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Il sindaco di Grosseto: “Termine lasci la presidenza del Coeso. Il Comune lo diffida”
Ironia della sorte, lo dice anche il nome. Termine deve lasciare la presidenza di Coeso. Anzi, per la precisione avrebbe dovuto farlo già da sei mesi, come prevedono gli accordi sottoscritti dall’Assemblea dei sindaci: due anni di presidenza a Massa Marittima (area Colline Metallifere), due anni a Grosseto (area grossetana), due anni a Castel del Piano (area amiatina). E invece di mettere un ‘termine’ al mandato di Termine nessuno ne parla, nonostante sia in carica ormai da due anni e mezzo. Né si vuole affrontare la questione nella prossima assemblea dei sindaci, a voler pensar male (o non così male) solo per rimandare l’argomento alla fase successiva alle elezioni regionali. Ebbene, visto che per Termine la parola data evidentemente non ha valore, così come le firme e il regolamento di Coeso, il Comune di Grosseto è stato costretto a diffidare il presidente pro-tempore dell’Ente, nella speranza che qualche altro sindaco decida finalmente di rispettare le regole e rispettare gli accordi presi e siglati. Se non per rispettare i colleghi, almeno per rispettare i fruitori dei servizi di Coeso che si meritano una gestione trasparente, come quella di tutte le Amministrazioni locali.
Parlo con i fatti.
Con intervento del delegato del Comune di Grosseto, l’assessore Mirella Milli, nella seduta della Giunta esecutiva del 16 giugno 2020 abbiamo chiesto di inserire all’ordine del giorno dell’assemblea – che sarebbe stata convocata a breve – la nomina del nuovo presidente in ragione della turnazione concordata e sottoscritta nell’Assemblea straordinaria del febbraio 2018, al momento dell’avvio della nuova SdS della ex Colline Metallifere e della ex Amiata Grossetana in COeSO SdS. La richiesta è stata rinnovata da una pec inviata dal Comune di Grosseto il giorno 17 giugno e nuovamente ribadita con un’altra pec, sempre del Comune di Grosseto, il 30 luglio.
A queste tre richieste non sono seguite né l’inserimento all’ordine del giorno – per il quale ci sarebbero stati ampiamente i margini, visto che al momento delle prime due richieste l’assemblea non era stata neanche convocata – e nemmeno l’aggiornamento dell’ordine del giorno, che sarebbe stato opportuno e possibile entro il 31 luglio.
Ci tengo a far notare tutto ciò non solo per dimostrare questo ennesimo affronto, ma perché – come specificato con il documento approvato dall’Assemblea del febbraio 2018 – la presidenza spetterebbe adesso e ormai da sei mesi a un rappresentante designato dal Comune di Grosseto. Con grande senso di responsabilità, che evidentemente manca in primis al presidente dell’assemblea, abbiamo atteso il trascorrere della fase acuta del Coronavirus: adesso però è inaccettabile che l’argomento – una priorità già a gennaio – non sia stato inserito all’ordine del giorno dell’assemblea del 7 agosto, nonostante le richieste formali e informali. Evidentemente una dimenticanza non è.
Non vorremmo che la necessità di visibilità prevalesse sugli accordi presi, tra l’altro sottoscritti dai rappresentanti dell’assemblea nel 2018 e che prevedevano chiaramente l’alternarsi ogni due anni di un rappresentante designato dai Comuni di Massa Marittima, Grosseto e Castel del Piano, come sedi di ospedali. Questa mancanza di correttezza e di coerenza non mi piace, soprattutto perché è sempre spiacevole assistere a giochi di potere e forzature su servizi alla comunità, nel campo sociale e della salute. Gli accordi sono accordi e devono essere rispettati.
Dopo la richiesta avanzata in riunione, e dopo le richieste tramite pec, il Comune di Grosseto diffida il presidente pro-tempore, il sindaco di Monterotondo Marittimo Giacomo Termine, e chiede di mettere fine a questa situazione di illegittimità.
Il sindaco di Grosseto
Antonfrancesco Vivarelli Colonna
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