Motori
Il 44° trofeo Maremma è di Cavallini-Bugelli
Una giornata avvincente, lungo le “piesse” maremmane, con il successo del pilota
empolese maturato con un attacco deciso sull’ultima occasione cronometrata.
Ai posti d’onore lo svizzero Oliver Burri e terzo l’alessandrino Alberto Roveta.
Sfortunati il pisano Rovatti ed anche il livornese Tucci, entrambi fermi per incidente quando erano ai vertici dell’assoluta.
Tra le vetture storiche nessun rivale per il senese Pierangioli e la sua Ford Sierra Cosworth.
E’ stato un trio di Skoda Fabia R5, a salire il podio del 44° Trofeo Maremma, disputato nell’arco della giornata odierna sulla lunghezza di nove prove speciali.
La gara organizzata dalla MaremmaCorse 2.0 è stata ricca di momenti “caldi”, spettacolari ed anche di colpi di scena, con la leadership passata di mano diverse volte. Un tourbillon di emozioni dal quale è emerso l’empolese Tobia Cavallini, in coppia per la prima volta con Antonio Bugelli, che ha vinto con un colpo di reni finale (un solo secondo di scarto) sul coriaceo svizzero Oliver Burri, affiancato da Cler, mentre la terza piazza è andata nelle mani dell’alessandrino Alberto Roveta, con al fianco David Castiglioni, ben emersi dalle retrovie iniziali, con una esaltante progressione, azione decisamente di forza considerando la scarsa attività del pilota piemontese.
Burri, al debutto sulle strade della Maremma, già dal primo giro di prove, corso con il fondo stradale umido ed insidioso, aveva cercato di prendere il comando della classifica, un “effetto sorpresa” ma dopo tre prove il tentativo era stato annullato dal pisano Michele Rovatti, in cerca del bis anche lui con una Fabia R5 condivisa con Jasmine Manfredi. Rovatti aveva dato segno di potercela fare, a siglare il bis di allori dopo quello del 2018, ma la sua corsa si è interrotta durante la quinta “chrono” per un’uscita di strada.
Quarta posizione assoluta con grande merito per l’elbano Andrea Volpi, in coppia con la lucchese Jessica Fredianelli, anche loro con una Fabia. Sono partiti da una non convincente ottava posizione iniziale ed hanno saputo risalire bene la china con un’azione decisa nella fase centrale del confronto, che ha permesso loro di sopravanzare il locale Alessio Santini, in coppia con Susanna Mazzetti, alla seconda esperienza con la VolksWagen Polo R5. Per loro una gara finita firmando la quinta posizione, ma mai entrata in sintonia con il percorso, ciò dovuto soprattutto al poco feeling del driver follonichese con le condizioni a tratti indecifrabili delle strade.
Sesto ha concluso un altro driver locale, sotto i riflettori della prima scena, Leopoldo Maestrini, affiancato stavolta da Vincenti in quella che era la sua terza uscita stagionale con un’altra Polo R5. Aveva iniziato bene, ai piedi del podio, Maestrini, poi non ha dato continuità comunque sempre gravitando nei quartieri alti della classifica, pur dovendo completare anche lui il feeling con la vettura tedesca.
Gli altri svizzeri Michellod-Ferray (Skoda Fabia R5) hanno chiuso in settima piazza davanti al rientrante lucchese Luca Cecchettini (idem, con Garavaldi a destra), ottavo ed in debito di ritmo in quanto da alcuni anni ha ridotto le sue apparizioni agonistiche. Nona posizione per il gentleman Pierluigi Della Maggiora, con Favali sull’ennesima Skoda Fabia R5 e completa la top ten un altro locale, Francesco Paolini, con Nesti, primi dello speciale challenge riservato alle Renault Clio S1600, da lui peraltro organizzato insieme a Emanuel Forieri, tra l’altro anche lui in gara con una vettura analoga.
Dalla classifica è mancato un altro atteso protagonista, il livornese Roberto Tucci, in coppia con il fido Micalizzi. Dopo tre quarti di gara a fare la voce grossa, riuscendo a salire al terzo posto, al termine del secondo giro di prove, sono scivolati irrimediabilmente fuori strada.
Tra le auto storiche, che erano all’atto finale del Trofeo Rally di Terza zona, vittoria sicura del senese di Montalcino Valter Pierangioli, con la sua rossa Ford Sierra Cosworth 4×4, affiancato per la prima volta da giovane elbano Leonardo Pierulivo. Un dominio tanto annunciato quanto concreto sul campo, maturato dalle prime battute di gara e proseguito con un ritmo da rullo compressore, per Pierangioli (vincitore anche del quarto raggruppamento), che si è lasciato alle spalle un’accesa bagarre. Bagarre dalla quale ne è uscito bene il pistoiese Piergiorgio Barsanti, secondo assoluto sotto la bandiera a scacchi con una gara poderosa e soprattutto in cerca di riscatto da una stagione sfortunata, anche lui alla guida di una Sierra Cosworth, affiancato da Pollini. Barsanti ha cercato soprattutto a far chilometri con la vettura dell’ovale blu, certamente “lavorando” in ottica futura, mentre al terzo posto ha finito il lucchese Mauro Lenci, con Celli alle note, su una Peugeot 205 GTI. Notevole anche la prestazione del livornese Riccardo Mariotti, con Sanesi alle note su una Sierra Cosworth anche loro (versione “due volumi”), finiti quarti assoluti. Sfortunato il vincitore delle “storiche del 2019, Gaspare Alessi (Ford Sierra Cosworth), riuscito a rimontare da un avvio sofferto per le esalazioni di benzina in abitacolo e perfetto a portarsi sopra il podio, prima di venire attardato nel finale di gara. Il secondo raggruppamento è andato senza troppe difficoltà al tedesco Stroschek e la sua Porsche 911, il terzo al pisano Fausto Fantei e l’Alfasud Ti ed ancora una volta non sono certo passate inosservate le funamboliche evoluzioni dell’umbro Giorgio Sisani, con la sua A112 Abarth.
Anche per quest’anno il main sponsor della competizione è stata ENI REWIND, la società ambientale di Eni che a novembre 2019 ha cambiato denominazione sociale da Syndial a Eni Rewind. Eni Rewind opera secondo i principi dell’economia circolare per valorizzare i terreni industriali e i rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficiente e sostenibile. Per la società ambientale di Eni è una conferma della sinergia con il territorio e una rinnovata occasione per confermare il proprio impegno nelle attività di risanamento ambientale e di valorizzazione delle ex aree minerarie che hanno un forte valore identitario per le comunità locale. Un momento di partecipazione in cui Eni Rewind racconta agli stakeholder la visione strategica delle proprie attività anche per il recupero efficiente e sostenibile di risorse e asset.