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Calcio

Inchiesta GS: viaggio nel mondo del calcio giovanile

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GROSSETO. Comincia questa settimana una serie di nostre inchieste che andranno ad analizzare alcuni aspetti del calcio provinciale che passeranno sotto la lente di ingrandimento.
Il nostro primo passo sarà fatto nel mondo dei settori giovanili, argomento che negli ultimi mesi è stato sentito dagli utenti.

Non è stato facile neanche per noi addentrarci in quella parte di calcio che vive di tante sfaccettature.
La nostra analisi ha portato ad una conclusione abbastanza semplice e chiara, specialmente per ciò che accade nel capoluogo.
Ci sono troppe scuole calcio: ben 6. Si parte dal nuovo settore giovanile dell’Us Grosseto, per poi arrivare a Saurorispescia e Nuova Grosseto; due colonne che da anni fanno calcio.

Poi ci sono le novità cresciute negli ultimi anni ASD Invicta Grosseto Giovani, nata dalla fusione tra l’Invicta e Grosseto Giovani di Tosoni, ed infine Fortis Grosseto e Giovani Calciatori Grosseto.
Insomma tanti nomi, molto similari che mandano in tilt non solo i genitori, ma anche noi. Ma io mi sono immaginato un colloquio tra genitori: “Dove va tuo figlio a scuola calcio?” e l’altra parte “A Grosseto Griovani, no Giovani Calciatori, insomma il settore giovanile dell’Us Grosseto. Bohhh non lo so…”. Insomma una scena comica del genere non mi sorprenderebbe.

Tante scuole calcio, tanti piccoli con le scarpette, ma i giocatori non vengono fuori. Perchè?

Le nostre conclusioni sono cruente e parlano di una realtà dura da affrontare. Partiamo da un presupposto le scuole calcio, portano qualche soldo, perchè si paga una retta, quindi tengono occupati molti allenatori.
Secondo dato: il rapporto genitori dirigenti-giocatori è troppo stretto e il conflitto di interessi è troppo elevato. Terzo lato: gli sponsor delle scuole calcio spesso sono i genitori stessi e che succede se poi il figlio non gioca?

Insomma questo è un primo quadro abbastanza duro, ma purtroppo reale. Il futuro dove deve andare? Semplice. Ci vuole maggiore professionalità e organizzazione anche come figure tecniche e soprattutto impianti all’altezza della situazione.
Se si vuol costruire davvero qualcosa di importante non bisogna quindi pensare solamente al vile denaro, ma anche ad investire in professionalità e strutture e senza tante parentele strette. Solo così il nostro calcio potrà crescere.

Giornalista pubblicista dal 2010, è uno degli editori/fondatori della testata giornalistica on-line Grossetosport, all'interno della quale ricopre il ruolo di direttore responsabile. E' altresì il responsabile dei campionati di Promozione e Seconda Categoria, nonché un esperto di calciomercato.

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Secondo me un aspetto da valutare è anche quello di cosa c’è dopo le scuole calcio, quando i genitori non pagano piu le rette e gli vengono fatti firmare i tesserementi definitivi, che legano il ragazzo fino a 25 anni alla stessa Società, senza magari approfondire questo aspetto o dicendo semplicemente finchè ci saremo noi e il ragazzo si troverà bene non si sono problemi, qualora non si dovesse più trovare bene lo svincoliamo senza problemi. In questa seconda ipotesi le cose potrebbero non andare così, e quindi il ragazzo smetterà di giocare a calcio e quel mondo che fino a quel giorno lo faceva tanto divertire improvvisamente gli cadrà addosso e quelle persone che lo avevano incitato nel vestire quella maglia improvvisamente gli sembreranno accanirsi contro di lui.

In effetti secondo qualcuno quella del tesseramento giovanile è una forma di moderna schiavitù.

