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Calcio

Cristian Burioni, l’uomo dei 200 gol: “Dove sono andato ho sempre dato il massimo”

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Grosseto – Quando si hanno nel sangue, i gol sono senza tempo. Colpo di testa all’angolino, decisivo nel successo del Campagnatico contro la Maglianese, per continuare a sognare il titolo in Seconda categoria. Segnare 200 gol non è per tutti. Segnare 200 gol è per pochi e tra quei pochi, da domenica, c’è Cristian Burioni.

Grossetano, quarant’anni, 23 dei quali spesi sui campi dell’intera Maremma a spaventare difese avversarie tra la Promozione e la Terza categoria, ma anche a lasciare  un pezzo di cuore in tutti gli spogliatoi che ha frequentato: Arcille, Follonica, Montepescali, Sauro, Caldana, Braccagni, Sassorocca, Aegilium, Ribolla, Cinigiano, ancora Caldana, Atletico Grosseto e Campagnatico.
No, non c’è una squadra che mi ha dato di più delle altre – racconta – ovunque sia andato ho sempre cercato di dare il massimo e questo evidentemente è stato apprezzato perché dappertutto ho ricevuto in cambio affetto e stima.  Come non c’è un allenatore che voglio ricordare, perché farei un torto a tanti altri. Tutti mi hanno dato qualcosa, tutti mi hanno reso un calciatore e soprattutto una persona migliore“.

C’è almeno una squadra che deve ringraziare più delle altre?
“Probabilmente il Campagnatico. La società che mi ha cercato quando avevo deciso di smettere, che mi ha convinto a ripensarci e che mi ha permesso di raggiungere questo traguardo così importante, permettendomi di segnare i dieci gol che mi mancavano nonostante tutte le difficoltà che ci sono state con il Covid in questi anni”.
Duecento gol. Qual è il più bello?
“Amo i gol in rovesciata, ne avrò segnati una ventina. Il più bello è stato quello segnato con la maglia dell’Aegilium contro il Ribolla, nella stagione 2010/2011”.
E il più importante?
“Finale di Coppa di Terza categoria 2018-2019, il gol che ha deciso la finale. Mio zio ci aveva appena lasciato, un gol segnato con lui nel cuore. E’ stato esattamente tre anni fa”.

Cristian Burioni è uno dei più conosciuti calciatori dilettantistici della Maremma. Ma chi è fuori dal campo?
“Un uomo di 40 anni che è felice della sua vita. Ho una famiglia bellissima, un lavoro nel Top Food Maremma da condividere con persone con stimo, amici che mi sono vicini”.
Quanto conta il calcio nella sua vita?
“Tantissimo. E’ l’amore di una vita. Ho sempre giocato a pallone e sono super tifoso del Milan”.
I 200 gol erano il suo obiettivo, ciò che l’ha spinta a tornare in campo. E adesso cosa farà?
“Arriviamo in fondo alla stagione, chiudiamola al meglio con il mio Campagnatico. Poi si vedrà”.
A chi dedica questo risultato?
“A tante persone. Ma senza nulla togliere alle altre metto in cima alla lista mia moglie Veronica, che mi è sempre stata vicino, costretta anche a sacrificarsi per i miei allenamenti e le mie partite, soprattutto da quando siamo diventati genitori. E mio padre Paolo, che mi ha seguito fin da bambino e che ancora oggi la domenica è alle mie partite”.

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