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Emanuela Pantani, una vita dedicata al pugilato. L’ex campionessa europea e del mondo si racconta

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Grosseto. La palestra è la sua vita. Il ring la sua casa e i guantoni la sua passione. Per la grossetana Emanuela Pantanie è così dal 1996, quando ha iniziato la sua carriera di pugile che l’ha portata alla conquista nel 2007 del titolo europeo nei pesi gallo e nel 2008 del titolo mondiale Wba. La Maremma è stata da sempre terra di grandi pugili e la Pantani non fa eccezione. Nasce in una famiglia dove lo sport si respira ogni giorno. Inizia a cinque anni con il nuoto e a sei con la ginnastica artistica che pratica per undici anni a livello agonistico, nel frattempo continua a nuotare. Poi per quattro anni si ferma. Frequenta l’università a Firenze. Emanuela torna a Grosseto e trova una locandina dove di parla del “Savate” la boxe francese e incuriosita prova a praticarla. Dopo tre mesi gli viene proposto di fare il primo match a contatto leggero, che vince per “Ko” alla terza ripresa contro una avversaria, amica di Firenze che ritroverà anni dopo nella nazionale di pugilato. Da quel momento è amore a prima vista. Emanuela seguita dal maestro Raffaele D’Amico continua a combattere alternando il “Savate” alla “Kick boxing”. E match dopo match arriva al “Contatto pieno” che la porta a lottare per il titolo italiano e per il titolo europeo con il Savate in Francia. Dopo un grave infortunio ad un ginocchio, che la grossetana si procura in “Spagna” nel corso di un incontro di “Kick” e a soli quattro mesi dall’intervento, la Pantani sale sul ring a Parigi contro una francese e vince nel “Savate”. Arriva in Italia il pugilato femminile e dopo un anno la grossetana prova per la nazionale, ma prima deve dimostrare di saper boxare e lei lo fa alla grande vincendo prima il campionato regionale al debutto nel 2001 e subito dopo il campionato italiano battendo in finale la stessa amica di Firenze che aveva già sconfitto nel primo match anni prima nel “Savate”. Grazie a questi risultati si ritaglia un posto in nazionale nella categoria dei 57 chili dove rimane per tre anni conquistando sempre il titolo nazionale. Anche nei match internazionali, la Pantani è un rullo compressore e fa fuori tutte le avversarie, le stesse che ritroverà sul ring prima all’europeo e poi al mondiale dilettanti. “ Gli anni passano e mi avvicino al momento in cui dovrò smettere con il dilettantismo” spiega la grossetana “ Arrivo al mondiale in Russia. per l’Italia sono sempre agonista perché da noi si può combattere fino ai 35 anni compiuti, mentre a livello internazionale sei esclusa. Il risultato è quello di buttare via tre mesi di ritiro, di preparazione, di tanti sacrifici e privazioni. Arrivata al peso mi stoppano e non mi fanno salire sul ring” Una beffa per la maremmana, visto che Il mondiale sarà vinto dalla stessa atleta turca che Emanuela aveva già battuto nei match internazionali. “Per me è stata una tragedia e una delusione difficile da smaltire, che supero dopo avere finito la carriera da dilettante con la chiamata nei professionisti della promoter internazionale Rosanna Conti Cavini che mi vuole nella sua scuderia” Nel 2006 arriva il debutto contro Kata Satorhegyi, che vince ai punti. Dopo altri cinque incontri, il 27 novembre 2007 combatte per il titolo europeo nei pesi gallo dove si sbarazza per “Ko” dell’ungherese Elena Miftode. Arriva la chiamata per il mondiale in una categoria di peso che non è la sua. “Pesavo 57 chili, ma dovevo scendere drasticamente” spiega ancora la grossetana. Raffaele D’Amico non è d’accordo e anche lo staff medico mi sconsiglia di combattere in questo peso alla soglia dei 40 anni. Ma io sono testarda e mi prendo la responsabilità di andare avanti. Inizio la preparazione e perdo nove chili in 45 giorni. Arrivo al giorno del match che peso 52 chili e quattrocento. Avevo vinto la prima battaglia contro il peso. Il giorno dopo, Il 19 dicembre 2008 vinco la seconda. A Grosseto davanti al mio pubblico conquisto il titolo iridato dei pesi gallo in versione Wba, contro l’argentina Betina Garino. Ma arrivare  al titolo mondiale non fu facile per Emanuela Pantani “ L’allenatore dell’argentina aveva bisogno di un “Colpitore” e viene mandato un nostro tecnico, che tornato in sede mi chiama e mi dice di stare attenta, perché la Garino ha i mattoni al posto delle mani. Salgo sul ring e sul finire della prima ripresa mi tira un gancio, che mi manda quasi “Ko”. Fortunatamente mi salva il “gong” Vado all’angolo e mi riprendo. Da quel momento in poi lottiamo per tutte e dieci le riprese che alla fine vinco. Dopo circa un anno mi viene proposta la difesa, ma questa volta in Argentina. Inizio la preparazione, ma arrivata ad un mese dal match, mentre mi alleno al sacco, faccio una torsione e sento una fitta tremenda al ginocchio, non quello operato. Purtroppo mi sono rotta i legamenti, la rotula e il piatto tibiale. Provo a continuare con un tutore, ma l’ortopedico che mi segue, mi dice che che ci vuole troppo tempo per recuperare anche provando con un tutore. Rischio di rimanere claudicante a vita. Non ne vale la pena. Per un anno sono stata ferma con l’idea di operarmi e ritornare, ma ho capito che era arrivato il momento di lasciare. Allora ho deciso di continuare come tecnico e prendo la qualifica . Fra Savate, kick e pugilato insegno da sette anni e ora sono arrivata al secondo livello e ho tutte le intenzioni di continuare. Nel frattempo sono stata nominata responsabile della selezione regionale femminile di pugilato in Toscana. Gli sport da combattimento sono la mia passione, che insegno tutt’ora nella palestra Fight Gym di Grosseto.” conclude Emanuela Pantani. D’altra parte, La palestra è la sua vita. Il ring la sua casa e i guantoni la sua passione.  Massimo Galletti

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Bellissimo articolo, storia stupenda, Manu sei fortissima

Brava Manu….

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