Grosseto Calcio
L’ex-biancorosso Campeol lascia il calcio a soli 21 anni: “La felicità personale viene prima di tutto”
Grosseto Nella passata stagione abbiamo avuto il piacere di vedere Axel Campeol in maglia unionista. L’esterno sinistro, scuola Milan ed ex-nazionale azzurro a livello giovanile, è arrivato in Maremma in prestito secco dalla Samp. Un inizio un po’ difficoltoso, poi, piano piano, un posto da titolare e tante belle prestazioni. Insomma, una promozione sul campo e un futuro da calciatore professionista da scrivere. Il calcio, però, non è tutto. Lo pensano in tanti e tra questi c’è proprio Campeol che ieri, a sorpresa, al collega Luca Collatuzzo di Qdpnews.it ha confermato il desiderio di lasciare il mondo del pallone. Il perché potrete leggerlo nell’intervista che segue, ripresa integralmente proprio dal predetto giornale. Essenzialmente, il ragazzo ha capito di non divertirsi più a giocare a pallone e cerca la felicità personale attraverso dei progetti da raggiungere al di fuori di quello che è stato il suo mondo fino a giugno scorso. Che dire, una scelta coraggiosa e controcorrente, ma assolutamente da apprezzare.
Axel, vieni da una stagione importante a Grosseto, in prestito dalla Samp, com’è stato giocare in uno dei club in cui hanno militato giocatori importanti del calibro di Ciro Immobile e Mauricio Pinilla?
<<La stagione non era iniziata nel migliore dei modi ti dirò la verità, ero arrivato a settembre a preparazione già inoltrata quindi inizialmente avevo fatto fatica a entrare in condizione, poi pian piano mi sono ritagliato uno spazio importante e da lì ho giocato quasi tutte le partite. Mi sono trovato molto bene, abbiamo chiuso la stagione in crescendo sfiorando le semifinali playoff di serie C perdendo con l’Albinoleffe. Ricordo anche con piacere l’entusiasmo e la carica che ci hanno dato i tifosi fuori dallo stadio (erano quasi 4000), sono cose che non ti scordi facilmente>>.
Ora finito il prestito hai deciso di dire basta al calcio giocato, nonostante la giovanissima età, quali sono le motivazioni che ti hanno portato a questa scelta?
<<Le ragioni sono molteplici, anche se era già da più di un anno che avevo in mente di dire basta. In primis il mondo del calcio non mi piaceva più, in Italia c’è troppa poca meritocrazia e poi non mi divertivo più come un tempo, quando non hai più le motivazioni giuste prima di scendere ad allenarti e a mettere piede in campo vuol dire che è giusto smettere. La felicità della persona viene prima di tutto>>.
Quindi ora quali sono i tuoi piani per presente e futuro?
<<Innanzitutto voglio completare gli studi, voglio laurearmi all’Università in Scienze Motorie sportive applicate, poi mi piacerebbe ottenere un master magari riguardo al giornalismo sportivo. Parallelamente vorrei iniziare anche a buttarmi sul mondo digitale a livello di social media: twitch in questo senso è un ottimo strumento, e con questa piattaforma mi piacerebbe parlare e condividere esperienze, intrattenendo ragazzi e ragazze che magari hanno avuto un passato come il mio. Insomma, sfruttarlo come mezzo di unione tra giovani. Penso possa funzionare>>.
Tornando al calcio giocato, come vedi i giovani italiani che vogliono cimentarsi a diventare calciatori professionisti?
<<Purtroppo in Italia c’è ancora un mentalità chiusa rispetto ad altri paesi, non si vede il calcio nel modo giusto. La poca importanza che viene data ai giovani in futuro potrebbe portare a indebolire nazionale e club italiani poichè lo spazio per farli crescere è poco e tanti decidono di mollare o vengono persi per strada tra i prestiti. Ci vorrebbe un cambiamento radicale, speriamo che in futuro le cose possano cambiare>>.