Calcio
Editoriale – Il disastro dei settori giovanili è colpa dei dirigenti. Perchè continuare a prendere per il c… i ragazzi?
Faccio una premessa ben precisa e chiara: il mio editoriale questa settimana sarà politicamente scorretto e in alcuni casi anche scurrile, quindi chi vuole può chiudere anticipatamente la pagina e leggere uno dei tanti articoli che facciamo ogni giorno.
Voi tutti vi chiederete il perché. La risposta ve la fornisco subito: sono stanco e infastidito, per non dire un altra parola, vedere ogni domenica i risultati delle nostre squadre del settore giovanile che subiscono solamente sconfitte e non sono mai e dico mai protagoniste, se non in casi veramente eccezionali.
Allora, senza tanti giri di parole, andiamo subito a quello che è il problema vero. La nostra provincia è così sfortunata ad avere pochi ragazzi che giocano a pallone oppure sono scarsi solamente i nostri giovani? Se fosse vera la seconda ipotesi, saremmo veramente degli sfigati; magari basterebbe andare al negozio di alimentari e, come faceva Anconetani, buttare il sale in campo.
Via, per una volta siate seri, cari dirigenti, sapete benissimo qual è il problema: una divisione a livello provinciale mai vista!
C’è chi fa l’Academy con il Milan, chi con il Torino, chi con il Chievo, chi con l’Empoli, chi con il Siena, chi con il Pontedera (mi ci viene da ridere, scusate) e sicuramente me ne dimentico anche qualche altra, magari anche con il Pizzighettone (con tutto rispetto), basta che la cosa sia trendy, che si riesca a prendere maggiori quote dei ragazzi, portarli allo stadio, far comprare qualche tuta, giacchetto o completo e tutti contenti.
Si vuole continuare a prendere per il c… i ragazzi? No, perché, diciamocela tutta, questa è la realtà dei fatti!
Voi genitori pensate davvero che indossando una maglia di una squadra di serie A, vostro figlio avrà un futuro da professionista?
Non credete che forse crescerà meglio come uomo e persona se, invece, gli verranno insegnati i veri valori dello sport?
Chi di voi è a conoscenza che si deve pagare ogni anno una quota alla società professionistica per avere l’Academy che varia intorno ai 5000 euro? Chi non ha capito che questo è solo business per le società professionistiche di Serie A e B? Altro che scoprire i talenti! Quelli i club se li cercano dove vogliono loro, magari all’estero e non hanno bisogno delle Academy!
Allora, signori miei, tutti insieme, fate crescere il nostro movimento provinciale, collaborate e coalizzatevi!
Il SauroRispescia ci sta provando con il Gavorrano, perché non farlo con il Grosseto? Quali sono i problemi?
Siete gelosi? Non avete simpatia per la famiglia Ceri? Il vostro giardino deve essere più verde dell’altro?
Sono qui come direttore responsabile della testata GrossetoSport ad attendere le vostre risposte, ma che siano ricche di argomenti.
Vi conosco e mi conoscete tutti voi dirigenti, ho fiducia in voi, altrimenti sarò qui come sempre a pubblicare i vostri articoli di autocelebrazione per cose che, a mio giudizio, sono per me fini a se stesse.
apprezzo sotto certi aspetti quello che dici.però tu non conosci la realtà delle cose e parli per sentito dire.prima di straparlare devi indagare quali sono i problemi e poi lavorare tutti insieme per risolverli.
Sportivo,
ti celi dietro l’anonimato e accusi il direttore Lombardi di straparlare.
Può darsi che lui straparli, ma tu, evidentemente, ti senti tirato in causa. 😉
Dicci tu quali sono i problemi, così magari lavoriamo tutti insieme per risolverli. 🙂
Io sono pienamente d’accordo con Lombardi, ma purtroppo ci sono persone che del Grosseto e di Grosseto non gli frega nulla. Magari esagerando, mi chiedo anche perché il Gavorrano debba fare un campionato in C stentando e senza avvenire e il Grosseto penare in Eccellenza. Non si potrebbe fare un’unica squadra?
