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Incredibile: Stefano Rosini (Pd) coinvolto nell’acquisto del Catania, ma è estraneo alla vicenda e la cosa finisce in Procura.
Grosseto Un volto noto del calcio e della politica grossetani, Stefano Rosini, da ieri è diventato (suo malgrado) un nome conosciuto anche a Catania. Infatti, come riportato dai colleghi di Meridionews.it, nell’articolo dal titolo “Il bluff dei petrolieri americani che volevano il Catania. In Procura finisce pure un documento d’identità falso“, Stefano Rosini è stato tirato in ballo perché durante le trattative per l’acquisto del club etneo è saltato fuori un documento con i suoi dati anagrafici, ma utilizzato da una terza persona che ha tentato di sostituirsi a lui. Sembra uno scherzo, ma è tutto vero. Facciamo un veloce riassunto. Il Catania è in vendita e durante i primi giorni di maggio è arrivata una proposta di acquisto da parte dell’Apache Corporation, società petrolifera statunitense con sede a Houston, in Texas. In Italia, secondo i documenti presentati, incaricato a trattare l’acquisto del club siciliano viene dato mandato all’avvocato Alessandro Lombardo di Torino, il quale esibisce una specifica delega con la firma di tale John J. Christmann IV, ceo dell’Apache. Il documento sarebbe stato redatto e firmato nello studio del notaio Walter Zandrini di Lugano, un professionista che nel 2014 è stato coinvolto in un’inchiesta per presunte truffe internazionali dove, secondo gli investigatori, alcune operazioni finanziare sarebbero state compiute per danneggiare Ubi Banca e Jp Morgan. La prima cosa che non convince in casa rossoblù è la firma di Christmann IV visto che pare non essere originale. In ogni caso, l’avvocato Lombardo prosegue la trattativa volando a Catania dove si incontra con i legali di Finaria (la società che detiene il club) e il presidente Nino Pulvirenti. Si inizia a parlare di cifre: 10 milioni di euro. Tuttavia, durante questa fase non passa inosservata la presenza di un terzo soggetto, definito il referente italiano dell’Apache Corporation. Si tratta di un avvocato originario di Enna, con studio legale a Roma, ma residenza all’estero. Al momento in cui gli viene chiesto di qualificarsi, il soggetto in questione tira fuori un documento: Stefano Rosini, nato a Grosseto, classe ’67. Qualcosa non quadra e dopo un rapido controllo è chiaro che non si può trattare del vero Rosini, il quale, lo ricordiamo, è un insegnante di educazione fisica, ex-consigliere comunale, allenatore di calcio giovanile nonché dirigente del Pd grossetano. Insomma, un tentativo di sostituzione di persona in piena regola, con tanto di documento d’identità falso. Ovviamente, tutto finirà in Procura, così come l’Apache Corporation ha fatto sapere di non avere nessun interesse in Italia.