Grosseto Calcio
Us Grosseto, il punto dopo la 15ª giornata
Ieri sera è andata in archivio anche la 15ª giornata del girone B di Serie C nella quale il Grosseto è stato sconfitto 1 a 2 dal Montevarchi.
COSA FUNZIONA
In un derby dal significato importante in chiave salvezza (dal quale il Grifone è uscito battuto in modo netto), l’unica nota positiva resta il tentativo di reazione nella ripresa, con gran parte dei cambi effettuati. Da salutare positivamente anche il gol di Moscati (primo centro stagionale in campionato), ma è comunque una magra soddisfazione per tutti.
COSA NON FUNZIONA
Il Grosseto ieri ha toccato il fondo. Sconfitta in uno scontro diretto, per di più in casa e ultimo posto in classifica, in coabitazione con la Viterbese, vittoriosa al Rocchi contro il Gubbio. Un vero e proprio incubo dal quale nessuno riesce a far risvegliare la squadra di Magrini. Terza sconfitta consecutiva (quarta nelle ultime cinque), peggior attacco di tutto il panorama professionistico italiano con appena 7 gol in 15 giornate, gioco assente, fiducia in se stessi azzerata, alcuni acquisti rivelatisi inadatti, società che non dà segnali forti, tecnico che non si presenta in sala stampa, ds (apparentemente) ai margini, insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un disastro anticipato. Nonostante ciò, la stragrande maggioranza dei tifosi unionisti continua a sostenere calorosamente la squadra e a sperare in un improvviso cambio di rotta in grado di sovvertire le cose.
COSA ASPETTARCI
Partiamo col dire che la famiglia Ceri non si è mai trovata in una situazione del genere. Mario e Simone, zio e nipote, presidente e vicepresidente unionisti, hanno recitato sempre, solo e soltanto un ruolo vincente, prima con l’Ac Roselle, poi col Grosseto. Lo scorso anno, in più occasioni, avrebbero potuto passare la mano, ma per vari motivi hanno preferito proseguire. Non hanno mai promesso la luna e hanno sempre evidenziato la ristrettezza del bilancio. La conseguenza è stata una campagna acquisti volta a far rinnovare lo zoccolo duro e a puntare su giovani bravi. Per tale motivo è stato chiamato un ds di esperienza come Giammarioli, il quale ha portato giovani sulla carta molto interessanti. Purtroppo, però, a parte Siniega (protagonista assoluto), Semeraro e Salvi (che ha fatto vedere cose egregie), gli altri giovani non sono riusciti e non riescono a ritagliarsi uno spazio importante in questo Grosseto. Ghisolfi e Artioli, su tutti, sono l’emblema di quanto detto. I due under più pregiati, giunti in Maremma con grandi aspettative, non trovano il modo di emergere. Aggiungiamoci un attaccante come Dell’Agnello che, infortuni a parte, non ha ancora segnato e un De Silvestro, preso per fare la differenza, ancora non in grado di incidere. Ecco, tutto ciò disegna una situazione assolutamente negativa. Adesso, poi, che mancano solo quattro giornate al termine del girone di andata, sarebbe fondamentale riuscire a mantenere vivo il contatto con chi precede i biancorossi in classifica, così da consentire adeguati correttivi a gennaio. La società, però, dovrà essere la prima a credere in questa difficilissima salvezza e, se lo riterrà necessario, avrà la possibilità di fare scelte dolorose dando un segnale forte a tutto l’ambiente. D’altronde, il Grosseto non è il Real Madrid e la proprietà non ha quelle risorse economiche per far sognare i propri tifosi, pertanto un’eventuale retrocessione (pur dispiacendo terribilmente) dovrebbe essere accettata. Inaccettabile, però, sarebbe scendere in D dopo appena due stagioni tra i pro senza aver tentato di tutto per il mantenimento della categoria. Ecco perché è fondamentale che, ora più che mai, la proprietà ci metta la faccia, così come ce la mettano mister e ds. La tifoseria biancorossa è paziente, generosa e comprensiva, ma è doveroso che ognuno si assuma sempre le proprie responsabilità. Insomma, onori e oneri.