non mi piace il gioco del calcio, non vedo neanche le partite della nazionale. Allora perchè scrivo? perchè ho un figlio che gioca a calcio e perciò le seguo sui campi della provincia, della regione e qualche volta anche oltre. io tifo per lui, qualche volta anche per la sua squadra. devo dire che in questi anni ho cososciuto molti dirigenti, molti allenatori e molti genitori. secondo me è alquanto difficile dire di chi è la colpa per ciò che abbiamo. I dirigenti ovviamente fanno gli interessi della Società e cercano di spendere il minimo possibile per avere degli allenatori capaci. Gli allenatori talvolta pur di indossare quella maglietta, lo fanno anche gratuitamente o quasi. I genitori infine che, secondo me, non sono immuni da responsabilità, hanno figli fenomeni e perciò devono indossare “quella maglia” a tutti i costi. Talvolta gli stessi genitori sono anche “sponsor” e quindi il loro bambino è senz’altro capace e la domenica sarà in campo sempre e comunque. i ragazzi “qualunque” se non sono dei veri fenomeni, faticheranno molto per trovare una collocazione in squadra, qualche volta rimarranno talmente delusi che abbandonano quello sport che non li tratta alla pari degli “altri”. Non conosco famiglie che fanno “mea culpa”, non ho conosciuto Dirigenti che “nella realtà” si mettono in discussione nella formazione calcistica del bambino. le eccezioni ci sono e benvengano ma come si lavora oggi sui campi non credo che porterà a risultati migliori. e non mi sto lamentando per mio figlio, ormai lui va avanti con le proprie gambe, è il sistema che secondo me non funziona, non può funzionare. riflettete!
Caro sportivo mi fa piacere davvero il tuo intervento. Ti posso assicurare che quando scrivo è perché sono a conoscenza di quello di cui sto parlando e non straparlando. Sono di tutte le situazioni presente in ogni settore giovanile, delle vostre simpatie, antipatie dei vostri pregi e difetti e dei vostri peccati.
Ho assistito ed intervistato più di un rappresentante delle academy, quindi direi che sono abbastanza preparato sull’argomento.
Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento, ma ripeto bisogna farla finita di prendere per il c… i ragazzi. Magari sportivo se ti senti tirato in causa puoi farmi ricredere esponendo le tue idee.
Chiudo dicendo che mi ha fatto piacere che molte società mi abbiano chiamato per esporre le proprie idee
Sono un allenatore del Settore Giovanile, ho lavorato con tantissimi giovani tra Lazio e Toscana, la colpa, seconda la mia esperienza e quello che non c’è un progetto giovanile, parto dalla mia categoria i “Mister” poco preparati e con in testa una sola cosa la VITTORIA, mai un vero progetto di crescita che passa dall’aspetto tecnico individuale a quello di far capire il vero significato di SCUOLA CALCIO, ma ci sarebbe da parlare in eterno….poi le società…..ogni società pensa solo ed esclusivamente alla prima squadra, e i dirigenti di solito sono quasi tutti occasionali senza pretese….. insomma hai sollevato un bel post ma secondo me inutile….
Forse bisognerebbe, una volta per tutte, prendere atto di quello che siamo veramente. Una città, una provincia, mediocre, che, in quanto tale, esprime mediocrità anche nello sport e nel calcio. Pochi ragazzi sparsi su un territorio enorme, con una viabilità da terzo mondo, strutture sportive fatiscenti, non mi risulta che a livello giovanile e non si emerga in qualche sport. In qualsiasi altra provincia Toscana organizzerebbero un torneo come il Passalacqua con squadre partecipanti a campionati regionali o nazionali, noi, con tutto il rispetto, abbiamo l”Arcille. Forse ci si dimentica che se non viene uno da fuori noi non avremmo mai visto nemmeno la serie B e che senza un non Grossetano facciamo l’ Eccellenza e la nostra massima aspirazione è la serie D, mentre tutti gli altri capoluoghi toscani fanno la serie C. Tutti i nostri migliori ragazzi vanno a Siena o a Livorno e dopo un anno ce li rimandano indietro, forse il problema allora non sono i dirigenti o solo i dirigenti.
Io penso che una realtà come Grosseto debba prendere a modello ed esempio l’Empoli (che da 30 anni fa la spola tra serie A e B) oppure l’Atalanta che è la squadra Italiana non capoluogo di Regione con più stagioni in serie A.
È chiaro che parlo di esempi da seguire non da eguagliare, in questo caso il progetto della famiglia Ceri è chiaro: sviluppo del settore giovanile e realizzazione del centro sportivo. Monteboro ad Empoli e Zingonia a Bergamo, questi sono i loro nomi. Mi auguro che questa sia la volta buona per seguire questa linea. SOSTENIAMOLA!!!!!!!
