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Cilli: Con una dirigenza presente, ci saremmo salvati

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Torniamo a rivivere il 1995-96, l’annata più surreale della storia biancorossa, intervistando uno dei protagonisti della stagione, Sabatino Cilli, uno dei pochi che rimase in biancorosso fino al termine di quello sciagurato campionato culminato con la retrocessione del Grosseto dall’Eccellenza alla Promozione.

– Il 1995-96 cominciò con Grosseto-Tuttocalzatura sul neutro di Fonteblanda e tu eri in campo. 

Quella partita me la ricordo come se fosse ieri: vincemmo con una rete di Andrea Bertini.

– Andrea Bertini poche settimane dopo lasciò Grosseto. In quel via-vai di giocatori continuo, tu fosti uno dei pochi a rimanere fino in fondo. Cosa ti spinse a non andartene?

Per me, quella era comunque una grande opportunità di mettermi in mostra e rilanciarmi nelle categorie che contavano e così rimasi fino alla fine della stagione. Ho continuato successivamente a giocare per un altra decina di anni in eccellenza abruzzese ed ora sono ancora in attività.

– Ricordi Mister Lamberto Pazzi, che allenò la squadra fino ai primi di Marzo e poi venne esonerato?

Certo! Lo ricordo con piacere perché era un grande. Un’altra persona che ricordo volentieri era il massaggiatore Ciccio Tognelli: con i suoi massaggi ti rimetteva al mondo!

– I tifosi ti ricordano tuttora come un giocatore molto combattivo che cercava di fare il possibile in una situazione oggettivamente complicata.

Questa è una mia caratteristica in cui tuttora mi ci rivedo, anche all’eta di 39 anni, giocando in Prima Categoria. Non mi aspettavo, sinceramente, che i tifosi si ricordassero di me e mi fa molto piacere che mi ricordino come un giocatore grintoso.

– Pensi che senza tutti i problemi societari, quella squadra avrebbe avuto la possibilità di salvarsi?

Ne sono convinto. Senza tutti quei guai, ci saremmo salvati. La squadra era competitiva ed ha pagato le difficoltà che c’erano a livello societario.

– La dirigenza, di fatto, era inesistente. Si è mai visto in Maremma qualcuno tra i vari Quartaroli Fava e Rivetti che ricoprirono la carica di presidente del Grosseto in quel periodo?

Ricordo che per un paio di giorni sono stato con Quartaroli Fava, il quale aveva promesso mari e monti. Le sue promesse, a conti fatti, si sono rivelate tutte campate in aria.

– Chi era il vostro riferimento in quei mesi complicati?

Il nostro riferimento era Giampaolo Gorelli, anche lui vittima di una società fantasma.

– Quell’anno, era il 4 Gennaio e faceva molto freddo, venne disputata un’amichevole tra Grosseto e Brescia allo stadio Comunale Olimpico (Oggi Carlo Zecchini).

Certo che me la ricordo! In campo nel Brescia c’era un certo Baronio, che vide la palla soltanto con il cannocchiale…

– Cosa ti porti dentro della tifoseria e della città di Grosseto?

Della tifoseria mi ricordo che erano molto calorosi: anche se la Domenica andava male, erano sempre li ad incitarci. Anche della città ho ricordi stupendi legati a gente cordiale.

– Tornerai a trovarci in Maremma?

Vorrei tornare molto volentieri in Maremma, anche perché sono un amante del campeggio e da quelle parti ci sono bellissimi posti da visitare. Colgo l’occasione per rivolgere un abbraccio caloroso a tutti i tifosi grossetani ed, in particolare, a coloro che ci hanno sostenuto in quella stagione buia. Spero di rivedervi presto.

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