Michele Fanciulli: “I giocatori sono professionisti, ma meritano rispetto. Sono vittime della situazione”

Grosseto. Ai nostri microfoni è tornato il procuratore Michele Fanciulli, che oltre ad avere la procura di giocatori a livello internazionale, cura anche gli interessi di alcuni elementi dell’Fc Grosseto.
Con lui abbiamo parlato dell’attuale situazione della società maremmana.

Michele, tu che sei un grande conoscitore di calcio, che idea ti sei fatto di tutto ciò che sta accadendo?

<<Vorrei fare una premessa alla tua domanda. La situazione Grosseto era già dall’anno scorso complicata, agli occhi degli operatori è sempre apparsa come società anomala al sistema calcio in quanto non c’era mai un riferimento sportivo per discutere le problematiche calcistiche. Lo stato di gestione del Grosseto non è stato quindi agevole per i dirigenti. i spiego: fino a dicembre è comprensibile l’attesa degli eventi, in quanto non si sapeva quale impegno avrebbe messo la società, ma da gennaio, o meglio dalle dimissioni di Bifini, i dirigenti avrebbero dovuto procedere anche loro con le dimissioni dando uno scossone alla società che da subito avrebbe dovuto palesarsi. Il continuo evolversi e non evolversi di trattative hanno portato i dirigenti poi secondo il mio parere a sbagliare ripetutamente>>.

Come fa l’allenatore a gestire una situazione del genere e secondo te come ci riesce?

<<In questa situazione l’allenatore è forse la persona più “indecifrabile” tra tutti i soggetti societari. Vorrei ricordare che l’allenatore è preposto a fare l’allenatore e prende ordini dalla società o dalla dirigenza. In assenza delle dirigenza non capisco per quale motivo stia ancora a timonare una squadra che non è rappresentata sul territorio di Grosseto da nessuno. A questo punto potrei configurare Federici come un dirigente della società e non come un dipendente e quindi anche lui responsabile della gestione del gruppo al quale si impedisce, di fatto, gli allenamenti. Dei ragazzi che poi vengono portati la domenica a giocare se arriva l’ordine o il fondo economico per andare in trasferta. Non sembra anche a te strana questa cosa? Come sai, alcuni miei ragazzi sono nel Grosseto, ma siamo sempre stati consci di non avere economicamente dei ritorni, ma essendo grossetani volevamo aiutare; tuttavia, nessuno dei miei assistiti (che si comportano professionalmente) ha intenzione di accettare questa situazione. Abbiamo chiesto delle liberatorie per allenarci con squadre di livello, ma ci è stato detto che nessuno ci autorizza. Allora, l’allenatore – mi domando – se non può far allenare i ragazzi, perché resta ancora qui? Non ci dica che lo fa per loro, perché se volesse bene veramente ai giovani si batterebbe per loro e non aspetterebbe gli eventi. A Pisa, in Serie B, si allenavano nel parco pubblico e l’assicurazione non c’era, come pare non ci sia a Grosseto. A Parma erano falliti e giocavano e si allenavano senza accesso agli spogliatoi. Credo che qui si stia giocando non solo con la città, ma con il materiale umano>>.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro?

<<Credo che se non sarà pagato quanto dovuto ciò, molto presto avremo dei ragazzi costretti a fermarsi. Per l’Fc Grosseto non penso ci sia futuro.Ovviamente, spero di ricredermi>>.

Come vivono i tuoi assistiti in questo momento il fatto di non allenarsi e sapere se si gioca o non si gioca la domenica?

<<Loro sono professionisti veri, alcuni hanno giocato in Serie B e in Lega Pro oltre che già in passato anche in Serie D. Sanno che il loro dovere è fare ciò che gli viene chiesto, ma vogliono essere allenati e non fare chiacchiere in un piazzale. Da quanto mi raccontano, il clima si sta innervosendo anche dentro lo spogliatoio ed in alcuni casi è necessario che il mental coach faccia un lavoro importante per mantenere equilibrio mentale ai ragazzi. Purtroppo quello fisico non dipende da loro ma da chi li guida>>.