Bell’articolo, davvero lodevole lo sforzo. Il problema però penso sia complesso e le colpe da distribuirsi tra: allenatori delle scuole calcio che sono in alcuno casi di livello mediocre, bacino di utenza non molto grande e disinteresse delle società maggiori ad investire nel settore giovanile. Qualcuno vada a rivedersi i risultati ottenuti dalle giovanili dell’ U.S Grosseto negli anni della serie B o C.
Spero che magari già con questo nuovo Grosseto le cose cambino ma l’investimento credo debba essere a lungo termine ed accompagnato da un progetto serio.
Credetemi ho evitato di leggere i commenti prima del mio.
Vi dico una cosa che per me è basilare. Abbiamo gli allenatori del settore giovanile più scarsi in assoluto. Tre su cinque non hanno un patentino e pretendono pure rimborsi. Abbiamo i dirigenti più incompetenti d’Italia.
L’associazione allenatori di Grosseto pur di raccattare soldi, sforna corsi su corsi, però permette di allenare a chi è tesserato con un’altra società a chi non ha il patentino etc…
Tutti a casa devono andare.
Ci sono almeno 50 allenatori in provincia non abilitati che è permesso loro di allenare.
Vergogna Vergogna Vergogna
Bravissimo Fabio.
Non è facile affrontare tale argomento ma la mediocrità che si aggira nelle scuole calcio e non solo è allucinante.
Il part-time ed il tempo libero ha reso tutti allenatori e specialisti del settore.
Poi ci scambi due parole e vorresti morire.
Purtroppo non serve solamente saper calciare o stoppare un pallone (anche se le difficoltà sarebbero enormi!!!!) ma occorre avere una preparazione differente e decisamente più ampia.
Per fare calcio in modo serie e di livello ci vuole conoscenza.
Questo chiaramente se lo vuoi fare in modo professionale. Perchè caro Fabio, vogliamo parlare dei procuratori dei giocatori di Eccellenza. Ma dai!!!!!!!
La provincia di Grosseto è sempre stata ricca di giocatori, ma il giocatore viene formato dall’allenatore che incontra non dal fato.
Per me il male del calcio giovanile è semplicemente che la maggioranza degli addetti ai lavori pensa soltanto al presente e non al futuro, pensa al risultato e non a formare i giocatori.
Ci vorrebbe molta più formazione sia ad allenatori che a dirigenti oltre a quello che dici tu, cioè coalizione e condivisione di idee, metodologie, esperienze ecc…
Che dire, i condor hanno cominciato la loro avventura nel mondo del calcio tre anni fa, per adesso solo a livello amatoriale, inserendo gratuitamente i bambini u13 di famiglie in difficoltà socio econimica, inviateci dal comune per dargli pari opportunita ludicosportive, insieme ad altri minori normo economici, che invece compartecipano allle spese con un contributo mensile di €20. Le divise da gioco non sono vendute ma vengono consegnate e ritirate a fine manifestazione. I kit dati in cauzione. Questo Medoto permette a tutti di potersi avvicinare al calcio, contenendo le spese. Nel 2018 abbiamo 46 tesserati, divisi in due gruppi 5/8 9/13 che si preparano agli ordini di mister ciavattini fabio e i suoi collaboratori. Ogni tanto qualche bambino con buone capacità viene visionato da altre società di calcio giovanile, e se ritiene di voler cambiare casacca, è libero di farlo. Noi creiamo opportunità. Nel futuro abbiamo un ptogetto di collaborazione con il nuovobtoselle clacio, con il quale, oltre al campo condividiamo i progetti sportivi che seguono le direttive coni, quindi non un solo sport ma multimedialita’ e cultura sportiva come da direttive coni.
Ciao, Claudio.
Ieri pomeriggio quando ci siamo incontrati abbiamo iniziato il discorso e mi fa davvero piacere questo tuo post.
Devo dire che l’editoriale di Lombardi ha suscitato (come prevedibile) un bel vespaio.
C’è chi si è sentito, a torto o a ragione, tirato in ballo dalle parole e dai riferimenti del nostro direttore.
Chiaramente, chi sa di agire con correttezza, dunque ha la coscienza pulita, non si è sentito chiamato in causa.
Tu, a voce, mi hai evidenziato l’incongruenza del paragone fatto da Lombardi tra vittorie e insegnamento del calcio.
