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Aia Grosseto: le dimissioni, un atto dovuto
GROSSETO. L’ultimo episodio che ha portato alle cronache nazionali di tutti i media a parlare di un arbitro che ha espulso un allenatore per 46 giorni per essere entrato per soccorrere un giocatore ha messo in evidenza il problema mondo del calcio e mondo arbitrale..
Sono infatti molte le critiche che ogni settimana ci arrivano in redazione sulle direzioni di gara; non a livello di decisioni. Si può sbagliare e tranquillamente, ma l’accusa principale è il comportamento “altezzoso” che spesso i fischietti maremmani assumono indisponendo giocatori, tecnici e pubblico.
Al presidente AIA di Grosseto lasciamo tutte le attenuanti, prima fra tutte la difficoltà di reperire ragazzi che vogliono intraprendere questo percorso.
Al signor Bargagli contesto il fatto di aver “chiuso”, se mai ce ne fosse stato bisogno, gli arbitri in una casta tutto loro, intoccabile o incontestabile.
Dovrebbero invece aprirsi di più, dialogare con dirigenze, società ed allora anche in campo per i direttori di gara più giovani le situazioni potrebbero essere meno difficili e gli ambienti più accoglienti e disponibili e meno prevenuti.
Ma se chi dirige il settore è il primo a evitare rapporti, a disertare premiazioni da chi gli critica costruttivamente che esempio possono avere?
Tutto il mondo del calcio provinciale contesta un atteggiamento di “superiorità” che è evidente potrebbe essere assunto dai direttori di gara perché impartito loro durante gli insegnamenti che ricevono durante il corso di formazione.
Mi auguro vivamente che il signor Bargagli prenda seriamente in considerazione il nostro invito e invece di difendere l’indifendibile abbia il buon senso di ammettere l’errore che può essere ampiamente giustificato. Errare è umano ma perseverare è diabolico ed allora lasciamo spazio ad altri.
Ed il Papa nero di Civitella che aspetta a dare le dimissioni. Se aspetta a perdere 30 Kg va via fra 20 anni.
L’arbitro infatti era della sezione di Piombino…….ke ci incastra la sezione di grosseto
Nell’articolo è stato preso spunto da un episodio accaduto nei campi della ns. provincia seppur l’arbitro era della sezione Aia di Piombino per evidenziare un disagio e un problema che di domenica in domenica si sta sempre maggiormente evidenziando, dai campionati giovanili fino alla terza categoria e anche nelle serie superiori.
Cosa volete… a Scansano hanno squalificato l’allenatore per 4 MESI dico 4 mesi, senza che questo abbia mai parlato con l’arbitro…ma in risposta del ricorso dove il presidente aveva evidenziato lo scambio di persona, autodenunciandosi, è stato risposto che l’arbitro era convinto che lo squalificato era la persona giusta e quando gli è stato proposto la cosa più semplice per verificare l’errore che era quella di far fare all’arbitro una descrizione della persona, è stato risposto che non si puo!??!!! E perché non si può? Non si può smascherare gli errori?!? La colpa non è degli arbitri che sono poco più che bambini, la colpa è di tutto il sistema, da chi li sceglie a chi li addestra ma sopratutto di chi decide le sanzioni, perchè è li che che un errore può essere riconosciuto e corretto! Ma modificare le regole che il sistema si è imposto sembra sia un sacrilegio!!
Ora perché è andato tutto sui media, dovevi dimetterti anche quando mandavi in giro uno come Mottola, dopo tutti i casini che ha fatto, con la ciliegina della squalifica di Cesarini del Manciano, con un sacco di bugie, e poi formate i giovani, ma fate venire arbitri di Piombino, che a parte un paio di veterani veramente bravi, gli altri hanno sempre creato casini su casini!