Calcio
Lega Pro alla deriva?
Lega Pro alla deriva? A leggere l’editoriale di Vittorio Galigani su Tutto Lega Pro parrebbe proprio di sì. Infatti, l’ex-dirigente calcistico nel suo articolo snocciola cifre e numeri da profondo rosso, a cominciare dai 65 punti di penalizzazione applicati a numerosi club per le inadempienze riscontrate fino al 31 dicembre 2014. Come detto, numeri da paura, con una media di costi di gestione da 2,5 milioni di euro annui! In pratica, come spiega Galigani, servirebbero 150 milioni di ricavi a stagione per chiudere in pareggio tutti i bilanci societari. Evidentemente, stiamo parlando di fantascienza, visto che le entrate complessive della Lega Pro ammontano a malapena a 60 milioni di euro così composti: 6 dalla mutualità, 23 dai diritti televisivi e 30 dal botteghino. Pare, poi, che gli sponsor siano tutti in fuga e che i ricavi dai promo pubblicitari siano stati minimi. Insomma, sarà colpa della crisi economica, ma in tanti pensano che non sia redditizio investire nel calcio, men che meno nella Lega Pro. Dunque, sempre secondo Galigani, se le cose non cambieranno, c’è il rischio di uno sbilancio generale annuo di circa 90 milioni di euro, un trend che impedirebbe e impedirà di ripianare le perdite, portando dritti dritti al dilettantismo. In tale ottica sarebbero dei palliativi tanto i tentativi di portare a 36 il numero di squadre di Lega Pro (idea, in realtà, che noi di Gs condividiamo a prescindere) che l’abbattimento della fideiussione al di sotto dei 600mila euro attuali, operazioni che, secondo il succitato editoriale, rappresenterebbero solo un metodo per limitare i controlli, nocendo al sistema calcio in generale. Ecco perché Galigani sostiene che ci sia la necessità di un interscambio tra le categorie, magari dopo un restyling finanziario di tutto il calcio nostrano, visto che la Lega Pro ha sempre operato con spirito di servizio nei confronti della Serie A. Lo dimostrano i tanti giovani della massima serie valorizzati sui campi della C, un lavoro ancora non adeguatamente ricompensato e, che, invece, andrà riconosciuto in modo equo per il futuro. Galigani non le manda a dire e imputa l’adeguato riconoscimento della valorizzazione dei giovani all’attuale dirigenza della Lega Pro, il cui presidente in data odierna dovrebbe discutere dinanzi al Tribunale dello Sport il proprio deferimento per la vicenda dei marchi del Pergocrema e per la mancata erogazione di 260mila euro a quel club, azione che, stando all’accusa, avrebbe accelerato il fallimento del sodalizio cremasco. Ovviamente, se le responsabilità di Mario Macalli venissero accertate sarebbero gravi. Oltretutto, rileva Galigani, <<…Negli ultimi tempi il presidente di Lega Pro ha assunto posizioni non sempre condivisibili. Forse si è voluto mettere in discussione. Una sua recente intervista sui tempi e modi di applicazione delle penalizzazioni è suonata come atto di accusa al procuratore Palazzi. Strano, per i più, che Macalli, presidente di Lega e vice in Federcalcio, abbia inteso criticare più l’Organo istituzionale che le Società inadempienti agli obblighi regolamentari. Il direttore generale del Pavia, Massimo Londrosi, non solo ha ribattuto con forza, giustamente dobbiamo ammettere, ma ha anche trasmesso un fascicolo alla Procura federale, per gli accertamenti del caso. Nel contesto, l’imparzialità e l’etica, qualità che dovrebbero sempre contraddistinguere un Organo istituzionale, sembrerebbero esser venute meno. A tal proposito appare sempre più evidente che in un mondo, quello del calcio, dove non esistono santi (non ne sono mai esistiti) e dove gli armadi, di tutti, sono pieni di scheletri, ci si sta abituando, forse colpevolmente, alle situazioni più impensate. Anche le più critiche. Scivola tutto addosso senza lasciare traccia>>.