…Direi proprio di sì, anche perchè firmando il tesseramento che lega il ragazzo alla Società di fatto in caso di contenzioso ci si può avvalere solo del tribunale sportivo, l’eventuale ricorso al tribunale civile, dove possono essere valutate anche le prove testimoniali per arrivare ad un giudizio. Di fatto, indipendemente dall’esito del giudizio, porta automaticamente alla revoca definitiva del tesseramento. Ma tutto questo è legale, visto e considerato che le firme sono state fatte solo su un foglio utile al tesseramento e su nessun altro tipo di modulistica, come invece oggi viene fatto al momento di qualsiasi adesione contrattuale, come forma di presa visione della normativa completa o liberatorie per la privacy o quant’altro?

Io penso che che il vincolo andrebbe eliminato completamente. Farei pagare la retta fino al compimento del 18° anno e dopo tutti liberi. Le conseguenze potrebbero essere che alcune società smetterebbero completamente di fare il settore giovanile, ma almeno ci sarebbe più trasparenza. Un’altro aspetto da valutare sarebbe che molti ragazzi smetterebbero di giocare, però non si sentirebbe più parlare di schiavitù che è una brutta parola ma serve a dare l’idea di come sia la situazione attuale. Le società si limitano ad applicare le regole e in questa maniera si possono difendere da eventuali ricatti di ragazzi e genitori. Faccio un esempio, se non ci fosse il vincolo un ragazzo dotato più degli altri potrebbe dire: vuoi che rimanga? bene, non mi fai pagare la retta e resto altrimenti vado a giocare da tizio o da caio che oltretutto mi rimborsano anche il viaggio… questo è solo un esempio ma potrei farne altri sia a favore delle società sia a favore dei ragazzi. Questo è un argomento delicato e se la federazione non ha preso ancora una decisione è perché ha molti interessi, soprattutto economici, ai quali non intende rinunciare, si tratta di milioni di euro, se considerate che per un ragazzo tesserato col vincolo pluriennale una società deve pagare più di 50 euro ogni anno, provate a moltiplicare questa cifra per i ragazzi che sono tesserati e capirete la ragione per la quale nessuno ci mette mano.

In parte condivido l’opinione di Qui Follonica, infatti le regole esistono e le Società almeno in parte le rispettano, in parte, perchè le regole se non erro parlano prevedono che i trasferimenti tra una Società e l’altra, almeno all’interno del settore dilettantistico, dovrebbero essere gratuite e quindi senza passaggio di denaro cosa che non avviene. Quest’ultimo particolare fa si che molti ragazzi non hanno la possibilità di lasciare le Società per le somme che vengono chieste di conseguenza smettomo di giocare. Oltre alle regole ci sono le parole date da Dirigenti e Direttori Sportivi che con le quali garantiscono hai genitori che lo svincolo gli sarà dato senza problemi. Il guaio e che oggi non esistono piu uomini di parola o meglio esistono inizialmente per poi trincerarsi dietro le regole appena ottenuto quanto di interesse. Per quanto riguarda la spesa sostenuta dalle Società per ogni ragazzo e di circa 50 €, quella delle famiglie una volta compiuti 18 anni è di circa 80€, perchè la cerificazione medica obbligatoria è a carico dei genitori, almeno nella Società dove ha giocato mio figlio, senza contare tutte e spese mediche sostenute per le visite e o accertamenti a seguito di infortunio, cosi come le terapie successive. Tutto cio premesso le Società hanno il diritto di tenere vincolato il ragazzo fino a 25 anni….praticamente UNO SCHIAVO MODERNO A TERMINE, definizione degna di altre simili previste nella Riforma Fornero per quanto riguarda il mercato del lavoro.

i soldi vogliono solo soldi.osservate con occhio attento quello che avviene nel settore giovanile in una città come grosseto.si può notare la’agitarsi di qualcuno.

….infatti è vero, in nome dei soldi si fà si che i ragazzi smettano di giocare, di fare sport, di divertirsi, di passare ore nei campi ad allenarsi e scherzare con i compagni, lasciando che gli stessi trascorrano il loro tempo in modo sicuramente meno costruttivo. Poi a proposito di soldi, ufficialmente non ne devono girare in categorie dilettantistiche per quanto riguarda la cessione o i prestiti dei giocatori tra Società…..e invece

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