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Ciclismo

Gianluca Scafuro alla partenza della gara ciclistica più dura al mondo, la Silk Road Mountain Race

al 13 agosto Gianluca Scafuro (Cykeln Team) sarà alla partenza della Silk Road Mountain Race 2021 in Kyrgyzstan. Cos’è la SRMR? E’ una durissima gara di bikepacking senza supporto esterno, forse la più dura al mondo, lunga 1.859km che si svolge nelle remote valli del Kyrgyzstan e passi montuosi che arrivano a 3.900m.

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Partirà dal Kyrgyzstan il 13 agosto la Silk Road Mountain Race 2021 e alla partenza ci sarà anche il toscano di Grosseto, Gianluca Scafuro. Cos’è la SRMR? E’ una durissima gara di bikepacking senza supporto esterno, forse la più dura al mondo, lunga 1.859km che si svolge nelle remote valli del Kyrgyzstan e passi montuosi che arrivano a 3.900m.

Gianluca nel 2019 è rimasto affascinato da questa gara e ha deciso di partecipare all’edizione del 2020! Poi è arrivato il Covid 19 e tutto si è fermato. Ma un mese e mezzo fa agli organizzatori è stato dato via libera e allora eccoci a poco meno di tre settimane dalla partenza!

Gianluca non è nuovo a imprese del genere, anche se non era una gara, nel lontano 2008 con passione, esperienza ed entusiasmo portò a compimento il progetto Mongolia Tour con il suo amico Lenny Valentino Schiaretti, più di 4200 km in totale autosufficienza da Astana, capitale del Kazakhstan, alla capitale della Mongolia, Ulaanbaatar, attraversando parte della Russia meridionale.

A differenza del viaggio estremo del 2008, la Silk Road Mountain Race è una durissima gara di bikepacking senza supporto esterno, forse la più dura al mondo. Ricalca, in parte, il percorso dell’antica Via della Seta, quella percorsa dai carovanieri, nel territorio del Kirghizistan. Oggi quelle strade sono dimenticate e in rovina ed è proprio per questo che gli organizzatori hanno pensato di farci correre una ultra race. La gara, lunga 1.859 km tutti su percorsi dissestati, ha un incredibile dislivello complessivo di 34.000 metri da superare e da completare in 14 giorni.

La Silk Road Mountain Race è estrema, davvero estrema. Dei 100 concorrenti internazionali che sono partiti per l’evento inaugurale nell’agosto 2018, solo un terzo di loro ha terminato. La gara parte da Talas e il premio alla fine è…semplicemente, finire. In questa gara l’orologio non si ferma mai e non ci sono premi.

Gianluca è arrivato in Kyrgyzstan l’8 agosto per smaltire al meglio sia il jetlag che l’altitudine. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, cosa ti aspetti da quest’avventura? «La prima edizione della Silk Road Mountain Race, nel 2018, mi aveva suscitato meraviglia e curiosità. Sono consapevole che sarà un’esperienza incredibile. La corsa metterà a dura prova muscoli, tendini, nervi e legamenti, il fisico e la mente; per non parlare della pelle con piaghe alle mani e sottosella. E la mente sarà il fattore determinante! L’obiettivo sarà arrivare al traguardo!». Aggiungete poi gli effetti da privazione del sonno e capite come questa gara sia un’avventura di livello estremo, dove il successo va ben oltre il posto in classifica, qualunque esso sia. Su cosa ti sei concentrato nella preparazione e quali pensi siano le difficoltà che potresti incontrare? «Per la preparazione potevo fare di più ma conto sulla testa! Spero di fare meno errori possibili, l’importante sarà partire piano e dormire un numero di ore che mi permetta di recuperare almeno in parte le fatiche del giorno prima. La paura che ho è sui guasti meccanici e il materiale elettronico che possa abbandonarmi. La cosa importante è non rimanere senza batterie o energia per il Garmin, perchè significherebbe non riuscire a seguire la traccia del percorso e sarebbe davvero un gran problema». Che aspettative hai e qual’è la tua strategia di gara?
«Come ho già detto, il mio obiettivo principale è di finirla. È la mia prima vera esperienza del genere, ho scelto una delle gare più difficili, quindi non ho pretese, sarebbe già bellissimo arrivare in fondo. Ringrazio fin d’ora per il supporto la mia squadra fiorentina, Cykeln Team, Selle SMP, Cicli Poccianti di Sesto Fiorentino e Giacomo Daviddi, grossetano, il miglior meccanico che conosca!».

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