Calcio
Franco Carraresi rivive la sua vita da allenatore della scuola calcio. “Genitori non opprimete i figli”
“Non posso dimenticarmi di Tosini, Ambrosio, Anastasi o Rossini che sono passati tra i miei bambini della scuola calcio”
Grosseto – Tra i grandi “maestri” del calcio provinciale maremmano, un posto se lo ritaglia sicuramente Franco Carraresi, un allenatore che ha alle spalle oltre trenta anni tra i piccoli della scuola calcio.
Tanti sono i volti di bambini che ha visto passare, alcuni che ce l’hanno fatta a ritagliarsi un ruolo importante nel mondo del calcio altri invece sono diventati protagonisti nel mondo del dilettantismo.
“Al Sauro mi ricordo di Giovannini, Capecchi e Tosini. Alla fine solo quest’ultimo ha avuto una buona carriera con le maglie di Sampdoria e Siena. Sai a volte non conta solamente avere doti tecniche, ma anche quelle caratteriali e lo spirito di adattamento. All’Invicta invece non mi posso dimenticare di ragazzi come Valerio Anastasi, Fausto Rossini e Gigi Ambrosio” inizia così il suo racconto pieno di aneddoti e paragoni con il calcio attuale.
“La mia carriera è iniziata allenando in terza categoria al Sauro poi ho fatto cinque anni di settore giovanile. Infine grazie ad Enzo Galli fui convolto con il progetto Invicta e da lì è iniziata la mia avventura nel mondo della scuola calcio. Era un mondo diverso te lo posso assicurare. I genitori ed i rapporti erano diversi. La presenza sempre costante non da la possibilità di esprimersi liberamente e al meglio, c’è troppa pressione e questo fa male. Una volta credimi che ho anche pensato che agli allenamenti i genitori dovevano stare a casa e presentarsi solamente alle partite ufficiali. Specialmente nella categoria “Piccoli Amici” non ho mai voluto ingerenze di altri. Per me non c’erano titolare o riserve, giocavano tutti e in tutti i ruoli”.
Lo stesso Carraresi, per tutti Franco, ci racconta l’ottimo rapporto che ha avuto con allenatori che hanno insegnato calcio insieme a lui. “Come potrei dimenticarmi di Galli, di Caselli o Marchetti o anche di Catani e Papini che con me sono cresciuti? In generale poi a dirti la verità sono sempre andato d’accordo con tutti”.
Infine chiude la sua intervista con un consiglio che vuol dare ai genitori.
“Quello che posso dire vista la mia esperienze è di portare il bambino alla scuola calcio e farlo provare per una settimana. Se poi si ha fiducia nell’ambiente e nei metodi di allenamento allora è giusto rimanere per tutto l’anno. Ma ripeto facciamo lavorare bambino e tecnico con tutta la tranquillità del mondo”.
Chapeaux Franco…