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Gessi rossi a Pietratonda: possibile bomba ecologica per Grosseto, Vivarelli Colonna chieda di partecipare alla Conferenza dei servizi
Un silenzio assordante ci pare quello del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna in merito al progetto di depositare un milione di metri cubi di gessi rossi nelle cave di Pietratonda, nel comune di Campagnatico. Dopo i sindaci di Campagnatico e di Civitella-Paganico e le associazioni ambientaliste, anche il mondo dell’agricoltura ha lanciato in questi giorni l’allarme attraverso una nota congiunta a firma Cia, Coldiretti e Confagricoltura che ribadisce il no ai gessi rossi a Pietratonda.
I gessi rossi sono un rifiuto speciale che può inquinare le acque superficiali e sotterranee con la formazione di solfati, manganese e cloruri. Nei luoghi in cui è già stato depositato si sono registrati pesanti inquinamenti, nonostante l’assiduo controllo degli enti locali e della Regione Toscana.
L’Autorità di Bacino spiega che l’area in cui verrebbero depositati i gessi rossi interagisce con il “Corpo idrico carbonato Area Nord di Grosseto”, un acquifero sotterraneo che interessa parte del territorio comunale, fin sotto alle porte della Città di Grosseto. Le enormi quantità di rifiuto speciale verrebbero depositate in aderenza al terreno e, come sottolineato da Arpat, sopra ad affioramenti permeabili di “calcare cavernoso che determina l’acquifero principale dell’intera pianura grossetana”, senza alcun isolamento rispetto alle acque meteoriche dilavanti e alle acque di falda. Il corpo idrico sotterraneo è stato definito dal Genio Civile come “estremamente vulnerabile” per la presenza del calcare cavernoso, per cui “non si possono escludere impatti dovuti alla realizzazione della discarica”.
Ecco perché i sindaci, gli ambientalisti e il mondo agricolo lanciano l’allarme. Le associazioni di categoria spiegano che se l’eventuale inquinamento causato dai gessi rossi dovesse raggiungere la pianura grossetana e l’Ombrone sarebbe plausibile parlare di disastro ambientale, pregiudicando la vocazione agricola del territorio, rendendo asfittiche le produzioni di eccellenza, rovinando la nostra economia e la nostra immagine. Cia, Coldiretti e Confagricoltura ribadiscono che non si può mettere a rischio il lavoro di centinaia di aziende agricole e di migliaia di lavoratori solo perché non si riesce a trovare una collocazione idonea agli scarti della lavorazione.
Per GROSSETO AL CENTRO la salute delle persone viene al primo posto e rischia di essere pregiudicata dall’inquinamento delle acque di falda da cui i pozzi di Grosseto attingono per scopi agricoli e alimentari. Sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, se ha a cuore la salute dei suoi cittadini, la qualità dell’ambiente e la nostra economia faccia sentire la sua voce chiedendo di partecipare alla Conferenza dei servizi decisoria quale ente territorialmente coinvolto e si opponga ad un progetto che rischia di danneggiare irreparabilmente Grosseto e il suo territorio. Non si ripeta quello che è già successo a Scarlino, dove si sono dovuti chiudere i pozzi artesiani per l’inquinamento delle falde idriche.