
Calcio
Editoriale: Massa Valpiana-Nuova Grosseto, quando il fair play non esiste

GROSSETO. Siamo tornati a distanza quasi di un anno a trasmettere una partita in diretta streaming per dare maggiore lustro e risonanza mediatica alla finale di Coppa di Terza Categoria.
I presupposti affinchè la serata fosse piacevole e spettacolare c’erano tutti, tante azioni, molti gol e soprattutto una cornice di pubblico degna di altri palcoscenici con circa 150 supporters arrivati da Massa e una cinquantina quella di fede Nuova Grosseto.
Con il passare dei minuti però gli animi si sono accesi, in particolar modo nei tempi supplementari per alcune decisioni arbitrali che hanno scontentato i tifosi metalliferi (forse anche giustamente) che al termine di un incontro comunque vibrante hanno dato il peggio di se.
Non facciamo naturalmente di tutta l’erba un fascio, ma sicuramente insulti, lancio di monetine in campo, offese gratuite, per fortuna di pochi elementi, verso la nostra cronaca accusata di parzialità non hanno onorato certamente la cittadina di Massa Marittima.
A ciò va aggiunto che molti, chiamiamoli “tifosi”, indossavano la tuta sociale del Massa Valpiana ed essendo giovanissimi molto probabilmente fanno parte del settore giovanile.
A tutto ciò aggiungiamo i gestacci dei giocatori della Nuova Grosseto che festeggiavano proprio sotto di loro irridendoli, mettiamoci che la premiazione ha visto presente solo la squadra vincitrice e non la squadra perdente, sommiamoci il fatto che a fine partita nessun elemento del Massa Valpiana è venuto davanti alle telecamere e il risultato è una sola parola: disgusto.
Nutro rispetto e lo farò per sempre per Massa Marittima e la sua gloriosa storia, però lasciatemelo dire ieri società e tifosi non ne hanno onorato al meglio il nome.
Mi auguro veramente che tutto ciò sia stato dettato dalla delusione e dall’amarezza di una sconfitta anche se tutto ciò non ha una giustificazione per quella che rimane comunque una finale di Terza Categoria.
Il nostro calcio deve cominciare a crescere, ma lo si deve fare dai comportamenti, dal fair play e per prima tutto ciò deve partire dalla società, perchè è molto più facile insegnare la cultura del vincere che quella del perdere.
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