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Calcio

Andrea Battistini: sono un calciatore-tifoso unionista

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Andrea Battistini (1970) è uno degli attaccanti più noti del calcio maremmano ed ha vestito a più riprese la maglia unionista lasciando sempre un buon ricordo di sé fatto di goal ed attaccamento alla maglia.

– Hai giocato nel Grosseto nel 1995-96 e nel 1999-2000, Due stagioni ben diverse tra loro.

La mia prima stagione con il Grosseto fu molto difficile dato che la societa che, fino a un certo punto del campionato, fu quasi inesistente. I nuovi dirigenti che subentrarono cercarono di cambiare la situazione, ma ormai era troppo tardi. Ricordo ancora una trasferta in cui la squadra mangiò prima della partita al ristorante: non venne pagato il conto dalla società e dovettero provvedere i dirigenti di tasca loro. Quelle erano persone speciali che in quel periodo, stavano dietro alla squadra per amore del Grifone.

Ricordo anche quando mister Pazzi portò in panchina un ragazzo infortunato della juniores nonostante zoppicasse, soltanto per riuscire a fare il numero. Sono tanti anche i ricordi piacevoli come la vittoria a Santa Maria a Monte che ci ridette speranza nella salvezza: noi giocatori, nonostante le difficoltà, ci abbiamo creduto fino in fondo.

– Il Grosseto, in quella stagione, era un porto di mare con poche certezze.

Quell’anno il Martedi c’era spesso qualche giocatore nuovo in prova e qualcuno che se ne andava. Considerando che ogni domenica la formazione veniva cambiata, i problemi erano continui.

Ricordo con piacere i ragazzi di Grosseto che lottavano tutte le Domeniche. Giovani come Lacché, Chinellato, Yuri Magnani, Nerozzi e Tetrao che si trovarono a dover fare un campionato difficile come quello di Eccellenza insieme ad altri più esperti, ma che cambiavano di continuo.

Quell’anno siglai alcuni gol importanti, ma ho il rammarico di essermi fatto male a metà stagione al di fuori dell’ambito sportivo e di non aver contribuito come avrei voluto a cambiare le sorti della squadra.

– Sei tornato a Grosseto nell’ultimo anno dell’era Moretti. La squadra arrivò al settimo posto, fallendo l’obiettivo-promozione in Serie C2.

Tornai a Grosseto nell’ ultimo anno dela gestione Moretti-Santini, voluto dal mister Giannoni con il quale avevo vinto il campionato a Venturina. La squadra era ottima con giocatori validissimi del calibro di Valvani, Bogi, Pieri Rallo, Lagordi e Flamigni. C’erano anche altri ottimi calciatori di categoria e le aspettative erano molte sia da parte dei tifosi che della societa; credo sia stato proprio questo, oltre al fatto di avere pochi cambi, a portarci al settimo posto.

– Come è proseguita la tua carriera?

Dopo aver nuovamente lasciato Grosseto, sono andato a Massa Marittima in Promozione dove l’anno seguente abbiamo vinto il campionato con una ottima squadra con giocatori come Ripaldi, Meacci, Oliva, Magnani, Tafi e Peruzzi. Con la maglia della Massetana ho affrontato anche la Fiorentina, che quell’anno si chiamava Florentia Viola, a Massa Marittima in amichevole. Fu una esperienza veramente particolare della quale ho come ricordo la foto con il mitico Di Livio. Ho incontrato anche il Grosseto da avversario in Eccellenza quando giocavo con il Certaldo e un altro anno, sempre in Eccellenza, con il Venturina.

– Adesso ti occupi di calcio giovanile.

Adesso alleno una squadra di esordienti nella società Invicta Grosseto e devo dire che è veramente divertente e gratificante stare in mezzo ai ragazzi di questa età. Per quanto riguarda le nuove leve del calcio maremmano ritengo che, guardando anche l’ottimo rendimento di Grosseto e Gavorrano nel campionato Berretti, questi ragazzi maremmani meriterebbero piu spazio e possibilita nelle varie prime squadre.

– Segui ancora il Grifone?

Il Grifone lo seguo sempre con passione e mi dispiace che ormai sia virtualmente sfumato l’accesso ai playoff. La squadra è assolutamente competitiva e, con un pizzico di fortuna che non guasta mai, potevamo dire la nostra

– Qual’era il tuo segreto di bomber?

Più che un bomber, ero una seconda punta che correva per la punta centrale e creava spazi. L’anno in cui ho siglato più gol è stato quando giocavo nel Campionato Nazionale Dilettanti con il Venturina. Chiusi la stagione con 11 reti, ma non credo ci sia un segreto nel riuscire a fare gol. Cercavo sempre di farmi trovare nel posto giusto al momento giusto: alle volte ci riuscivo altre no.

Mi piacerebbe terminare questa chiaccherata dicendo che mi sono sempre considerato un giocatore-tifoso: sono fiero di avere avuto la fortuna di vestire la maglia del mitico Grifone, di avere avuto l’onore di giocare allo stadio tante battaglie e di avere avuto la possibilità di passare e litigare con parecchi avversari lungo il vecchio sottopassaggio che portava dagli spogliatoi al campo.

Voglio infine ricordare gli amici che in quegli anni erano con noi come Renzo Bellini e la sua mitica Mercedes 190 rossa o come Ciccio Tognelli, il nostro super massaggiatore, ed il dottore Sergio De Santis. Non voglio tralasciare nemmeno gli allenatori Pazzi, Fommei, Cacitti e Giannoni che, prima di essere allenatori, erano persone vere come i nostri dirigenti Cardini e Balduccelli e tanti altri che hanno amato ed amano la mitica maglia biancorossa

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