Calcio
Di Quinzio: devo molto a Moreno Dottarelli
Cristian Di Quinzio (1981) arrivò a Grosseto nell’Estate 2000 ed al termine della stagione fu schierato in Quindici occasioni. Quella stagione, la prima con Camilli presidente, viene tuttora ricordata dagli sportivi per i molti portieri che si avvicendarono con la maglia unionista: dopo un paio di meteore che non lasciarono traccia nel corso del ritiro di Acquapendente, vennero impiegati Febo, Valleriani, Calattini ed Angelucci, oltre allo stesso Di Quinzio che abbiamo avvicinato.
– Era un problema sentirsi sempre in discussione?
Avevo 19 anni e tanta voglia di giocare, ma anche poca esperienza. Ero un “under” come gli altri e ci giocavamo degli spazi ristrettissimi. L’obiettivo della società era quello di giocare con un portiere esperto e di tenere un giovane in panchina. Essere messo in discussione doveva essere da stimolo e lo è stato, perchè sono cresciuto molto. Non era facile trovare spazio, avendo davanti portieri esperti come Valleriani, Calattini ed Angelucci.
– Arrivavi dal Castel di Sangro.
Arrivai a Grosseto in Estate: ero in ritiro con il Castel di Sangro in C1 ed avevo poco spazio, il Grosseto cercava un giovane ed accettai volentieri. Nella mia scelta fui consigliato da David Stefani, un grossetano che giocava con me che mi parlò molto bene della società e dei tifosi.
– Ti sei ispirato a qualcuno come portiere?
Ho avuto la fortuna di essere la riserva di Carlo Cudicini, un esempio in tutto e per tutto, però ne ho conosciuti tanti di valore ed cercato di carpire il meglio da ognuno di loro.
– Che impressione ti fece l’ambiente grossetano?
L’ambiente era nuovo per me ed il Sud è un’altra cosa, ma devo ammettere che Grosseto è la città dove ho vissuto meglio. Avrei fatto di tutto per rimanere in Maremma, quella esperienza è stata indimenticabile, sportivamente ed umanamente, e la rifarei Mille volte.
– Dopo essere sceso in campo contro la Larcianese alla prima di campionato, ti fu preferito Calattini contro la Fortis Juventus.
Venne schierato Calattini in quella occasione perché, onestamente, non ero pronto fisicamente: il ritiro fu massacrante ed ero ancora in rodaggio. Il grande preparatore dei portieri Moreno Dottarelli mi sottoponeva ad allenamenti molto duri però, grazie a quel lavoro, ho fatto un gran girone di ritorno ed ho compiuto quel salto di qualità che mi ha permesso di giocarmi un posto da titolare nel campionato di C1 successivo e di rappresentare la mia nazione in alcune gare internazionali Under20.
– Nell’Estate 2000 il Grosseto disputò allo Zecchini una bella amichevole contro il Perugia che schierava gli ex unionisti Isolini e Pieri.
Quella fu la mia prima partita contro una squadra di Serie A e ricordo che parai anche un rigore al coreano Ahn, che divenne famoso per aver buttato fuori l’Italia nel Mondiale 2002. La partita finì 4-2 e noi facemmo una gran figura.
– Quale pensi sia stata la tua miglior partita in maglia unionista?
La partita che credo di aver giocato meglio è stata quella vinta 3-1 in con il Versilia. Sul punteggio di 1-1 mantenni la squadra in partita con dei buoni interventi, prima della doppietta di Ramacciotti che ci diede la vittoria.
– Qualche anno dopo sfidasti il Grosseto da avversario con la maglia della Rosetana in serie C2.
Nel campionato 2003-2004 ritrovai il Grosseto da avversario, provando una certa emozione. Quella allenata dal mio ex allenatore Magrini, grande anche sotto il profilo umano, era una corazzata e non ci fu storia. All’andata perdemmo 3-0 ed al ritorno fummo sconfitti 2-0. Quel giorno, con la Rosetana assistemmo alla festa per la promozione della squadra unionista.
– Sei ancora in attività?
La mia carriera dopo quella stagione mi ha dato soddisfazioni: ho avuto la possibilità di diventare professionista e giocare molte partite con la nazionale di categoria al fianco di futuri campioni del mondo come Barzagli ed Amelia, attirando l’interesse di molte società di Serie A e Serie B.
Tutto questo è stato spezzato, come è successo a molti altri calciatori, da un grave infortunio. Successivamente, la società in cui militavo si è ritrovata sull’orlo del fallimento e non è stato facile trovare altri sbocchi, soprattutto considerando le mie non perfette condizioni fisiche.
L’ultimo anno da professionista l’ho giocato con la Rosetana. successivamente ho preferito scendere nel campionato di Eccellenza Abruzzese e in contemporanea mi sono trovato un lavoro. Attualmente gioco nel Francavilla e sto recuperando da un brutto infortunio al braccio: questo è il prezzo da pagare se vuoi fare il portiere e ti piace farlo con coraggio.
– Hai qualche aneddoto curioso da raccontare sulla tua permanenza in Maremma?
Ricordo che le cose non andavano bene, la classifica era pessima e ci ritrovammo nello spogliatoio il Martedì con Mister Magrini appena richiamato sulla panchina. Dopo aver parlato del più e del meno, concludemmo con l’ammettere che l’unico modo per recuperare il campionato e la faccia era vincere tutte le partite che mancavano. Se non ricordo male, inanellammo qualcosa come Dieci vittorie consecutive e non perdemmo più una partita, sfiorando una rimonta storica sfumata nella maledetta partita di Todi in cui pareggiammo 1-1 anche per evidenti responsabilità mie in occasione del goal subito.
– Cosa ricordi del big match contro il Poggibonsi?
Tra queste vittorie c’era lo scontro con il Poggibonsi: una partita memorabile, combattutta fino alla fine e vinta meritatamente! Ricordo che alla segnatura del nostro goal seguì una vera e propria invasione di campo da parte dei tifosi curva. Fu una giornata davvero emozionante!
– Qual è l’augurio che vuoi rivolgere al Grosseto in questo inizio 2014?
Concludo con augurare al Grosseto ed ai suoi tifosi un pronto ritorno in serie B e, magari, in futuro anche la promozione in serie A, categoria più adeguata per la città, per i tifosi e per la società.
bell’articolo