Calcio
Ranucci: si contesta lui per non contestare altri?
Grosseto. Abbiamo preso atto del mal di pancia di una parte della tifoseria grossetana, quella più calda e da sempre più vicina alle vicende unioniste, verso l’amministratore unico Antonio Ranucci. Un mal di pancia che verrebbe da lontano, ma che, quasi certamente, è causato da altri soggetti. In fin dei conti, Ranucci non è il proprietario del Grifone ed è chiaro che quando agisce lo fa tenendo conto delle direttive che gli vengono impartite dalla famiglia Camilli. Certo, questo è un momento particolare a livello societario, che crea apprensione nella piazza, ma va riconosciuto a Ranucci di non aver mai dato l’impressione di voler abbandonare la baracca. A Viterbo, ad esempio, il dirigente unionista è un’istituzione proprio per la sua lunga militanza con la Viterbese ed è chiaro che se ci fosse davvero lui dietro l’operazione che ha portato i Camilli nel capoluogo della Tuscia, oggi lo stesso Ranucci sarebbe all’interno della società gialloblù. In questo momento, poi, Ranucci ha sulle spalle un peso non indifferente, ovvero quello di portare avanti il club biancorosso, un peso che schiaccerebbe molti, ma non lui, pronto a sopportare anche qualche coro avverso, perché sa di lavorare duramente, ogni giorno, per le sorti unioniste. A Grosseto se c’è una cosa di cui non abbiamo bisogno è del caos, perché non ci sappiamo convivere. Ecco perché, tenendo conto di quanto esposto, ci e vi domandiamo: ma siamo sicuri che Ranucci meriti di essere contestato?
Non metto in dubbio che lui sia un semplice esecutore, ma c’è modo e modo di gestire le situazioni e poi che lui sia un fervente promotore del fatto di convincere, anche se non il solo, Camilli a gettarsi nell’avventura viterbese è notorio (almeno per sentito dire) e toglie ogni dubbio sul fatto che a lui non freghi proprio niente del Grosseto. Dunque, uno con queste caratteristiche non può essere amato dalla piazza. Detto questo, aggiungo: ma sarà solo per sentito dire o c’è uma punta di verità ?
Sono lo stesso che sull’altro articolo ha fatto una richiesta a cui Yuri non può rispondere.
Poi leggo questo e la risposta dell’Avvocato che mette in dubbio qulacosa.
Ritorno sul concetto: se le cose sono vere ditele, altrimenti “per sentito dire” non se ne deve neanche parlare.
Voglio prove concrete di quello che si dice.
Purtroppo a Grosseto già tifosi lo siamo in pochi e se poi mettiamo in giro cose false o non provate quale credibilità avremo?
Fabio
Certo che x il tifoso(e parlo in generale) la parola riconoscenza è sconosciuta. I Camilli x 13 anni vi hanno fatto divertire(rammento che già 13 anni fa volevano prendere la viterbese ,poi venne Gaucci e dirottarono su Grosseto) ora hanno deciso di iniziare una nuova avventura nella propria terra, e Ranucci viterbese doc ovviamente li seguirà. Ditemi cosa c’è di male?
Conosco personalmente da 13 anni l’avvocato Ranucci e lo considero una delle poche persone positive che Camilli ha portato in Maremma. Non scrivo solo da direttore del sito e da giornalista, ma da persona che ha avuto in questi anni l’occasione di conoscere l’avvocato anche sul piano umano. Io credo che se un centesimo dei dirigenti che sono stati al Grosseto avesse provato per il Grifone quello che prova lui forse tante delle cose che in questi anni sono accadute sotto il naso degli stessi, forse, non sarebbero avvenute. Quale è la sua colpa, quella di curare gli interessi di Camilli? Quello di mettere ordine dentro la società? Quello, magari, di non mandarle a dire? Quello di dover comunicare agli altri dirigenti il taglio degli stipendi imposto dalla retrocessione? Per me queste sono virtù e non colpe. Sul fatto che Ranucci ha spinto Camilli verso la Viterbese non c’è nulla di più falso. Chi conosce Camilli sa che lui agisce di testa sua e che se Ranucci gli avesse detto di acquistare la squadra della sua città, lui, magari, avrebbe dirottato le mire su un’altra società. Datemi retta: se il Grosseto è ancora in piedi e sta facendo buone cose vanno ringraziati Ranucci, Magalini e Rispoli. Senza di loro non so come sarebbe andata a finire!!! Poi, purtroppo, per sentito dire e senza conoscere il diretto interessato che preferisce rimanere in ombra, non vuole interviste e, soprattutto, non ama prendersi meriti che invece avrebbe si può raccontare quello che si vuole. Ma è anche troppo facile dare a lui colpe che, alla fine, non ha!!!
Credo che Carlo abbia centrato la questione. Ranucci essendo a libro paga della società, che ricordiamo è sempre di Camilli, è un esecutore degli ordini della proprietà.
E proprio partendo da questo presupposto è normale che in questi momenti chi ci mette la faccia è Tonino Ranucci che quindi si prende le accuse per colpe che non sono sue.
Un lavoro non facile, ma che lui stesso ha accettato di fare.
Comunque anche voi di Grossetosport, sviolinate che è una bellezza! Ogni volta che o toni si alzano, sembrate dei pompieri! Anche se vi leva l’accredito che diamine, quale sarà il problema! Il caso esiste, inutile fare gli struzzi!!