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Fdi: il ministro Bellanova si dimetta a prescindere, anche solo per averla richiesta la solita sanatoria per gli immigrati clandestini.

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In piena emergenza sanitaria ed economica, ove milioni di italiani sono in crisi di liquidità e non sanno come fare a pagare le bollette (che non sono state sospese) i mutui , gli affitti e speso anche i medicinali, un ministro del governo PD/M5S che fa? Chiede la sanatoria per centinaia di migliaia di immigrati irregolari ,  giustificata dalla necessità di contrastare la carenza di manodopera di braccianti.

600 mila sostiene il ministro Bellanova, minacciando di dimettersi.

Ebbene – sostengono Fabrizio Rossi presidente provinciale di FdI e Alessandro Gandolfi responsabile provinciale dipartimento sicurezza Fdi – il ministro si dimetta e basta. Si deve dimettere se non accolgono nel governo la sua proposta. Si deve dimettere comunque se fosse accolta la regolarizzazione perché in un anno da 600 mila regolarizzati diventerebbe almeno il doppio con i ricongiungimenti familiari, andando ad aggravare la già precaria situazione di disagio sociale che ormai è manifesta in tante parti d’Italia.
Fratelli d’Italia è decisamente contraria a questo tipo di sanatoria; il Governo piuttosto decida di impiegare nei campi coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza e risultano idonei per questo tipo di impiego. Si reintroducano i “Voucher”, che hanno lo scopo di sopperire alla carenza di risorse umane, soprattutto per il periodo delle imminenti raccolte. Anche nella nostra realtà i percettori di reddito di cittadinanza sono tantissimi e pronti per essere indirizzati per lavorare in agricoltura, ovviamente con una retribuzione idonea e non da sfruttamento.
In Maremma i giovani che solitamente nel periodo estivo preferivano andare a fare lavori stagionali nel settore turistico, in larga parte non verranno confermati a causa della crisi di presenze dovuta al Covid-19. Tantissimi non verranno assunti quest’anno, ma possono essere impegnati nell’agricoltura garantendone una retribuzione giusta. La nostra realtà è fortemente agricola e può rappresentare opportunità di lavoro senza nuovamente ricorrere agli immigrati, per giunta irregolari.
Di questo dovrebbe occuparsi il ministro.
L’indegna pratica del caporalato – proseguono i due esponenti di FdI – non si estirpa con le regolarizzazioni di immigrati irregolari, ma con la repressione dei reati e con l’introduzione di un giusto compenso per i braccianti.
Altrove in Europa, per la carenza della manodopera nell’agricoltura sono state adottate altre soluzioni: riconversione di coloro che hanno perso il lavoro in altri settori, impiego dei percettori di cassa integrazione, apertura di “corridoi”  per il transito dei lavoratori agricoli da un paese europeo all’altro, grazie agli accordi con i Paesi dell’Est Europa.
La regolarizzazione di centinaia di migliaia di immigrati clandestini sarebbe dopo la scarcerazione dei mafiosi, un altro segnale negativo da parte del Governo, che farebbe passare il messaggio sbagliato che chi non rispetta le nostre leggi la può fare sempre franca .
Il ministro si dimetta. Evidenzia con queste proposte la sua inadeguatezza e le associazioni di categoria del settore non cadano nel tranello. Non è aumentando gli immigrati nel settore agricolo che usciranno dalla crisi settoriale nella quale si trovano.
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