Fabio non voleva certo intendere che è importante vincere a livello giovanile, ma mettere solo in risalto come molti club decidano di aderire alle famose accademie delle società professionistiche col solo intento di reperire ragazzini ai quali far pagare anche l’aria che respirano.
Come ha raccontato Fabio (perché ha e abbiamo le prove di ciò), ci sono piccoli club della nostra provincia che, per irrealizzabili mire personali o per sopravvivere, vendono fumo.
L’iscrizione alle accademie è assolutamente lecita, basta che non si dica che è la migliore strada per insegnare calcio ai ragazzi.
Infatti, non è accettabile vedere certi dirigenti (assolutamente auto-referenziali e improvvisati, te lo garantisco), che vanno in giro raccontando di essere in rapporti speciali con il club professionistico di turno e che, di fatto, sono espressione di quel sodalizio sul territorio.
Si parla di continui provini, di organizzazione al top, si fa credere ai ragazzi di far parte in qualche modo del club professionistico che è a capo dell’accademia, ma, appunto, è fumo.
La verità è assai diversa da quella che si racconta.
Se un club professionistico sceglie di investire in varie zone d’Italia, lo fa di tasca propria e non pretende di ricevere quote annuali. 😉
Il club professionistico organizza specifici provini e/o manda osservatori in giro per l’Italia alla ricerca di giocatori sui quali investire.
Figuriamoci se hanno un minimo valore le giornate “premio” che i club professionistici organizzano presso i propri centri, invitando 3-4 ragazzini per ogni società aderente all’accademia.
Rito che si ripete 2-3 volte all’anno.
Peccato, però, che i suddetti ragazzini, se non correttamente informati, vadano a tali giornate convinti di sostenere chissà quali provini… 🙁
Per quello che mi riguarda, poi, è inconcepibile vedere i club che aderiscono alle accademie rinunciare di fatto ai propri colori sociali per usare quelli del sodalizio professionistico!
A livello giovanile si dovrebbero insegnare (con persone qualificate) valori come il rispetto dell’avversario (che non è mai un nemico), del direttore di gara, del mister, dei compagni, ecc.
Si dovrebbe pensare a insegnare più tecnica e meno tattica.
Sarebbe necessario far capire che vittoria e sconfitta sono facce della stessa medaglia.
Soprattutto, sarebbe doveroso far comprendere che il calcio va giocato per il piacere di farlo, anche se con il passare degli anni la selezione naturale farà smettere molti soggetti.
Ah, dimenticavo, sarebbe giusto anche che i genitori si limitassero a fare gli spettatori (magari tutti corretti ed educati), ma questa, lo capisco, è fantascienza… 🙂
Dove eravate voi giornalisti quando gruppi di ragazzi guidati da franceschelli /grottino vincevano in tutta la toscana se la giocavano ad armi pari con Empoli e Fiorentina Siena ecc… (parlo di ragazzi del 98 che giocavano contro pari età in campionati nazionali) ma per far giocare figli di persone facoltose( che poi diventavano anche sponsor ) allontanavano tali allenatori solo perché non giocava il figlio!
Ma si sa a chi mette i soldi tutto è permesso!
Queste sono le cose che dovreste denunciare , ma lo dovreste fare nel momento in cui avvengono, perché a grosseto tutti sanno….
Ed anche in questo momento nel grosseto c’è chi gioca solo per questi motivi ma vi fa comodo stare zitti!!!
Questo era per far capire che a 8/9/10 anni i ragazzi partono alla pari ma poi a Firenze Empoli ecc le selezioni negli anni vengono fatte in base al merito del ragazzo a Grosseto in base al merito del genitore!
E credetemi in quei gruppi c’era qualche buona promessa ma per far giocare uno ci rimettono 20!!
P.s Non parlo per mio figlio lui non era di quelli che potevano ambire a categorie superiori!!!
hai …informato… tutti te, quindi non c’è bisogno che lo facciano anche loro.
Informato, faccio una premessa:
non mi occupo direttamente di settori giovanili, perché dentro Gs ci sono stati altri colleghi che nel corso degli anni l’hanno fatto e continuano a farlo, ma questo non significa che io non sappia o non sia informato.
Detto ciò, quali colpe avrebbe la categoria dei giornalisti nel caso da te citato?
Perché pensi che ci faccia comodo stare zitti?
Che vantaggio pensi ne possiamo trarre?
Mica pretenderai che un giornalista vada a dire a una società o a un mister chi deve giocare e chi no, vero?
