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La rilettura di Sergio Landi dell’opera di Omero in chiave contemporanea pubblicata in un libro.
“Odissea. Ulisse politico, manager,
leader”
“Odissea. Ulisse politico, manager, leader”. Sergio Landi, autore livornese di nascita e di vissuto, ma da anni trapiantato a Roccastrada, rilegge l’opera di Omero in chiave moderna. Tante sono le domande che l’autore si pone, ma molte sono anche le risposte che lui si dà, con una scrittura agile che rende semplici anche le complessità dell’opera omerica, che rappresenta il filo conduttore del libro. “Mito? Eroe? Oppure uomo che si appresta a misurarsi con la politica, il management, la leadership?” E’ la domanda che l’autore si pone nel raccontare il vortice di avventure/sventure che si abbattono sul viaggio di ritorno di Ulisse da Troia ad Itaca. Un romanzo che si snoda su tre parole chiave “polis”, “demos” e “diritto”. Da qui nasce un viaggio moderno, con una lettura della società contemporanea, ma anche con quegli insegnamenti che, attraverso i vari personaggi inseriti nell’Odissea di Omero, risultano sempre attuali. “Un libro che nasce dalla voglia di rileggere l’Odissea alla luce anche della mia esperienza di vita – afferma Sergio Landi- e che, nel periodo del Covid, si è tradotta in questo libro. A scuola, da studente, questa opera risulta a volte indigesta, ma rileggendola dopo anni si sono aperti, almeno per me, degli spunti di riflessione che condivido con il lettore”. L’”Odissea” di Sergio Landi è edita da Book Sprint Edizioni. “Nelle prossime settimane organizzeremo alcune presentazioni – afferma l’autore- e quello che è il pensiero che esprimo attraverso la scrittura, diventerà terreno di confronto con il lettore che interverrà nei vari eventi pubblici”. Sergio Landi è nato a Fauglia, in provincia di Pisa, nel 1950, ma dal 1960 al 2016 ha vissuto a Livorno dove ha ricoperto diversi incarichi politici, istituzionali e di consulenza. E’ stato anche membro del cda dell’Aeroporto di Pisa. Dal 2016 ha deciso di vivere a Roccastrada, paese di origine della moglie, in quella che lui definisce “Maremma felix”.