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Grosseto Calcio

Multineddu: “Il Grosseto favorito per la vittoria, se non lo cambiano troppo”

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Grosseto. Vi proponiamo l’intervista integrale rilasciata dall’ex-direttore del Grosseto, Gianfranco Multineddu, al sito Tuttodilettanti.altervista.org.

Oggi abbiamo intervistato il direttore sportivo del Castiadas che fino a qualche settimana fa era a Grosseto e ora cerca l’ennesima impresa della sua carriera a Castiadas, Gianfranco Multineddu  che nella sua carriera ha costruito squadre in tutte le categorie…e ha lanciato nel calcio che conta un certo Verratti…
 
Buongiorno, direttore. Quali sono secondo lei i migliori giovani del Girone G?
<<Maciucca 96 Grosseto, Cremonini 96 Grosseto, Libutti 97 Grosseto, Fè 96 Viterbese, Alonzi 96 Nuorese, Mituku 97 Castiadas, Cecconello 96 Castiadas, Musto 96 Torres, Oggiano 98 Arzachena, Pini 97 Viterbese, Vaccaro 96 del Grosseto>>.
 
La sua favorita alla corsa alla Lega Pro?
<<Per la vincente dico sempre che la migliore resta il mio Grosseto, se non lo toccano da come è stato costruito, 2a Viterbese, 3º Rieti , 4º Arzachena>>.
 
Dopo il Grosseto, ora il Castiadas. Come mai questa scelta?
<<La prima perché ritornavo con il mio ex-presidente del Pescara, la seconda perché le sfide difficili, anzi impossibili, mi stimolano sempre di più. Discorso Grosseto…>>.
 
Prima a Grosseto ha dovuto costruire una squadra per vincere, ora a Castiadas una squadra per salvarsi. Le differenze sembrano tante. Il segreto per lavorare nel giro di pochi mesi, in 2 società con così diverse ambizioni qual è?
<<La conoscenza della propria professione. Devi essere capace di cambiare abito a seconda della serata. Le uso un paragone. Il Capodanno allo Sheraton Golf ci sarà chi andrà con il frac e chi in jeans e giacca con il papillon. Vanno tutti e due alla stessa festa, nello stesso posto. L’importante è esserci e fare bella figura. Ora per un direttore sportivo professionista quale poteva essere la scelta migliore? La vittoria a Grosseto porta sicuramente soddisfazione e notorietà e contatti da grandi società; la salvezza impossibile di Castiadas per un ds professionista (ci tengo a ripetere questo concetto, perché lo sono di professione e di accademia) può far capire a tutti che ci si può confrontare con tutti a qualsiasi livello. Basta conoscere il proprio lavoro ed il ruolo. Bisogna saper cambiare pelle da Cortina a -20º a Mauritius a + 40>>.
 
Lei a Grosseto aveva l’obiettivo promozione e guardando la classifica l’ha saputo mantenere, almeno sin qui. Ora, lì in Sardegna le chiedono la salvezza. Cosa ha trovato e cosa sta facendo per provare l’ennesima impresa della sua carriera?
<<Ho trovato una società che vuole rimanere in questa categoria, quindi che crede nella salvezza, altrimenti non avrebbe chiamato un allenatore così importante in Sardegna (il più titolato della Regione) ed un direttore sportivo di ruolo (non dico bravo, ma capace). La prima cosa che la società ha fatto è stata quella di mettere tutti i giocatori in una foresteria, con annesso ristorante, per dare la possibilità ai ragazzi di conoscersi di più e stare insieme durante la giornata e mettermi nelle condizioni di operare per il meglio. Riorganizzare una struttura organizzativa>>.
 
Qualche giorno fa ho pubblicato un progetto di Coppa Italia che vedrebbe al via oltre a tutte le squadre professionistiche anche tutte quelle della D e le vincenti della Coppa Italia regionale chiaramente permettendo alle società che giocano nelle categorie minori di ospitare le piu’ blasonate. Che ne pensa?
<<La Coppa Italia come dovrebbe essere di Mirco Mariotti per Emiliaromagnasport.com. Stavo giusto leggendo il suo progetto (preciso che il progetto non è mio ma di Mirco Mariotti direttore di http://www.emiliaromagnasport.com). Sarebbe interessante, anche se in italia diventa tutto troppo difficile. Mi immagino il Parma ospitare la Roma o il Napoli oppure il Taranto la Juve o l’Inter, ma il Castiadas il Cagliari non saprei come… Solo il Sant’Elia sarebbe il palcoscenico. Il problema annoso in Italia sono le strutture, che ormai sono obsolete. Non c’è futuro se non si punta a costruire stadi a dimensione d’uomo e centri polivalenti dove poter vedere la prima di uno spettacolo e contemporaneamente una partita di calcio>>.
 
Verratti una sua scoperta, ma nel calcio come mai non esiste la riconoscenza?
<<Verratti più che scoperta (voglio essere umile) direi che è stato coraggio, perché in Italia si parla di giovani senza dare sfogo ai giovani di poter uscire>>.
 
Sì, direttore ma lei scopre Verratti e poi quest’anno in D prima Grosseto e poi Castiadas. Dove sta la riconoscenza nel calcio?
<<Nel calcio non esiste la riconoscenza, perché tutti i presidenti (padroni del vapore) sono i protagonisti, e se un direttore sportivo o un allenatore sale un gradino più in alto e quindi diventa più importante del presidente viene buttato giù dalla scala. Mi viene da pensare alla Juve di Moggi e Giraudo, due dirigenti che hanno fatto scuola a tanti di noi, e che incarnano la risposta della sua domanda>>.
 