Il rispetto dei ruoli impone che il giornalista faccia il giornalista e il tecnico faccia il tecnico.
Un allenatore non deve certo venirmi a dire come o cosa scrivere, né io posso pensare di sostituirmi a un mister nelle sue funzioni.
Comunque, di situazioni come quella da te raccontata ce ne sono ovunque e a tutti i livelli.
Situazioni moralmente condannabili, ma nelle quali un esterno non ha potere d’intervento.
Io stesso ricordo bene un paio di compagni che a livello giovanile “dovevano” partire sempre titolari, perché i rispettivi genitori avevano fatto delle donazioni materiali alla società dove mi trovavo in quel momento. 😉
Parlo di settore giovanile a livello regionale.
Il fatto è che quei compagni erano delle pippe e col tempo non hanno trovato più spazio, neppure se i genitori hanno provato a fare pressioni affinché i loro figli giocassero.
Relativamente al Grosseto attuale, poi, non so a chi tu voglia riferirti.
Reputo, però, che qualsiasi tecnico debba essere libero di effettuare le sue scelte.
Certo è che se fosse come dici, il tecnico di turno dovrebbe fare i conti con la sua coscienza… 😉
Aggiungo che le società serie si distinguono anche nel pretendere che i propri giocatori siano prima di tutto delle persone con dei valori.
Dunque, parlando di ragazzi, tanti club pretendono comportamenti corretti dentro e fuori dal campo.
Credo tu sappia che in certi sodalizi se non hai un rendimento sufficiente a scuola non puoi giocare.
Parlo di club strutturati, non del piccolo sodalizio che riesce appena a raccattare un numero sufficiente di ragazzini per disputare dei campionati.
Articolo dal titolo forte, con molte verità all’interno ma che purtroppo mi ha deluso nella parte finale: perché coalizzarsi con il grosseto? che c’entrano simpatia e gelosia per la famiglia Ceri? Guardate che prendere per il c… i ragazzi non è solo dire che quella società è affiliata con l’Academy di X squadra di serie A ma è anche quando si dice che quella società ha il sodalizio con la prima squadra della città (per accaparrarsi adesioni) e che i “migliori” andranno li a giocare. Poi stendiamo un velo più che pietoso nel sodalizio sauro-gavorrano perché troppe cose ci sarebbero da dire sul perché è nato, sul come è stato gestito, sui “personaggi” che le rappresentano, su come mai una squadra professionistica prenda denaro dalla Lega per il settore giovanile e poi faccia pagare quote kit e pullman ad una Società dilettantistica di appoggio… Nel calcio, e ha ragione chi lo scritto, non cambierà nulla perché l’illusione e i sogni fanno perdere di vista la realtà. Pensate di avere un campione in casa? Allora presentatevi nella segreteria di qualsiasi squadra del mondo, portate un filmato del “campione” e chiedete di poterlo far partecipare (previo nulla osta ovviamente) ad una settimana di allenamenti; se è bravo, ma bravo davvero, state certi che nessuno se lo farà scappare, ma se è bravo nella media e non viene preso ritornate a casa contenti perché almeno avete fatto una gita e nessun pseudo procuratore vi ha preso tutti per il c.
Condivido pienamente ciò che hai detto e scritto YURI, purtroppo questa è la realtà e io ne so qualcosa visto che per anni sono stato nei settori giovanili tra l’altro gli ultimi sette o otto anni ho fatto parte del settore giovanile del Grosseto. Altra cosa :invece di celarsi dietro ai vari nomi stravaganti chi scrive ci metta la faccia dicendo il proprio nome
Gigi 52? Bel nome e cognome…..
Caro informato, io non mi vergogno a dirti che mi chiamo Ciantellini Luigi, ma metto gigi 52 perché tutti mi conoscono per gigi! Ora, però, vorremmo sapere il tuo nome, ma dubito fortemente che tu ce lo faccia sapere, perché molto probabilmente o sei un allenatore oppure qualche genitore deluso.
Caro gigi52
Mi spiego meglio
1) non sono un allenatore!
2) mio figlio gioca dove le sue possibilità gli permettono di giocate(anche se fosse stato in settori giovanili più organizzati)non sarebbe andato oltre!
3)Quello che volevo dire è che non ho mai sopportato il genitore di turno che si intrufola in società per far andare avanti il proprio figlio a discapito dello sviluppo complessivo di un gruppo di ragazzi!
4) Chiedo scusa al sig. Galgani perché mi sono espresso male!
