Calcio
Arezzo, un caso gestito all'”Italiana”, storia di un calcio malato
Grosseto. L’Arezzo ha ottenuto l’ok all’esercizio provvisorio. Questo l’esito celere della camera di consiglio del Tribunale di Arezzo che ha individuato in Giovanni Grazzini il curatore fallimentare.
La squadra amaranto così finirà la stagione (come il Vicenza ndr) a meno che non paghi entro il 16 di marzo gli stipendi arretrati ai tesserati che causerebbe la revoca dello stesso.
Altro esempio di un calcio italiano malato, soprattutto dalla Serie C in poi, dove dopo i casi di Modena e Vicenza se ne somma un altro. Un caso che va a “falsare” un campionato con una squadra che deve recuperare i suoi incontri e che magari è stata costruita con soldi che non c’erano e che ha ingaggiato giocatori che non poteva permettersi a discapito di altre società più parsimoniose e che devono lottare per salvarsi.
Troppo tutto facile. Ma il vero problema arriva non quando è scoppiato il “bubbone” e passatemi il termine, ma al momento dell’iscrizione. I controlli sui bilanci, sulle fideiussoni devono essere maggiormente severi e non devono lasciare spazio a dubbi o concessioni.
Una cosa è certa ci vuole un drastico taglio delle società professionistiche con una terza serie a due gironi e con maggiori contributi da spartirsi. Altrimenti continueremo ad assistere a questi episodi del calcio all’italiana, di quello del “volemosi bene”.