Calcio
Futuro nero per il nostro calcio provinciale senza settori giovanili all’altezza
Grosseto. La domanda che mi pongono in tanti è: che futuro avrà il calcio provinciale maremmano? La risposta al momento non può che essere negativa.
Il futuro è incerto e a testimonianza parlano i numeri che in questo caso non lasciano spazio a interpretazioni. Nessuna squadra che partecipa a campionati professionistici, una formazione che è sparita dal panorama calcistico provinciale, quale è la Castiglionese ed un’altra che riparte dalla Terza Categoria: il Rocccastrada. Per non parlare dei settori giovanili. Forse il problema principale del futuro parte proprio da questo punto. Vi siete mai chiesti per la prossima stagione quante squadre prenderanno parte ai campionati regionali?
Ve le elenco in maniera rapida: Juniores nazionali per il Gavorrano che avrà anche gli Allievi e i Giovanissimi, Juniores regionali elite per l’Us Grosseto e Regionali per l’Invicta e l’Albinia (se non vi rinuncia) ed Allievi per la Nuova e la Giovanile Amiata. Il resto? Niente. Zero di zero. Come si può credere in un futuro migliore del nostro calcio se queste sono le premesse, se le squadre della nostra provincia fanno campionati che non vanno oltre i propri confini territoriali. Quali saranno i futuri giocatori che potranno farci fare il salto di qualità? Mi pare essere tornato indietro di 30 anni quando chi andava a giocare a Siena veniva visto come un marziano del calcio, mentre solo fino a pochissimo tempo fa poteva scegliere di disputare campionati professionistici giovanili con le maglie di Gavorrano e Grosseto. Un vuoto incolmabile e che testimonia come non ci sia nessuna programmazione delle nostre società, ma tanta divisione e voglia di accaparrarsi le quote per le scuole calcio e niente di più. Dati che devono far riflettere per ripartire se si vuole che solo questo sia l’ennesimo anno zero del nostro calcio.
Premesso che caro Fabio hai dimenticato la Juniores Regionale di Invicta e Albinia dal tuo elenco, direi che hai centrato il problema! Faccio un’altro tipo di premessa:
– Gavorrano miglior squadra della provincia che non ha settore giovanile e ha dovuto fare un accordo con il Sauro per averlo;
-:Grosseto seconda squadra della provincia che non potrà partecipare ad altri tornei regionali oltre alla Juniores perché non ha un vero settore giovanile che occupa tutte le categorie;
– San Donato terza squadra della provincia non ha nessun settore giovanile;
– Sant’Andrea squadra dei record in seconda nessun settore giovanile;
– Alberese squadra di prima categoria dove servno i fuoriquota nessun settore giovanile;
– Nuova Grosseto storico settore giovanile Cittadino una solo squadra regionale, prima squadra in terza categoria e un solo campo per tutto il settore giovanile;
– Chiudo con Invicta definita Elite, lascio stare lo scandalo dello scambio di bambini al Sei Bravo di qualche anno fa, lascio stare la prima squadra in terza e che lo scorso anno non si è presentata a giocare a Cinigiano
lascio stare che abbia una solo squadra Regionale, ma come si fa a fare calcio in un campo di calcio a 5 uno di calcio a 7 e uno di calcio a 11 con più di 350 iscritti?
Queste sono solo alcune fotografie della provincia ho voluto lasciare fuori situazioni come Massa Marittima o Follonica, oppure il Sauro che ultimamente ha scoperto il dolce sapore di organizzare una sagra! Le sagre il vero motivo del fare calcio in Maremma!
Concordo in pieno….anche tu hai centrato tutto in poche righe….il problema di Grosseto e la maremma è proprio questo anche la mentalità in generale…su tutto…l’importante è una bella sagra….fare due soldi subito per strapagare qualche “sorbo” che fà una decina di reti…questa è la realtà, per i ragazzini è un vero dramma….non hanno veramente sbocchi….siamo fuori dal circuito e le varie “affiliazioni” Empoli…Torino…Fiorentina etc..sono solo fumo negli occhi.
Se il sistema non cambia il futuro è poco roseo….
Le vostre chiare analisi le condivido in pieno. Ma vi siete dimenticati un altro elemento importante che contribuisce a questa triste situazione ovvero la crisi demografica ed economica di cui sono vittime aree arginali come la maremma. Mi spiego meglio. Ho vissuto e giocato una “vita” in un paese collinare della nostra amata terra, son uno dei tanti figli del “boom economico” degli anni sessanta. Ho quindi iniziato a tirare i primi calci a metà degli anni settanta. A quell’epoca il percorso calcistico iniziava nelle strade, nei parchetti con le stesse scarpe e vestiti con cui la mattina si andava a scuola. Il pomeriggio i paesi erano animati dal vocio caratteristico di questi branchi di ragazzini. Alle scuole medie c’era la prima selezione con i tornei provinciali . Chi superava questa prima scrematura entrava nelle squadre giovanili (esordienti o giovanissimi) del proprio paese. Quelli bravi veramente venivano invitati a dei provini fuori provincia, gli altri andavano a rinfoltire le schiere della squadra paesana di 3 o 2° categoria oppure nella prima categoria (che a livello qualitativo può essere considerata l’eccellenza di oggi). Nonostante tutte queste scremature il numero dei “sopravvissuti” era più che sufficiente per la sopravvivenza di squadre sia nei paesi che nei centri più importanti della provincia. Oggi il numero dei ragazzini si è drasticamente ridotto e di questi solo una parte decide di dedicarsi al calcio. Questi pochi, inoltre, non hanno subito tutta la “gavetta” di cui parlavo prima e quindi inevitabilmente oltre che numerico il problema è anche qualitativo. Purtroppo non vedo al momento una possibile inversione di tendenza.