Calcio
Stendardo ci presenta Salernitana-Grosseto
GROSSETO. Con il Grosseto ha sfiorato il sogno della serie “A” da protagonista, grazie a Ezio Rossi, che lo ripescò tra le riserve e ne fece il perno della difesa. E Mariano Stendardo sfrutto subito l’occasione concessagli, tanto è che anche Gustinetti al suo ritorno lo confermò tra i titolari.
Con lui abbiamo parlato di Salernitana.Grosseto, lui che ha vestito tutte e due le casacche delle squadre.
Stendardo, come vede la partita di stasera?
“Una partita difficile. Il Grosseto è una squadra sempre pericolosa e con dei valori, ma la Salernitana ha delle individualità come Pasquale Foggia; un giocatore che in Lega Pro non ha proprio senso che ci stia.
Del Grosseto che cosa può dirci?
“Che ci ho vissuto il momento più bello della mia carriera. Sappiamo tutti come andò in quella doppia sfida con il Livorno. Quello era l’anno in cui davvero potevamo conoscere la serie A. Da calciatore ho girato tanto, ma vi assicuro che come sono stato bene in maremma non mi sono trovato da altre parti. Anche umanamente. Ho ancora tanti amici a Grosseto con cui mi sento spesso”.
Ha mai pensato al palo colpito a Livorno?
“Migliaia di volte, sa avessimo vinto la semifinale sono sicuro che saremo andati anche in serie A, anche perchè il gruppo era forte e coeso”
E’ mai stato vicino a tornare?
“Almeno due volte nel passato. Quella più concreta è stata nella passata stagione, ma poi uscì quella storia sulla partita di Salerno di due anni prima che poi fu archiviata. Ma il processo estivo del Grosseto e quella vicenda falsa frenò tutto. Non le nego che il mio sogno sarebbe quello di tornare un giorno ad indossare la maglia biancorossa. Nella vita tutto ci può stare. Mi piacerebbe risalire nel calcio che conta insieme a voi”.
Conosce mister Cuoghi?
“Da avversari. A Pisa arrivai che lui aveva già lasciato ed era da poco arrivato mister Pagliari. E’ un ottimo mister e dove è andato ha fatto spesso bene. Sono convinto che a Grosseto saprà continuare su questa strada”.
Di Salerno che ricordi ha?
“Pessimi, sono ancora in causa con la proprietà di allora e per questo rimediai anche una ingiusta squalifica. Vi assicuro che Grosseto rispetto a tante altre piazze è un’isola felice e mi dispiace vedere che il presidente non viene più allo stadio, ma sono convinto che il blasone acquisito aiuterà la squadra a tornare in alto”.
Lei ha scelto, a 30 anni, di scendere in D, perché?
“Perché il calcio è fatto così. Oggi in lega Pro si punta sui giovani e, dunque, avendo la possibilità di una piazza blasonata come quella di Torre Annunziata, con un progetto importante e con la possibilità di ritrovarsi nella Lega Pro unica mi ha spinto a questa scelta”