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Grosseto Calcio

Grosseto-Vorno: ovvero Davide contro Golia

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Grosseto. Il prossimo avversario è il Vorno, compagine della provincia di Lucca. Una piccola frazione del Comune di Capannori, talmente esigua che se domenica si presentassero tutti gli abitanti alla biglietteria dello Zecchini non riuscirebbero a riempire lo stadio.

Una società familiare, basata sulla politica dei piccoli passi, ma che fa rumore. Lo scorso anno è stata capace di primeggiare nella Promozione girone A duellando fino in fondo con il Camaiore e riuscendo a staccare compagini blasonate come Pietrasanta e Quarrata. Non da dimenticare che il Vorno è stato autore di un quasi double sconfitto solo ai rigori in Coppa Toscana dalla Chiantigiana.

Il club lucchese è guidato in panchina dalle sapienti mani di Alfredo Cardella, che prima dell’ultima stagione si era preso ben quattro anni sabbatici, ma autore della bella favola della Folgor Marlia di qualche stagione fa.

Una neopromossa che arriva carica di entusiasmo, la quale nelle prime due uscite ufficiali è stata capace di passare in Coppa Italia a Cenaia per 3 a 1 e, nella prima di campionato, di surclassare la neo retrocessa Montecatini con un roboante 4 a 0.

Dunque, nel tragitto che porta in Maremma, il Vorno cercherà di travestirsi da guastafeste.

In sede di calciomercato il ds Dal Porto ha cercato di inserire dei giocatori di categoria che porteranno e aiuteranno esperienza ai tanti giovani che ha lanciato in questi anni, anche perché il Vorno ultimamente si è accaparrato tanti giovani di qualità.

La linea difensiva è rimasta pressoché invariata, inserendo dei giovani come Frugoli (2000) dall’Atletico Lucca, Cretu (2000) dalla Folgor Marlia e Dell’Orfanello dalla Berretti della Lucchese, a centrocampo ha inserito Gamba, ex-centrocampista di Urbino Taccola e Cenaia che è il metronomo, il giovane Granucci (classe 1999) dall’Aglianese e Tabarrani (un 2000) dall’Atletico Lucca.

In avanti sono arrivati Antonio Palazzolo, attaccante con un passato importante, l’ultima stagione al Bozzano in prima categoria, Remedi, eclettica seconda punta, lo scorso anno prima nelle file del Cenaia e poi della Cuoiopelli, capace con i suoi guizzi di far impazzire le difese avversarie, Balducci dal Barga e Houdi classe 2001 dal Livorno. Allo stesso tempo sono stati capace di trattenere il bomber Petracci, lo scorso anno autore di 24 reti e ricercatissimo anche da squadre di categorie superiori.

L’impostazione tattica che predilige il mister è un 4-3-3 oppure un rombo a centrocampo, anche se l’obiettivo principale è la salvezza cerca sempre di giocare la palla e l’input non è quello di chiudersi nella propria metà campo, insomma, la classica formazione da prendere con le molle.

Vediamo se “Davide” troverà per la strada la fionda e i sassi per sconfiggere “Golia”.

 

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Mi viene da piangere

Viene da domandarsi chi è David e chi è Golia?

Giuro….anche a me assale una tristezza infinita…

Chissà perché, ma leggendo questo articolo mi è tornato in mente un film degli anni 70 con la mitica (e bellissima) Laura Antonelli: MIO DIO, COME SONO CADUTA IN BASSO!

Che tristezza infinita…prima ci togliamo da qui meglio è.

io capisco che la categoria è quella che è, però sotto gli articoli di vittoria nessuno commenta.

Tutti tristi,tutti schifati ma tutti i santi giorni sono qui a commentare…la domenica dovrebbero trovarsi al parchino di Via Giotto a dare da mangiare ai piccioni….forza Grosseto!!!!

L’unico commento possibile, dopo aver battuto il Ponte Buggianese o (come auspicabile) il Vorno, è: ci mancava altro che non si vinceva!

Ma cosa vuoi commentare, le vittorie contro il Cenaia o il Vorno? Sai che esaltazione! Ma per favore!

A me la tristezza la fanno venire questi commenti. Non li capisco e non li approvo. Ma che tifosi siete?
FORZA GRIFONE sempre dovunque sia!
Per favore tacete e pensate ad altro.
Bye

Non c’è molto da capire: il fatto è che per molti sportivi grossetani, tra cui il sottoscritto, essere tifosi non vuol dire ripetere all’infinito FORZA GROSSETO, ma avere a cuore le sorti della squadra della propria città, laddove per avere a cuore s’intende anche considerare con spirito critico e con preoccupazione le vicende biancorosse, specie quando – come in questa fase – la situazione non è affatto soddisfacente e le prospettive sono tutt’altro che rosee.

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