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Pini di via Mascagni, il sindaco sia il primo a dare l’esempio
GROSSETO AL CENTRO il 9 marzo 2020 ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana contro il Sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna nella sua qualità di Ufficiale di Governo, il Segretario generale Dott. Luca Canessa in qualità di responsabile del procedimento ed il Ministero dell’Interno per l’annullamento previa sospensione dell’Ordinanza contingibile ed urgente n. 47 del 6 marzo 2020. L’udienza è stata fissata il prossimo 25 marzo.
Oltre agli aspetti tecnici e amministrativi che si possono leggere nel ricorso al Tar allegato, questa vicenda ci offre lo spunto per una riflessione sul piano etico, fino a toccare il concetto di democrazia.
GROSSETO AL CENTRO non condivide il comportamento del Sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che, nonostante l’emergenza nazionale, a nostro modo di vedere fa un uso improprio di uno strumento eccezionale, è cioè l’ordinanza contingibile e urgente, che dovrebbe essere utilizzata solo per situazioni eccezionali di emergenza. Lo fa per legittimare la chiusura del procedimento amministrativo svolto dagli uffici comunali per fare i lavori su via Mascagni, procedimento non ancora concluso per le sue lacune e per inadempienze di chi l’ha imbastito, condotto, approvato.
Altro che efficienza! Possibile che dopo due anni dall’approvazione del progetto in giunta qualcuno pensi di dover utilizzare un’ordinanza contingibile e urgente per concludere dei lavori pubblici ordinari? È davvero così urgente il taglio dei pini nel momento in cui la città e l’intero paese affrontano una vera emergenza? Le persone che in tutto il paese si affacciano alle finestre per farsi coraggio e per cantare insieme, hanno bisogno di assistere al taglio degli alberi della propria città in un momento come questo? I lavori sono stati autorizzati sotto il profilo acustico in un momento in cui tutti sono a casa?
E ancora, è davvero urgente avviare un cantiere che limita la viabilità di un’arteria cittadina importante, anche per i mezzi di soccorso? È davvero urgente un’operazione che espone a rischio contaminazione le maestranze? Se, come dice il sindaco, la strada è pericolosa per l’incolumità dei motociclisti, perché in questi due anni non sono state adottate misure per far rallentare i veicoli e aumentare la sicurezza? Se gli uffici preposti hanno trovato soluzioni tecniche volte a garantire la temporanea sicurezza della circolazione – come si legge nell’ordinanza – senza violare la legge che tutela la nidificazione, è giusto e ha diritto il sindaco a derogare ai pareri tecnici dei propri uffici assumendosi la responsabilità di ordinare comunque i lavori? A nostro avviso qui non si tratta di una coraggiosa assunzione di responsabilità quanto di una difficoltà ad ascoltare gli altri: gli uffici tecnici competenti in materia e la comunità civile.
Se è giusto che il sindaco faccia abbattere ora il filare di 52 alberi giovani, sani e stabili di via Mascagni, qualcuno dovrebbe pagare le conseguenze di due anni di ritardo, le spese sostenute, gli incidenti accaduti. Il rigore è opportuno, a maggior ragione quando si spendono i soldi pubblici, ed è quello che ci aspettiamo dal primo cittadino. Come?
La Costituzione e le regole della convivenza civile ci insegnano che le norme devono essere rispettate innanzitutto da chi le rappresenta nelle istituzioni. Per questo GROSSETO AL CENTRO ritiene che il sindaco non dovrebbe esimersi dal perseguire con convinzione i funzionari che egli stesso ha platealmente smentito e sfiduciato con l’ordinanza. Chiediamo inoltre che il primo cittadino persegua le ragioni per cui la sua amministrazione non è stata capace di finalizzare i propri intenti, a distanza di due anni, in merito ai lavori di via Mascagni.
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