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Ennesima impresa del grossetano Guido Petrucci, che a piedi parte da Marina di Grosseto, arriva in cima al Monte Amiata e torna a Marina

Il grossetano cammina quasi ininterrottamente giorno e notte per 35h e 28′, percorre 155 chilometri, con solo 2800 metri di dislivello, perdendo durante la sua fatica circa 3 chilogrammi di peso

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Grosseto. La maggiore parte delle manifestazioni sportive sono state annullate. Non hanno fatto eccezione anche quelle estreme come camminare per giorni in alta montagna giorno e notte e in completa autosufficienza. Uno dei maggiori cultori di questa massacrante disciplina sportiva è il grossetano Guido Petrucci, che ha pensato bene di farsi una bella camminata in completa solitudine partendo da Marina di Grosseto, arrivare alla vetta al Monte Amiata e poi visto che c’era ancora un po di tempo, tornare sempre a piedi nella cittadina balneare. Petrucci ha fatto scattare il cronometro alle ore 06,00 del 5 giugno dalla battigia di Marina di Grosseto ed è arrivato in cima all’Amiata, toccando la Croce, alle ore 21,30 dello stesso giorno. Subito dopo è ripartito per Marina, dopo avere camminato quasi ininterrottamente giorno e notte per 35h e 28′. Il grossetano, in pratica ha percorso 155 chilometri, con solo 2800 metri di dislivello, perdendo durante la sua fatica circa 3 chilogrammi di peso. E’ un buon risultato, tenendo conto che Pertrucci è partito con un allenamento inesistente a causa del “Lockdown” per l’emergenza sanitaria. Questi i numeri, ma poi c’è stata l’avventura. “Sono stato sulla strada asfaltata fino a Baccinello prendendo un bel po di acqua portata da un forte temporale” commenta Petrucci quando racconta la sua esperienza, che aggiunge “Da Baccinello ho preso una strada bianca, che passando vicino Stribugliano e su su fin sotto il Monte Labro, che mi ha avvicinato al paese delle Bagnore. In questa bella e collinare parte del tragitto, ho avuto degli “Incontri” non proprio consigliabili. Tanti troppi cani da guardania lasciati liberi e anche qualche cinghiale che mi guardava con sospetto. Comunque dalle Bagnore sono salito per il bosco fino alla località di Aia dei Venti e ho continuato a camminare sull’ asfalto fino al Prato della Contessa. Seguendo la pista della panoramica sono arrivato in vetta. Alla “Croce” ho trovato una foschia molto umida che mi pregiudicava la visibilità. Ho avuto appena il tempo per scattare due o tre foto e via in discesa fino all’abitato di Arcidosso. Durante la notte, ho fatto una sosta di 50′ minuti a Monticello, sotto il piccolo porticato di un’abitazione dove ho dovuto sfrattare tre gatti. Ho mangiato, ma sempre in itinere. Di giorno entravo nei bar o nei forni dei paesi e mangiavo schiacce, pizze, biscotti salati, che poi divoravo camminando. Di notte mi sino arrangiato con le barrette energetiche. Devo ringraziare Fabio Belli, che mi è venuto incontro e mi ha portato dei buonissimi bomboloni alla cioccolata. Avevo con me lo zaino, lampada frontale, racchette, scarpe da trail, orologio gps, abbigliamento di ricambio sia leggero che pesante per la notte, occhiali, fischietto, coltello, coperta termica di sopravvivenza, sali minerali, barrette energetiche e la mascherina viso per entrare nei luoghi pubblici. Il progetto originale era di fare il percorso inverso sulla stessa traccia dell’andata, ma gli incontri avuti durante il giorno mi hanno sconsigliato di affrontare gli stessi problemi di notte. Quindi ritorno su asfalto passando dai paesi di Monticello, Cinigiano, Arcille, Istia e così via fino a Marina di Grosseto. Per buona parte degli ultimi 30 km sono stato accompagnato, o anche solo avvicinato da mia moglie Roberta e da tanti amici che mi hanno sostenuto e incitato fino all’arrivo. Concludo questa avventura con tanti dolori, ma altrettanta soddisfazione per aver pensato e concluso questo viaggio” conclude Petrucci. Ma c’è stato anche il tempo per la premiazione a sorpresa. Il presidente e organizzatore della “Mare Vetta Mare” ciclistica, Paolo Tontoranelli, ha consegnato a Petrucci la famosa “Mattonella” riservata ai ciclisti. Massimo Galletti

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