Calcio
I dilettanti ed il sogno di una Coppa Italia come la FA Cup
Grosseto – Nella scorsa settimana tutti sono rimasti affascinati dalla sfida tra il Totthenam ed il Marine, squadra di ottava serie inglese, paragonabile alla seconda categoria.
È come ad esempio se il Campagnatico avesse ospitato una big del campionato di Serie A. Un evento che difficilmente gli abitanti di Crosby si dimenticheranno, ma che purtroppo non hanno potuto vivere a pieno visto la chiusura del piccolo impianto da 300 posti.
In realtà però il mancato incasso non c’è stato perchè la società ha organizzato una lotteria che ha visto vendere ben 20.000 tagliandi e darà al vincitore la possibilità di allenarli in un’amichevole di preseason. Anche José Mourinho ha comprato un biglietto…
Una storia molto bella che si può vivere solamente nel calcio inglese, che per alcune cose dista anni luce di distanza da quello italiano. Basti pensare che una società di seconda categoria giochi in un impianto da tremila posti, cosa che in Italia è difficile da avere anche in Serie D.
La cosa non è passata inosservata ad una società come il Centro Storico Lebowski, società unica nel suo modo di vivere e di gestire il calcio; una vera e propria cooperativa.
Partiamo dalla proposta più radicale: tre turni preliminari, dei quali il primo con tutte le squadre di Eccellenza e 620 di Promozione (circa 2/3 delle 925 totali a livello nazionale), il secondo con l’ingresso delle squadre di D e il terzo con l’ingresso delle squadre di C, il tutto a sorteggio integrale su base regionale e/o di regioni vicine per limitare i costi delle trasferte. Poi un tabellone principale a 256 squadre, ovvero le 40 di A e B più le qualificate dei primi tre turni; il tabellone si compone tutto adesso, a sorteggio integrale. Nei primi due turni le squadre di ranking maggiore giocano fuori casa, infine sorteggio del campo per tutti i restanti turni. Una vera emozione. Il vantaggio di questa formula è che, mischiando fin dal terzo turno squadre professionistiche e squadre dilettantistiche, massimizza le risorse che arrivano al calcio dilettantistico. Il calcio professionistico non sarebbe costretto a destinare una “tassa” alle categorie inferiori, dovrebbe solo generosamente prestarsi a giocare qualche partita.