È fin troppo evidente che la squadra stia marciando speditamente verso la serie D e che di questo passo tale esito sia assolutamente inevitabile, bisognerebbe solo capire se la proprietà sia ormai rassegnata a ciò o se in qualche modo pensi ancora di poter raddrizzare una situazione che di settimana in settimana diviene sempre più critica. Certo è che questa inerzia e questo silenzio assordante appaiono drammaticamente eloquenti.
Siamo d’accordo sul fatto che la società ci metta la faccia e soprattutto che faccia chiarezza sul futuro che ci attende.
Una cosa è assodata: la retrocessione non è mai accettabile, nel senso che io non ho mai e dico mai sentito parlare in nessuna piazza calcistica di accettare un’eventuale retrocessione, come se fosse una “cosa normale” come sento dire in questo periodo, si può retrocedere, perché fa parte del gioco (in 40 anni che seguo il Grosseto ho vissuto da tifoso purtroppo 7 retrocessioni) ma ripeto MAI ho sentito questo clima di rassegnazione, questo accettare passivamente la retrocessione, questo “voler mettere le mani avanti” in caso di risultato nefasto.
Una cosa però la dice la storia: a Grosseto qualunque dirigenza c’è stata la tifoseria gli ha sempre chiesto di fare la serie “C”.
Ti puoi chiamare Amarugi, Pieruzzini, Anzidei, Camilli, Pincione o Ceri, ma la tifoseria si aspetta solo quello poi la dirigenza in questione ci può riuscire o non ci può riuscire, ma la realtà è questa.
Sono d’accordo in pieno. Consideriamo che la viterbese ha una rosa migliore e sicuramente interverrà sul mercato. O si prova a cambiare qualche giocatore o si cambia allenatore non mi pare ci siano alternative con tutta la stima e la riconoscenza per Magrini
L’unica certezza è che dobbiamo rinforzare l’organico, perché con quello attuale non ci possiamo salvare, su tutto il resto ognuno giustamente ha la sua opinione, ma sulll’inadeguatezza della rosa allestita dalla società penso che non ci siano dubbi.
Il fatto è che noi tifosi ce la cantiamo e ce la suoniamo: è da mo’ che ripetiamo come dischi rotti che è indispensabile irrobustire la rosa, ma a quanto pare alla società non passa neanche per l’anticamera del cervello.
È inevitabile che, quando una squadra ha una classifica ed un gioco spaventosamente deficitari, sotto accusa finisca anche l’allenatore, benché io parta sempre dal principio che in campo vanno i giocatori e che un tecnico incide ad esagerare per il 20% sul rendimento. Nel caso specifico reputo Magrini un ottimo allenatore, che forse avrebbe meritato di arrivare ben oltre la serie C, tuttavia nel marasma di questo disgraziatissimo campionato biancorosso, fatalmente anche lui ha perso il bandolo della matassa e ci mette del suo per far piovere sul bagnato, dunque, al punto in cui siamo, se lo si esonerasse sarebbe del tutto logico e comprensibile, a patto che esista la possibilità di sostituirlo adeguatamente, il che non è affatto scontato; diciamo che è forse l’unico modo per scuotere un ambiente che appare in coma profondo o comunque una delle ultime carte da giocare. Una squadra che segna in media 0,46 reti a partita non va da nessuna parte se non in D e i 7 punti di distacco attuale dalla salvezza diretta rendono questo traguardo totalmente fuori portata; dunque ad oggi l’unico tristissimo ed umiliante obiettivo risulta essere quello di evitare l’ultimo posto e con esso la retrocessione immediata, ma intendiamoci, per questa squadra senza gioco e senz’anima, anche il fatto di riuscire a non essere il fanalino di coda è tutt’altro che scontato. Ecco, mi sento di dire che in quest’ottica – e solo in quest’ottica – è auspicabile l’esonero di Magrini.