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Il valore ambientale del lavoro svolto dal Cb6
Il Consorzio protegge il mare dall’inquinamento e con 18 impianti idrovori ferma ogni anno montagne di rifiuti
Bellacchi (Presidente CB6): “Con gli impianti di sollevamento delle acque
svolge una importante funzione idraulica e ambientale. Grazie ad essi infatti
vengono intercettati e trattenuti quintali di spazzatura destinata a
raggiungere il mare, con le pesanti conseguenze ambientali che tutti
conosciamo.
Il ruolo di difesa del suolo che, quotidianamente, porta avanti il nostro ente,
infatti, ha un importante riflesso anche sulla tutela e sulla qualità
dell’ambiente. Un esempio per tutti l’intervento portato a termine quattro
anni fa, alla foce del fiume Ombrone, lavorando giorno e notte, che ha
contribuito a ricostituire l’ecosistema: una soluzione tecnica di cui si è
parlato tanto anche in questi giorni”
Con i suoi 18 impianti idrovori, oltre a contribuire alla riduzione del
rischio idrogeologico, intercetta e trattiene quintali di spazzatura
destinati a riversarsi in mare.
“Un fenomeno grave che diventa di estrema attualità con l’avvio della
stagione balneare”, come di recente ha ricordato ANBI, l’Associazione
dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque
Irrigue.
Un messaggio ripreso da Fabio Bellacchi, Presidente del Consorzio
Bonifica 6 Toscana Sud, che si allinea al pensiero espresso dal
Presidente di ANBI Vincenzi e dal Direttore Generale Gargano: “Con la
continua manutenzione e grazie ai 18 impianti idrovori di sollevamento
UFFICIO STAMPA CONSORZIO DI BONIFICA 6 TOSCANA SUD
Viale Ximenes 3 – 58100 Grosseto
Tel./Fax 0564 22189 – e-mail: ufficiostampa@cb6toscanasud.it
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acque, il nostro Consorzio – commenta – si dimostra sempre più strategico
nella difesa della qualità dell’ambiente. L’attività svolta infatti è strategica
per mitigare il rischio idrogeologico, ma anche per porre rimedio agli esiti
di comportamenti scorretti che contribuiscono ad inquinare le acque e ad
aumentare il pericolo di alluvioni”
Le forti precipitazioni innalzano i fiumi che trasportano ingenti quantità di
materiali verso le foci: l’azione delle centrali idrovore non solo riduce il
pericolo di esondazioni (il rischio zero non esiste a fronte soprattutto della
violenza degli eventi atmosferici, dettata dai cambiamenti climatici), ma
annualmente trattiene, grazie alle griglie di sbarramento, quintali di rifiuti
destinati a ostacolare il regolare defluire delle acque, e a terminare in mare
aumentando il rischio idrogeologico, con grave danno per l’ambiente e, nel
periodo estivo, per l’economia turistica.
“I Consorzi di Bonifica – continua Bellacchi – hanno un’importante
funzione non solo idraulica ma anche ambientale: la quantità di rifiuti
raccolta durante l’ordinaria attività idraulica, rappresenta un servizio
importante e i costi di smaltimento sono a carico dell’Ente.
Non solo. Per prevenire il fenomeno dell’abbandono di oggetti e materiali
lungo i corsi d’acqua, sempre più spesso il Consorzio organizza eventi e
iniziative volte a sensibilizzare i cittadini, partendo dai ragazzi delle scuole.
Da anni siamo impegnati nella difesa del territorio e dell’ambiente:
proprio in questi giorni è stato ricordato dai giornali, con mio grande
piacere, uno degli interventi più importanti progettati ed eseguiti
dal Consorzio Bonifica, con finanziamenti regionali, a difesa della costa
maremmana e dell’entroterra di Alberese, quello alla foce del fiume
Ombrone”.
Nello specifico, a Marina di Alberese, lungo l’area del Parco della
Maremma, la cui spiaggia e la vegetazione erano ormai profondamente
compromesse dall’erosione costiera, è risultato vincente l’intervento
conclusosi nel 2015, sull’ala sinistra del delta dell’Ombrone. Grazie ad esso
è stata ricostituita la spiaggia, con l’impianto di 6 pennelli di 250 metri
ciascuno, formati da massi naturali senza cemento, sommersi in mare per
trattenere la sabbia ed è stato rifatto l’argine lungo circa 1.300 metri a
difesa di pineta, duna, retroduna e di preesistenti opere di bonifica. In
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totale, oltre 10 milioni di euro di investimento finanziati dalle
Regione Toscana con fondi europei per un progetto
all’avanguardia e mai attuato prima, finalizzato a scongiurare il
pericolo che l’erosione marina potesse compromettere definitivamente
uno degli angoli più famosi e prestigiosi del Parco della Maremma”.
Come ricordato spesso anche dal Presidente del Parco della Maremma,
Lucia Venturi, Bellacchi sottolinea che il fenomeno erosivo causato dal
minor apporto della foce dell’Ombrone, con la conseguente infiltrazione di
acqua salata nella pineta granducale, oltre a far scomparire parte del
litorale e parte del centro abitato della Marina, aveva creato danni sulle
specie dell’habitat retrodunale ed anche sulle storiche opere
idrauliche e di bonifica.
“Oggi raccogliamo i risultati più che positivi di un importante intervento
di stabilizzazione della costa e di difesa della foce dell’Ombrone,
interamente progettato e realizzato dal Consorzio Bonifica. Un
esempio di eccellente e corretta gestione territoriale con un’attenta e
scrupolosa sensibilità sui parametri ambientali, un modello che auspico
possa essere applicato, oltre al Parco della Maremma, all’intero litorale
maremmano e non solo” conclude Bellacchi.