Calcio
Salipante: “Vi spiego il motivo delle mie dimissioni. Volevo difendere il mio operato”
Manciano. Avevamo preso un impegno e c’eravamo fatti una promessa con l’ex allenatore del Manciano, Salipante. Non appena la squadra biancorossa fosse stata salva (e ormai lo è quasi) ci saremmo incontrati per un’intervista per spiegare le motivazioni dell’addio del tecnico laziale. Come da volontà dello stesso allenatore, abbiamo fatto trascorrere del tempo per non creare polemiche e contraccolpi alla società biancorossa.
Allora Salipante finalmente a distanza di quasi due mesi ci troviamo, cosa ci dici a mente fredda?
<<Innanzitutto, ringrazio Mancino e il ds Biondi per avermi chiamato a confrontarmi in un campionato molto qualitativo e bello con un una grande organizzazione come è la Prima Categoria in Toscana. Colgo l’occasione per salutare anche Alessandro Renaioli, amico ed ex-compagno di squadra>>.
Finalmente ci puoi spiegare i motivi delle tue dimissioni?
<<Andiamo un po’ indietro con il tempo e facciamo delle premesse per mia dignità e per correttezza. Negli ultimi due anni ho vinto due campionati, quindi mi ritengo più fortunato che bravo perché in effetti non è mai facile vincere. Per proporre la mia idea di calcio quando sono stato contattato l’estate scorsa da Biondi ho fatto una richiesta: avere almeno 22 giocatori in prima squadra, poiché non avrei avuto una formazione Juniores dalla quale attingere. La società mi chiesto di portarne 12/13 da aggiungere ai fratelli Ballerini, Lusini, Katrin, Laghi, Merli più Abbelli, Berna, Ferrigato e Paliciuc. I primi a dicembre se ne vanno Lusini, e Katrin, mentre Laghi e Merli non li ho mai visti>>.
Mister vuoi dire che da quel momento iniziano i tuoi problemi?
<<No, direi anche prima. Il 26 agosto partiamo in preparazione, il primo giorno si fa male Giacca a Scarlino in amichevole poi rientra a febbraio e si rompe il tendine rotuleo. Ad inizio settembre grave stop per Abbelli (crociato, ndr) e ad ottobre stessa storia per Scaramozzino. Nonostante tutte queste vicissitudini, alla decima di campionato siamo terzi in classifica, frutto della bravura dei ragazzi che, seppur senza cambi, avevano sopperito. Premo per un attaccante centrale e ci mettiamo sul mercato. Pacenza sembrava cosa fatta e invece fa dietrofront, Pecci non accetta, mentre Schiano non è interessato a un ritorno. I primi di dicembre, perdo La Rosa per tre mesi per un problema di cervicale e anche il portiere Ciaccia dopo il derby di Pitigliano. Prendo Notari che convinco a venire dal Civitavecchia e un 1998, Clemente. Nel frattempo abbiamo sempre problemi di infortuni con Paliciuc e Sacripanti, così come per Iacovella per uno strappo muscolare e Berna per un’infiammazione auricolare>>.
Avevate quindi una rosa ridotto ai minimi termini da come mi sembra di capire…
<<Da Natale fino al 7 marzo eravamo dieci giocatori in rosa e la società non mi ha trovato nessuno. Tessero due amici: Diego Cappelleti (50 anni) e Italo Di Bagio (48 anni). A quel punto io dignitosamente mi sono fatto da parte anche perché la società mi dice che qualche giocatore non mi segue più. Sono comunque sereno perché lascio i ragazzi a 25 punti con + 8 sulla terz’ultima sapendo che da lì a poco con il rientro di La Rosa, Manini, Paliciuc e Sacripanti non avrebbero avuto problemi dato che con i giocatori io ero arrivato fino al terzo posto in classifica>>.
Ti aspettavi che la dirigenza non accettasse le tue dimissioni?
<<Io volevo vedere che succedeva ed ero disposto e disponibile a non mollare. Volevo dare un segnale forte>>.
Come ti sei sentito in quel momento?
<<Fa parte della vita degli allenatori, forse la dirigenza non era più dalla mia parte. Certo però sentir dire in una recente intervista il presidente Cherubini che il nuovo allenatore ha messo i giocatori al posto giusto mi fa sorridere e non lo dico con polemica nella maniera più assoluta. Magari non si ricorderà nella situazione di rosa in cui eravamo. Mi piace sottolinearlo solamente per tutelare il mio operato e il mio modo di fare calcio>>.
Riusciremo a breve a vederti nuovamente nel nostro calcio?
<<Penso e spero di sì. Il prossimo anno dovrei confrontarmi con la realtà laziale in Promozione o Eccellenza, ma vi assicuro che ci rivedremo. Colgo l’occasione per salutare tutti i tifosi del Manciano e Arnaldo Biondi per l’affetto dimostratomi in questi mesi>>.