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Il comune di Grosseto boccia la proposta per una riduzione degli affitti, accolta da altre amministrazioni

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Lunedì scorso il Sindaco di Grosseto e la sua maggioranza hanno respinto la mozione con la quale proponevo un piano di riduzione degli affitti per le famiglie e le imprese maggiormente colpite dalla crisi. Come? Attraverso una diminuzione dell’IMU (che grava sul proprietario-locatore) subordinata ad una riduzione del canone in favore dell’inquilino.

Un meccanismo semplice e virtuoso che avrebbe alleggerito un peso che per molte famiglie e imprese non è indifferente, scongiurando il rischio morosità.

L’Assessore al Bilancio ha dato parere negativo adducendo che questa operazione avrebbe comportato un aggravamento della burocrazia per i cittadini e, comunque, sarebbe impossibile intervenire sull’IMU per ragioni di bilancio.

Peccato che la paventata burocrazia si sarebbe ridotta alla firma di una banale variazione del canone da registrare (gratuitamente) all’Agenzia delle Entrate.

E cosa dire delle ragioni di bilancio? Ad oggi il Comune di Grosseto ha messo a bilancio entrate straordinarie per oltre 2 milioni dalla rinegoziazione dei mutui consentita dal Governo, più di 300 mila euro per l’interruzione dei servizi educativi e 120 mila euro da (inopportuni) tagli a iniziative turistiche, museali e per lo sviluppo economico. A questi va aggiunto il trasferimento dal Governo di 1 milione e 300 mila euro che costituisce il primo acconto (30%) del Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali.

Ad oggi tuttavia non c’è ancora un atto amministrativo che dica come saranno impiegate queste risorse, mentre negli altri Comuni sono avanti anni luce.

E non occorre andare lontano. Mentre lunedì 8 giugno il Consiglio comunale di Grosseto cancellava la possibilità di una riduzione degli affitti, nelle stesse ore il Consiglio comunale di Roccastrada faceva esattamente l’opposto, adottando una delibera sostanzialmente analoga alla proposta del sottoscritto per una riduzione degli affitti attraverso una diminuzione dell’IMU.

Non solo: il Comune di Roccastrada ha già disposto pure la riduzione, fino all’azzeramento, della TARI per le famiglie e le attività in maggiore difficoltà, mentre Vivarelli Colonna ancora a metà maggio inspiegabilmente dichiarava che a Grosseto «non ne abbiamo la possibilità tecnico fisica amministrativa».

Occorre intervenire subito, perché il contributo straordinario per gli affitti abitativi deliberato dalla Regione e il credito d’imposta concesso dal Governo per gli affitti commerciali cesseranno i loro effetti a giugno. Se non predisponiamo immediatamente una rete di sostegno, come fatto da altre Amministrazioni comunali, il rischio di un’escalation degli sfratti è dietro l’angolo, con effetti che sarebbero drammatici non solo a livello sociale, ma anche per le casse comunali, perché la chiusura delle attività provocherebbe una perdita secca dell’addizionale comunale all’IRPEF, una delle principali entrate dell’Ente.

In una fase come quella attuale occorre certo prudenza, ma anche lungimiranza e capacità di una visione di lungo corso. E la consapevolezza che quando si ha la responsabilità di amministrare una comunità si ha il compito di decidere cosa fare, e di deciderlo in fretta, per il bene dei cittadini.

 

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