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Calcio

Confermata la squalifica per essere entrato in campo a soccorrere un ragazzo. La commissione si risente per la diffusione alla stampa

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Niente da fare, Claudio Buso si è visto respingere il ricorso presentato avverso alla squalifica di 45 gg per aver soccorso un proprio atleta durante una partita, queste le motivazioni:

<<Il ricorso non merita accoglimento. La commissione  disciplinare riteneva necessario ai fini del decidere un approfondimento istruttorio e pertanto provvedeva a richiedere ed acquisire agli atti un supplemento da parte del D.G. inoltrando le eccezioni ed i rilievi ipotizzati dalla reclamante; il medesimo nella risposta chiarisce di non aver immediatamente percepito la rilevanza dello scontro e le preoccupazioni dell’allenatore provvedendo effettivamente a sanzionarne l’indebito ingresso. Solo successivamente ha verificato la sussistenza dell’infortunio ed ha tutelato i giocatori permettendone le cure (anche lo stesso Buso è rimasto in campo); entrambi gli atleti hanno lasciato il terreno di giuoco uscendo in modo autonomo. Occorre rilevare che non esistono particolari discrasie tra gli eventi narrati nel reclamo e la corretta esposizione degli stessi da parte del D.G. nel rapporto di gara e nel successivo supplemento. E’ infatti evidente che lo scontro di giuoco non è stato immediatamente percepito, nella violenza dell’impatto, da parte del D.G. come lo stesso effettivamente ammette e se ne duole nello stesso supplemento>>.

<<E’ altrettanto palese che, forse perché fuorviato dall’affetto nutrito per i suoi calciatori, anche l’allenatore abbia reagito in modo inadeguato e sproporzionato – in eccesso – rispetto alle reali conseguenze dell’infortunio. Orientano in tal senso, le valutazioni di questa Commissione, le oggettive risultanze mediche contenute nel referto del Pronto Soccorso del nosocomio nel quale il calciatore ha avuto ingresso, con un codice giallo, per il trauma subito. Il Medico nell’atto, pur attestando le breve perdita di coscienza, declassa la priorità a codice verde e, senza ritenere necessario nessun approfondimento diagnostico (nemmeno una semplice radiografia), prescrive solo tre giorni di riposo con ciò fugando qualsiasi valutazione emergenziale erroneamente attribuita al fatto. L’intervento dunque del Buso ed il suo ingresso in campo, seppur motivato da una oggettiva mancanza del D.G., non trova altra giustificazione che una eccessiva preoccupazione, rivelatasi infondata, che lo ha indotto anche alla successiva intemperanza verbale>>.

 <<Occorre rilevare che la vicenda è stata divulgata dando rilevanza eccessiva agli avvenimenti, cavalcando l’onda di una spettacolarizzazione che non trova alcun conforto nei fatti esponendo in talmodo la classe arbitrale, la normativa Federale e la Giustizia Sportiva a critiche inconsistenti ed infondate.
L’operato del G.S. appare invece formalmente e sostanzialmente corretto con una esatta qualificazione dei fatti – ingresso indebito e successive espressioni minacciose – ed una equa commisurazione sanzionatoria>>.

Giornalista pubblicista, per Gs si è occupato principalmente di settore giovanile e ha seguito, come collaboratore, anche la Lega Pro. Ha collaborato, per il calcio, con la testata Dubidoo.it, primo giornale on line per ragazzi ed inoltre ha collaborato con le testate on-line Vivigrossetosport.it, Tuttob.it, PianetaB.com. Ha altresì collaborato col sito ufficiale (usgrosseto1912.it) dell'Us Grosseto ai tempi di Camilli.

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Da vergognarsi ad appartenere a questa federazione

Adesso a questo ” signore” di Giudice Sportivo bisogna solo augurare che il prossimo ad avere “solo” 3 giorni di riposo sia suo figlio per vedere se squalifica anche l’allenatore di suo figlio. Sia l’arbitro che il giudice devono fare solo 2 cose:
1)VERGOGNARSI
2) DARE IMMEDIATAMENTE LE DIMISSIONI per far si che si possa tornare a credere nel bellissimo gioco che è il calcio.

solidarietà piena a mister Buso che se avesse percepito subito che il codice giallo sarebbe stato declassato a verde avrebbe fatto a meno di contravvenire al regolamento.anche io avrei fatto la stessa cosa rischiando la squalifica.

Il problema non è il ragazzetto saccente che, mandato senz’altro a quel paese da chi si affannava nei soccorsi, si è voluto vendicare con espulsione e referto al vetriolo.
No,a lui si incaricherà il tempo di spiegare come si sta o si dovrebbe stare, al mondo.
Il problema serio sono gli adulti.

Errare è umano…..
Perseverare è diabolico!!!

Decisione scandalosa!

Signori della Federazione rischiate seriamente di guadagnarvi la stessa credibilità dei politici….

Infine, se siete certi di aver agito correttamente, che paura avete della divulgazione della notizia a mezzo stampa ?

Mister Buso, credo che sia inutile dire che tutti i genitori di giovani calciatori si augurano che il figlio sia allenato da allenatori ( ed educatori in questo caso) come te!!!

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