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Lega: Marras e la sanità che non conosce
Il capogruppo Pd in consiglio regionale Leonardo Marras con un video su Facebook ha fatto delle considerazioni sulla sanità grossetana, in particolare sulla attività di prelievo, che non ne prendono in considerazione la realtà.
Intervenendo sul tema forse non conosce quale sia la mole di lavoro svolta dal Centro Prelievi dell’Ospedale di Grosseto fino ad oggi. Oltretutto, ha tentato di giustificare scelte, certamente in linea con la politica nazionale delle privatizzazioni, ma altrettanto certamente in conflitto con le esigenze della cittadinanza.
Sembra che Marras non sappia quale sia la mole di attività svolta dal nosocomio grossetano, fornisce i suoi servizi ad oltre duecento utenti, con una media di 20 esami ematici per ciascuno di essi, contro l’assistenza giornaliera fornita a un solo un centinaio di utenti presso il Centro Prelievi di via Don Minzoni.
A tale proposito è impensabile la chiusura del Centro Prelievi dell’Ospedale, contrariamente a quanto sostenuto da Marras, che ignorandone l’importanza strategica, ha trascurato inoltre di valutare il fatto che esso è esterno alla struttura sanitaria ed ha due ingressi autonomi, che avrebbero potuto consentire il flusso dei pazienti senza che si formassero gli assembramenti vietati dalla normativa attualmente vigente.
Di fronte ad una tale posizione, viene da chiedersi anche se Marras sia consapevole che alcuni importanti esami possono essere eseguiti correttamente solo se il Centro Prelievi è in diretto contatto con il Laboratorio Analisi e nelle immediate vicinanze di questo, perché altrimenti non se ne può assicurare l’affidabilità del risultato: il riferimento è agli esami relativi a certe patologie ematiche o epatiche, all’HIV ed a tante altre.
Vi è, infine, un altro aspetto che avrebbe dovuto essere valutato da chi si è fatto promotore, come Marras, della chiusura del suddetto Centro Prelievi del Misericordia: la certificazione di qualità, da poco ottenuta dalle attività che vi si svolgono, come risulta dal marchio presente in alto a destra sugli atti di referto, che fine farà?
Si tratta di una certificazione che si ottiene con una lunga serie di verifiche, che si articolano attraverso un complesso percorso che riguarda certamente anche gli ambienti in cui si svolgono le attività considerate, partendo dall’ingresso dei pazienti nella sala d’aspetto, all’accoglienza degli stessi agli sportelli, alle caratteristiche della zona prelievi e del laboratorio, fino agli ambienti che ogni singolo campione deve attraversare per essere sottoposto ai processi a lui destinati.
Gli ambienti che sono stati individuati per trasferirvi le attività di prelievo ed esame sono altrettanto certificati? Marras è a conoscenza che la lista d’attesa per un prelievo era inesistente? Si rende conto che la chiusura del Centro Prelievi favorisce un progetto di privatizzazione, facendo leva su un’emergenza sanitaria che dovrebbe vedere gli ospedali in piena attività e non in chiusura?
Se vogliamo immaginare questa pandemia come una guerra contro un subdolo nemico mi chiedo in base a quale criterio l’ospedale abbia effettuato chiusure inopportune, dimenticando che si può morire non solo di un virus, ma anche di ben altre e note patologie.
Oggi esternalizzare gli esami ematici fuori dal nosocomio e immaginare che il settore privato sia in grado di soddisfare le necessità della popolazione è senza dubbio una assurdità, in quanto ciò non risponderebbe ai bisogni della cittadinanza che spesso deve attendere oltre un mese per esami che con un’adeguata organizzazione potrebbero essere svolti nell’arco di una mattinata.