttare quei giovani bravissimi, ma solo perché aveva tanti infortunati. Ma lo sapete voi quanti calciatori italiani delle primavere abbandonano il calcio ogni anno. Fatevi un giro di consultazioni e lo capirete.