5) Spero in un settore giovanile indipendente , dove a certi soggetti non sia data la possibilità di gestione , solo e soprattutto per il bene dei ragazzi meritevoli!
Spero si sia capito che la mia polemica non era contro giornalisti e allenatori!!!
Un saluto
Grazie delle precisazioni e delle scuse (ma non mi hai offeso)! 😉
Secondo me non ci siamo. Ho letto molti commenti e qua là ritrovo qualcosa di condivisibile, di attinente. Nel complesso però si cercano risposte troppo cervellotiche. Il problema del calcio a Grosseto è invariabilmente riconducibile ai problemi extra calcio che la nostra città sta attraversando da almeno un decennio. Grosseto è una città profondamente cambiata negli ultimi anni. Da una parte sta subendo un processo di metamorfosi, ahimé irreversibile, che la accomuna a tutte le altre, dove non si vedono più bambini giocare per strada, o meglio, dove non si vedono più bambini quasi per niente.. perché in effetti ce ne sono sempre meno e perché per i motivi che sappiamo non vengono più lasciati granché volentieri fuori da soli a giocare come invece avveniva fino a qualche anno fa. Ho letto poco fa di qualcuno che parlava di selezione naturale, mi pare lo abbia scritto Yuri. Bene, fino a quindici anni fa la selezione naturale avveniva per strada, e chi si avvicinava al calcio agonistico molto spesso si allenava 15 ore a settimana nel piazzale dietro casa e 2 ore complessive, sempre settimanali, con i propri compagni di squadra. E’ chiaro che questo fenomeno si senta di più in una realtà come la nostra. Perché Grosseto si distingue, in peggio, rispetto ad altre realtà cittadine, per la sua cronica ed arcinota solitudine, ingigantita dal fatto di essere al centro ed a capo di un territorio geograficamente troppo vasto e a bassa densità di popolazione. Insomma, siamo pochi, tendiamo ad essere sempre meno, siamo troppo lontani gli uni dagli altri e siamo collegati come peggio non si potrebbe. Ho letto di realtà indiscutibilmente eccellenti come Empoli o Atalanta, se ne potrebbero aggiungere certamente altre. Ma ci vogliamo rendere conto che a nord della Toscana, tanto per citare il caso dell’Empoli, ci sono 6 capoluoghi di provincia, tutti ben collegati fra loro da autostrade ad alta velocità e perfettamente percorribili, con bacini di utenza venti volte superiori al nostro? E’ inutile che si vada alla ricerca di altro, il motivo è questo. Poi, che le società non collaborino le une con le altre, che ci sia tanta approssimazione ed inadeguatezza all’interno dell’organo dirigenziale e nella preparazione media degli allenatori, questo può esser vero, anzi, è vero. Così come credo sia vero che chi fa calcio oggi sia animato quasi sempre da interesse personale, economico spesso, familiare altre volte. Difficilmente riconducibile comunque a mera passione per lo sport nella stragrande maggioranza dei casi. Ma questo aspetto vale per tutte le realtà, o davvero si pensa che a Firenze, o a Pistoia, Empoli, Massa Carrara, Pisa e Livorno le cose vadano diversamente?
Buon pomeriggio, sono capitato per caso sul vostro sito ed ho letto attentamente i vostri pensieri al riguardo dei settori giovanili. Vorrei esprimere un mio parere spassionatamente e senza peli sulla lingua. Vivo a pochi chilometri da Empoli e sono babbo di un bambino di 11 anni che gioca al calcio e che seguire gli amici all’età di 6 anni ha iniziato nella società più vicina e dove erano tutti i suoi amici di classe. Avevo già una mia idea su tutto il panorama e le problematiche delle varie scuole calcio e purtroppo sono state avvalorate dalla dura realtà. Il problema non sono gli allenatori e nemmeno i dirigenti , ne gli impianti ne le strutture.. il vero problema sono le scuole calcio nella loro essenza. I bambini sono tolti dai campetti, dalla fantasia, dallo “scartino”, dalle porte fatte con due paletti infilati nel terreno e inseriti in un contesto fatto di schemi, organizzazione, tecnici idraulici e dirigenti incompetenti. Non ci lamentiamo che in Italia non ci sono più campioni e che la nazionale è stata buttata fuori dal mondiale. Il calcio è dei bambini e non di qualcuno che gli dice cosa devono fare. Le scuole calcio sono la rovina del calcio questa è la verità!