Lei prima ha parlato di giovani, che in Italia non si rischia. Io, invece, credo che il grande problema dell’Italia calciofila ciovanile è che invece di insegnare ai giovani la tecnica si insegna la tattica. Che ne pensa di un calcio giovanile che non pensa ai risultati, ma solo a far crescere talenti, magari vietando fino alla categoria Giovanissimi la pubblicazione dei risultati e togliendo ogni forma di classifica?
<<La verità è che le società vogliono vincere anche quei campionati e quindi gli allenatori vengono messi sotto pressione e allora portiere 1,90 e attaccante 1,95 palla avanti e ci abbracciamo. Le classifiche fanno più competizione. Il problema sta nel fatto che i responsabili di settore giovanile, sopratutto in Lega Pro e qualche volta in B, sono dirigenti prestati al calcio. La riforma deve passare attraverso i ruoli specifici. Ogni società dovrebbe avere delle professionalità all’interno che svolgono solo quella professione e non l’impiegato del Comune oppure il pizzaiolo oppure il poliziotto o il finanziere>>.
 
Lei non ha i peli sulla lingua e prima ha citato Moggi e Girando, riconoscendo a loro meriti di competenza assoluti. Io la penso come lei. Quella Juventus era supersonica, mix di forza e classe, un capolavoro, ma come mai molti suoi colleghi hanno paura di citare due esempi di competenza calciofila come loro?
<<Perché Luciano Moggi lo ritengo ancora oggi il più competente e capace in assoluto. Ha probabilmente commesso degli errori che secondo me non sono più gravi di quello che accade nel calcio dal 2006 ad oggi. Dico probabilmente, perché quando sei a quei livelli, ma posso anche dire che quando ricevi telefonate di aiuto di migliaia di persone come me, che fanno questa professione e che vorrebbero trovare la chiave per entrare nel portone principale, si prostituiscono fino a dire che si metterebbero a disposizione del direttore di turno, facendo sentire la persona come un invincibile, e quindi scivolare nelle frasi del tipo “Ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio” che è diversa da dire “Per come arbitra bisognerebbe chiuderlo dentro e buttare là chiave”>>.
 
Direttore, torniamo al Castiadas, la sua nuova avventura. Che squadra sta dando al mister? Ci sarà il botto di calciomercato che farà sognare i tifosi sardi?
<<Il Castiadas, come tifosi e società, ha fatto dei sacrifici per poter tentare un’impresa impossibile. Io ed il tecnico Bernardo Mereu faremo tutto quello che di deontologico è possibile fare per poter centrare la salvezza, per regalare al presidente, alla società tutta ed ai tifosi di questo posto meraviglioso che si chiama Castiadas e che rappresenta Costa Rei, quindi uno dei posti che più ci invidiano al Mondo per la bellezza delle sue spiagge e delle sue coste e per dirla tutta è diventato il posto più esclusivo della Sardegna, alla pari se non di più della Costa Smeralda. La mia avventura a Castiadas terminerà soltanto dopo aver regalato la salvezza a questa bellissima realtà voluta dal presidente Pierpaolo Piu e il vice-presidente Mauro Vargiolu , persone straordinarie e con grande conoscenza calcistica>>.
 
Ora  prima di salutarla e ringraziarla per la sua  disponibilità, lei di scommesse ne ha vinte tante, un nome su quale scommetterebbe a occhi chiusi e che consiglierebbe a un club di Serie A?
<<Mi viene meglio dire che il campionato di Serie D negli anni ha regalato tanti calciatori che hanno vinto campionati e scudetti, ma anche Coppe Campioni e Coppa del Mondo, quindi lo reputo il più bello anche del campionato di Lega Pro. Ai club di Serie A suggerirei di guardare con attenzione questi campionati e non solo per la presenza di tantissimi talenti come calciatori , ma anche tanti allenatori (vedi Sarri, ecc.) ma anche tanti direttori sportivi (Cristiano Giuntoli, ecc.), passati da questi campionati>>.
 
 
Grazie direttore, presto la ricontatteremo per vedere come va la sua nuova avventura, ora Buon Lavoro e Buon Anno !!!
<<Grazie per gli auguri, che contraccambio ed estendo a tutti i suoi lettori, agli operatori, ai dirigenti e ai tifosi delle squadre di questo campionato, che reputo uno dei più belli>>.

Giornalista pubblicista, è appassionato di calcio e statistiche sportive. Vanta esperienze e collaborazioni col Guerin Sportivo (al tempo diretto da Marino Bartoletti), Telemaremma, Tv9, Calciotoscano.it, Biancorossi.it, Vivigrossetosport.it, Tuttob.com e Pianetab.com. All'inizio si è occupato principalmente di Serie B e di Lega Pro, poi anche di Serie D e di Eccellenza. È co-autore del libro Cento passi nella storia, scritto in occasione dei 100 anni dell'Us Grosseto. Da novembre 2014 è il vice-direttore di Grosseto Sport. Ha condotto per tre anni le trasmissioni web Il lunedì del Grifone e D lunedì c'è il Grifone. È il commentatore delle partite dell'Us Grosseto su Gs Tv e su Eleven Sports, nonché del Follonica Gavorrano e dell'Us Grosseto Primavera 3. Ha collaborato anche con Sportitalia.

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