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Calcio

Caparco: a Grosseto anni indimenticabili

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Nel nostro viaggio alla scoperta dei calciatori che hanno indossato la maglia unionista abbiamo avvicinato il portiere Alessandro Caparco (classe 1983), biancorosso nel biennio 2008-10. Al termine della sua esperienza grossetana, l’estremo difensore piemontese ha optato per l’avventura in terra straniera andando a giocare in Romania, ma il suo legame con Maremma è rimasto molto solido.

– Come definiresti la tua esperienza a Grosseto sul piano sportivo e su quello personale?

Grosseto mi ha dato la possibilità di giocare in Serie B, quindi sul piano sportivo ha rappresentato una grande occasione per confrontarmi con squadre blasonate e giocatori di livello altissimo. Sul piano personale, come ho sempre dichiarato, a Grosseto ho lasciato il cuore: città e persone stupende, amicizie vere.

– Cosa ha lasciato dentro di te la Maremma?

Credo di aver vissuto gli anni più belli della Serie B maremmana, facendo un play-off e sfiorandone un altro l’anno successivo. Ancora adesso, rosico al pensiero di non essere andato in Serie A con una città che amo ed una maglia che mi ha dato tanto.

– Cosa ricordi del tuo arrivo a Grosseto?

Sarei dovuto arrivare in Maremma al primo anno di Serie B del Grosseto, ma il mio approdo in Maremma si concretizzò con una stagione di ritardo: il procuratore mi avvisò che c’era ancora l’opportunità di vestire i colori biancorossi, nonostante fosse ormai la fine di luglio, e quando arrivò la chiamata fui contentissimo. Ricordo che arrivai direttamente in ritiro e soltanto successivamente conobbi la città.

– C’è qualche aneddoto che vuoi svelarci riguardo ai tuoi anni biancorossi?

Aneddoti veri e propri non ce ne sono, ma credo che ormai tutta Grosseto sappia del motivo del mio addio: andai via dai biancorossi nonostante avessi ancora un anno di contratto e nel momento in cui stavo giocando titolare ormai da mesi. Il presidente mi ha voluto fortemente e non riesco ad avere rancore nei suoi confronti, perché mi ha dato la possibilità di giocare in B. Mi fa male il pensiero di essermi lasciato così male con lui e con la città: credo di aver pagato io gli errori di altri giocatori ma, adesso che sono usciti tutti i nomi, io a Grosseto posso camminare a testa alta ed altri no. Negli ultimi sei mesi a Grosseto parlavo con pochissimi compagni di squadra.

– Ti senti ancora con qualche compagno di allora?

Certo! Il primo anno eravamo una famiglia e mi sento praticamente con tutti i compagni di quella stagione: con Nicolas Cordova è nata una vera e propria amicizia che mi ha portato a raggiungerlo in Cile ben due volte, la stessa cosa è successa con Pinilla e sono stato anche al suo matrimonio a Santiago. Non voglio dimenticare nemmeno Freddi, Vitiello, Duccio Innocenti e Robert Maah con cui mi sento con frequenza, ma neanche gli altri con cui ci scambiamo messaggi.

– Prima che tu arrivassi in Maremma avevi già avuto a che fare con la squadra biancorossa in C1 parando un rigore a Cipolla e rischiando di compromettere la corsa unionista verso la Serie B.

Ricordo benissimo quell’episodio, avvenuto quando militavo nell’Ivrea. Lo staff eporediese mi aveva già avvisato che, oltre al Bari, anche il Grosseto era interessato a me. A quei tempi, ero il portiere titolare più giovane della serie C1 e non era così facile come adesso arrivare a giocare a quei livelli. Ricordo che Cipolla mise la palla sul dischetto, arrivò Bertani che aveva giocato con lui e mi disse “Te la tira alla tua destra”. Io risposi a Bertani “Mi butto comunque a destra, me lo sento che lo paro”; Giovanni Cipolla tirò, lo aspettavo a mezza altezza ed arrivò rasoterra, ma riuscii a toccare la palla ed a riprenderla.

– Da alcuni anni ti sei trasferito in Romania. Quale è il livello del campionato rispetto agli standard italiani?

Anche se la massima serie rumena non è la nostra Serie A, ma una via di mezzo tra la A italiana ed una buona Serie B, il livello è sufficientemente buono. In questo campionato ti confronti con squadre come lo Steaua Bucarest che l’anno scorso è arrivato alla semifinale di UEFA League, il CFR Cluj che è andata a vincere contro il Manchester United nel girone di Champions League. Direi che il livello è abbastanza alto, con stadi belli e sempre pieni di gente.

– Recentemente sei stato avvistato da alcuni tifosi nei pressi dello stadio Zecchini.

Sono stato a Grosseto all’inizio dell’estate per il matrimonio di un mio caro amico maremmano. Come ho già detto, a Grosseto mi trovavo benissimo ed ho ancora veri amici con cui mi sento ancora. Tornerò sicuramente per venire a trovare i miei amici maremmani e perché mi piace tantissimo la città.

– Tornerai a giocare in Italia, magari indossando di nuovo la maglia del Grosseto?

Un mio ritorno in Italia lo vedo poco probabile: ormai qui mi sono adattato bene, il livello è abbastanza alto e con un po’ di fortuna rischi di giocare nelle coppe europee, che è una cosa da non disprezzare. Ad essere sincero, ti confesso che un mio ritorno con i biancorossi mi piacerebbe ma, soprattutto, vorrei rivedere la squadra in Serie B.

– Hai carta bianca per salutare i tifosi unionisti.

Se penso al saluto dei tifosi maremmani dopo la vittoria per 1-0 in casa contro il Parma, mi vengono ancora i brividi: era la mia prima partita in casa con il Grosseto ed uscii per ultimo dal campo con tutta la curva e la tribuna in piedi ad applaudire. Ho la pelle d’oca a parlarne e non dimentico nemmeno il saluto della curva alla prima di campionato contro il Torino. Mi manca Grosseto, mi manca la sua gente, mi mancano i suoi tifosi ed il suo sapore.

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